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Il tempo è volato troppo in fretta, e ora è già il momento di ripartire. Anche se abbiamo trascorso solo pochi giorni qui, mi sono sentita davvero bene. Questi due giorni sono stati perfetti. Anche se il terzo giorno lo consideriamo solo un ritorno, in realtà è stato comunque parte di questa mini vacanza.

Abbiamo preparato le valigie e stiamo facendo un ultimo controllo per essere sicuri di non aver dimenticato nulla. Mi sono vestita comoda per il viaggio: ho scelto dei pantaloncini di Tony, che adoro perché sono larghi e comodissimi, e una maglietta corta blu scuro. Ho preso anche una felpa per quando arriveremo, dato che so che farà fresco. Tony ha scelto di vestirsi in modo simile, con i suoi soliti pantaloncini grigi, una maglietta nera e una felpa con cappuccio, sempre nera.

Oggi il cielo è coperto, il sole nascosto dietro le nuvole, il che rende tutto un po' più malinconico. Non aiuta a migliorare l'umore sapendo che tra venti minuti un taxi verrà a prenderci per portarci all'aeroporto. Ci aspetta un lungo viaggio, con molte ore da trascorrere in aereo prima di tornare a casa. Anche se è stato tutto fantastico, c'è una piccola ombra che aleggia tra noi: Ale continua a scrivermi spesso, anche più volte al giorno, e posso vedere che Tony non è del tutto a suo agio con la cosa.

Mentre ripassiamo mentalmente la lista di cose da fare prima di partire, noto che Tony è più silenzioso del solito. Si muove per la stanza con un'espressione un po' tesa, anche se cerca di mascherarla. Lo conosco troppo bene per non accorgermene.

"Sei pronto?" gli chiedo, cercando di alleggerire un po' l'atmosfera.

"Mh, sì, ho controllato tutto," risponde lui, ma senza quel solito tono allegro. È chiaro che Ale è ancora nei suoi pensieri.

Tony si siede sul letto, il viso ombroso, mentre io mi avvicino, cercando di sciogliere un po' la tensione. Appena sono vicina, le sue mani mi tirano a sé, il suo tocco e rassicurante.

"Dai, su," dico con un sorriso, dandogli un bacio leggero sulle labbra, cercando di strappargli un sorriso.

"Mmhh," sospira lui, il tono un po' distante, ma c'è un accenno di sorriso mentre gli sposto i capelli dalla fronte, giusto per dargli fastidio.

Sospira di nuovo, sistemando i capelli con una mano, mentre l'altra rimane ferma a stringermi, quasi come se avesse paura di lasciarmi andare. "Rubarmi anche le scarpe, mi raccomando," dice, riferendosi ai suoi pantaloncini che ho addosso.

"Sono solo comodi, ok?" rispondo, cercando di mantenere il tono leggero, anche se sento la sua mano stringermi con un po' più di intensità.

Tony mi guarda per un attimo, il sorriso leggero sulle labbra, ma qualcosa nei suoi occhi tradisce che sta pensando a qualcosa di più profondo. Ma invece di parlare, si limita a stringermi ancora di più, come se volesse solo godersi questo momento e  poggia la testa sulla mia pancia. Sento il suo respiro tranquillo, ma posso percepire che sta pensando a qualcosa, forse troppo.

"Tutto bene?" gli chiedo, cercando di cogliere i suoi pensieri senza forzarlo a parlare.

Lui annuisce lentamente, senza dire nulla, solo stringendomi un po' più forte. Capisco che forse non ha voglia di parlare, quindi decido di non insistere. Invece, gli accarezzo i capelli, passando le dita tra le ciocche morbide, cercando di trasmettergli calma e affetto attraverso quel semplice gesto. Il silenzio tra noi è confortevole, quasi necessario, come se entrambi stessimo cercando di godere degli ultimi istanti di pace prima di affrontare il lungo viaggio di ritorno.

Dopo alcuni minuti, il taxi arriva. Ci alziamo lentamente, quasi riluttanti a lasciare quel momento intimo. Prendiamo le valigie e ci prepariamo a partire. Tony si infila la felpa e alza il cappuccio sopra la testa, come se volesse nascondersi dal mondo per un po'. Io, invece, aspetto un attimo prima di mettermi la mia felpa, sento il fresco sulla pelle, ma non abbastanza da costringermi a coprirmi subito. L'umidità nell'aria è palpabile, rendendo l'aria pesante, ma non sgradevole.

Mentre ci dirigiamo verso il taxi, lui mi guarda per un attimo, un sorriso appena accennato sulle labbra, come a ringraziarmi per il silenzio e la compagnia.

Il ragazzo del taxi ci aiuta a sistemare le valigie nel baule, con una certa rapidità e attenzione. Tony,mi prende la mano con delicatezza e mi apre la portiera, invitandomi a entrare prima di lui. È un gesto semplice, ma è così carino ,è un patato.

Una volta seduti sul sedile posteriore, mi accoccolo accanto a lui, sentendomi al sicuro. Posiziono la mia borsa ai piedi e, dopo un attimo di esitazione, decido di infilarmi anche la felpa. L'aria all'interno del taxi è fresca, e il tessuto morbido della felpa mi dà una sensazione di conforto. Prendo il telefono per distrarmi un po', e noto che Tony fa lo stesso. Siamo in quella fase in cui il silenzio non è mai imbarazzante, anzi, è una forma di comunicazione tutta nostra.

Mentre scorro lo schermo, sento la sua mano che si posa con naturalezza sulla mia coscia. Il suo tocco è leggero, quasi protettivo. Sorrido tra me e me, e senza pensarci troppo, poggio la testa sulla sua spalla. Lui si sposta appena per accogliere meglio il mio peso.
Il taxi inizia a muoversi, lasciando dietro di noi questi giorni di tranquillità.

Dopo una lunga giornata di viaggio, siamo finalmente di ritorno, e il cielo è già scuro quando l'Uber ci lascia davanti all'appartamento di Yugi. Nonostante la stanchezza che mi pesa addosso, non possiamo evitare questo incontro. So che rivedere tutti mi farà piacere, ma in questo momento tutto quello che desidero è un letto.

Scendiamo dall'auto e già maledico le scale che ci aspettano. Ogni gradino sembra più alto del solito, e mi pento subito di aver scelto i pantaloncini. Fa un freddo cane, e la mia felpa sembra non bastare a scaldarmi.

Finalmente arriviamo all'appartamento, e non appena apriamo la porta, ci accoglie una ventata di calore, sia letteralmente che figurativamente. Lasciamo le valigie in un angolo dell'ingresso, sapendo che avremo tempo di sistemarle più tardi. Il primo a salutarci è Yugi, con il suo solito sorriso rilassato.

Tony si avvicina a Yugi per scambiare qualche parola, mentre io cerco un posto dove potermi rilassare un attimo, possibilmente vicino a una fonte di calore. Neri purtroppo non ci sarà stasera per una data, mentre Artie mi fa un cenno con la mano, invitandomi a sedermi accanto a lui sul divano.

Lei resta.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora