Alice e Tony sono stati amici fin da quando erano bambini, ma ultimamente, crescendo, si sono un po' allontanati nonostante facciano parte dello stesso gruppo di amici.
Alice ha sempre avuto una cotta per lui, ma Tony è sempre stato il tipo di raga...
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"Li amo, ti amo" esclamo saltellando, stringendo tra le mani la borsa che Tony mi ha appena regalato, non riesco a smettere di sorridere.
"Ehhh, visto?" dice lui con quel sorriso soddisfatto e una risatina leggera, come se sapesse esattamente l'effetto che mi avrebbe fatto.
"Troppo bella questa borsa, ti amo giuro" dico avvicinandomi e dandogli un bacino sulla guancia. Lui ride ancora di più, si abbassa leggermente e mi riempie di piccoli baci di fila, uno dietro l'altro, facendomi ridere.
Mi tolgo le scarpe e mi butto sul letto, affondando tra i cuscini. "Oggi non ho pensato proprio a niente di brutto," gli dico sospirando.
Tony si siede accanto a me, scrollando lo schermo del telefono, ma a un certo punto alza lo sguardo e mi chiede, quasi senza preavviso: "Ma se noi andassimo a convivere?"
Mi giro a guardarlo, sorpresa dalla proposta. "E chi paga?" chiedo, alzando un sopracciglio.
"Io," risponde lui con sicurezza.
"Ma sei scemo?" ribatto, ridendo. "Non siamo proprio messi bene col budget, eh."
"Ceh, sei anche..." si interrompe per cercare le parole giuste, poi continua, "capito... sempre se lo tieni, Ali. Sarebbe top, no?"
Resto un attimo in silenzio, non per incertezza, ma per formulare quello che sto per dire nel modo giusto. "In questa settimana ci ho pensato tanto," comincio, fissando il soffitto, "e io lo voglio tenere."
Tony mi guarda, cercando conferma nei miei occhi. "Sicura?" mi chiede, quasi sussurrando.
"Si," rispondo con convinzione.
Lui annuisce, ma non sembra completamente tranquillo.
"Però, a convivere... cioè, io con l'università, tu con il lavoro, e poi a gennaio inizi il tour," continuo, sempre sdraiata sul letto, come se stessi ragionando a voce alta. "Non sarebbe troppo?"
Tony si passa una mano tra i capelli e sospira. "Lo so che sarebbe impegnativo, ma magari ci organizziamo, troviamo un equilibrio... un posto nostro sarebbe bello, no?"
"Boh, si potrebbe," dico, il cuore che batte un po' più forte mentre cerco di mettere in ordine le parole. "Ceh, ora sono sicura di tenerlo. Ma dovrei andare dalla ginecologa... vabbè, è tutto un casino,". Non riesco a fermare quella sensazione di ansia che mi sale ogni volta che ci penso.
Tony si ferma un attimo, poggiando il telefono sul comodino. Mi guarda serio, quasi cercando di capire se sto per scoppiare a piangere o se posso reggere ancora. "Ti ci accompagno io," dice alla fine, con un tono deciso, senza esitazione.
Lo guardo, lo fisso per un attimo, e annuisco piano. Poi distolgo lo sguardo, fissando il soffitto. "Ho paura di dirlo ai miei," ammetto di nuovo alla fine, con un filo di voce.
Tony è calmo, ma c'è una tensione sottile nei suoi movimenti, come se cercasse di capire cosa dirmi per non sbagliare. "Lo capiranno," dice piano, con una voce più dolce del solito. "E se non lo fanno subito, avranno tempo. Tu non devi avere paura. Ci sono io."
Le sue parole dovrebbero tranquillizzarmi, ma invece mi agitano ancora di più. Non perché siano sbagliate, ma perché sento il peso di tutto questo su di noi. "Non è così semplice," mormoro, appoggiandomi un po' alla sua spalla. Mi chiudo un po' nelle spalle, cercando conforto nel suo calore, ma la testa mi si riempie di pensieri.
"Lo so che non è semplice, Ali. Ma non devi farcela da sola," dice.
"Non lo so, Tony... loro si aspettano tanto da me. L'università, la laurea...Non so nemmeno come cominciare," confesso.
Lui sospira, e sento il suo respiro caldo sulla mia fronte. "Non devi avere tutte le risposte adesso. Facciamo un passo alla volta. Prima la ginecologa, poi pensiamo a tutto" dice, provando a mettermi un po' di ordine in testa. "Io ci sono amore,qualsiasi cosa succeda."