14.

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È lunedì mattina e sono in classe, cercando di concentrarmi su matematica, ma i miei pensieri continuano a tornare a quei due baci.
Non abbiamo ancora parlato di quello che è successo io e Tony, e non l'ho detto nemmeno a Yugi e Neri.
Mentre il professore spiega, mi accorgo che Tony mi guarda di tanto in tanto.
L'ora passa lentamente, ogni minuto sembra un'eternità. Finalmente suona la campanella e tutti iniziano a raccogliere le loro cose per la ricreazione.

"Andiamo in cortile?" mi chiede Yugi, mentre Neri si avvicina dietro di lui.

Annuisco, cercando di sembrare normale. "Sì, certo."

Usciamo tutti insieme e ci dirigiamo verso il cortile.
Il sole di novembre è debole, ma c'è comunque una piacevole luce.

"Raga, vado a prendere qualcosa alle macchinette," dico io.

Loro annuiscono.
Tony è restato in classe a parlare con un prof.
Le macchinette sono vicino ai bagni e i bagni vicino alla nostra aula.
Lo vedo passare e fermarsi.
Sono un po' imbarazzata.

"Che ti ha detto?" dico, riferendomi al prof.

"Nulla, che sto andando bene, mi vede partecipe e mi ha chiesto se fumo ancora," dice.

"Mm," dico, prendendo da mangiare.

"Vuoi parlarne?" mi chiede.

"Come vuoi," dico.

Ci guardiamo.

"Va bene, sì."

"Bagno?" chiedo, perché sicuramente Neri e gli altri due verranno a cercarmi.

"Maschi o femmine?" mi chiede un po' a disagio.

"Tony, senti, muoviti," dico, tirandolo nel bagno delle ragazze.
I bagni su questo piano non li usa mai nessuno. Entriamo nel bagno delle ragazze, chiudendo la porta dietro di noi.
Il bagno è vuoto e silenzioso, l'unico suono è quello del nostro respiro.
Tony sembra un po' nervoso.

"Allora, riguardo a sabato sera..." inizia lui muovendo leggermente un po' le mani dal nervoso,credo.

Annuisco, cercando di mantenere la calma.
"Sì, ne parliamo."

"Non voglio che sia strano tra di noi," continua.
"Ho sentito di doverlo fare, ma non voglio che tu pensi che sia stato un errore o che l'ho fatto senza pensare."

"Mi ha sorpresa"ammetto. "Ma non penso che sia stato un errore."

Tony si avvicina leggermente, guardandomi di nuovo negli occhi.

"Mi piaci, Ali,l'ho capito da un po' di tempo.
Solo che non sapevo come dirtelo e non volevo complicare le cose"

Sento il mio cuore battere più forte.

"Anche a me piaci," dico un po' imbarazzata.
"Dalle elementari."

"Si?" mi dice sorridendo.

"Sì," dico girando gli occhi.

"Ma vedi te Alice," mi dice sorridendo.

"Smettila, non prendermi in giro," dico sorridendo.

Siamo vicini, letteralmente chiusi in un bagno.
Se uscissimo e ci vedessero insieme, chissà cosa penserebbero.

"Posso darti un bacio?" mi chiede.

Annuisco, mi sento piccola con lui vicino.
Mi dà un bacio dolce, un po' più lungo ma niente di esagerato.
Le sue labbra sono morbide e mi sento avvolta in una sensazione di calore e sicurezza.
Quando ci separiamo, rimaniamo a guardarci per un momento, entrambi un po' senza parole ma felici.

Lei resta.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora