Five.

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Tiro fuori la mia copia di Tess dei d'Uberville, ormai consunta dalle troppe riletture. Adoro Hardy, adoro il suo modo di descrivere i luoghi e i sentimenti dei personaggi, e adoro il carattere di Tess.

Mi immergo nell'atmosfera del Wessex e ci rimango immersa per oltre un'ora.

Sento bussare alla porta.

-Si?-

-Posso entrare?- chiede Kathrine titubante.

-Certo, entra!-. Questo è decisamente un passo avanti. A parte i miei genitori, mai nessuno è entrato nella mia camera. Ma lei entra come se fosse la cosa più naturale del mondo, non fa caso al disordine che regna sulla scrivania e si siede con me sul letto.

-Allora cosa avevi in mente di fare oggi?- dice, sorridendomi.

-A dirla tutta, dovrei andare a comprare qualche vestito nuovo. Ma non sono molto sicura di volerci ancora andare- rispondo, con le immagini degli abiti che le ho aiutato a tirare fuori dalla valigia che mi lampeggiano nella mente.

-Come mai?-

-Beh..- la guardo, ma decido di mentire. -Sono solo un pò stanca..- dico vaga.

-Sciocchezze! Vestiti che andiamo a fare shopping!-

-Tranquilla, non voglio disturbarti, faremo un'altro giorno...sarai stanca..-

-No no no, ti ho chiesto io cosa volevi fare! Ora andiamo, dai!-

Posiziono il segnalibro e lo intrappolo tra le pagine, abbandonando la mia dolce Tess un pò controvoglia per qualche ora.

-Va bene, mi preparo e arrivo!- sospiro, ma stranamente non provo la stessa sensazione di quando vado a comprare qualcosa con mia madre. Quando me lo propone lei la mia giornata peggiora, perchè so che qualsiasi cosa mi proverò a lei non piacerà.

Lei è decisamente più aggiornata di me in fatto di moda, e ogni volta che mi vede indossare i miei jeans larghi con sopra la mia camiciona a quadri di flanella le si forma una ruga profonda sulla fronte. Io la chiamo ''la ruga della disapprovazione''.

Ma questa volta è diverso, mi sento... euforica. Forse riuscirò a farmi dare qualche consiglio da Kathrine.

Mentre indosso i miei jeans preferiti, quelli con un'enorme strappo sotto il ginocchio e decisamente comodi, sento suonare il campanello. Mi infilo velocemente la maglietta del concerto degli ACDC e mi sto per fiondarmi ad aprire la porta, quando sento Kathrine che urla

-Vado io!-, quindi me la prendo comoda e comincio a spazzolarmi i capelli.

-Ciao! Sono Davide, c'è Valentina?-

-VALEEE! E' per te!-

Sento la sua voce, lancio la spazzola sul letto e corro nel corridoio che porta all'entrata. Prima di apparire, mi sistemo la maglia, e spingo dietro l'orecchio i capelli. Prima di fare l'ultimo passo faccio un'enorme respiro e spingo più in su gli occhiali sul naso.

Entro nella sua visuale e vedo che mi rivolge un sorriso, come se fosse contento di rivedermi.

-Ehm.. C-ciao- dico insicura come al solito, mentre mi domando perchè con Kathrine non ho avuto questi problemi.

-Ciao! Senti, stasera fanno una festa in un locale che conosco, e per farmi perdonare per oggi volevo..si ecco volevo invitarti!- dice guardandomi timido. Poi girando lo sguardo verso Kathrine aggiunge -Ovviamente l'invito vale per tutte e due!-

Il suo sguardo si sofferma a lungo sulla figura di Kathrine, soppesandola, analizzandola, assaggiandola con gli occhi. Nel frattempo arrossisco, sentendomi un pò di troppo.

Kathrine è la prima ad interrompere il contatto visivo, girandosi verso di me e dicendomi

-Certo che veniamo, non è vero Vale?-

-B-beh si..ehm..si, si. Ok.- farfuglio, mentre lei si gira soddisfatta verso Davide e dice con la sua vocina squillante -Bene! Ora basta che ci dici ora e luogo!-

-Beh passo a prendervi alle 9, andremo con la mia barca, è troppo lunga la strada per andarci a piedi.-

Oh..wow. Barca. Non ci sono mai stata.

-Fantastico!-

-Beh, a stasera ragazze!-

-Ciao!-

-C-ciao.-

Kathrine chiude la porta e io faccio un'enorme respiro di sollievo. La presenza di Davide mi manda in confusione completa.

-Sentito? Stasera si festeggia!

Ahi. Bel problema. Kathrine si accorge che qualcosa non va e la vedo aggrottare la fronte.

-Ehi, c'è qualcosa che non va?-

-Oh..no beh, si. No, tranquilla!-

-Balbetti sempre?- mi guarda con un sorriso tranquillo, che inaspettatamente non mi lascia un rossore invadente sulle guance.

-Solo quando sono nervosa..- e le rispondo con un sorriso timido.

-E perchè ora lo sei?-

-Ecco, vedi... come dire... non.. non ho mai, realmente.. insomma...-

-NON SEI MAI ANDATA AD UNA FESTA??- e nel suo sguardo vedo uno shock vero e proprio. Ora sì che le mie guance si infiammano.

-Ehm..no.-

-Oddio!- dice mettendosi teatralmente le mani sulla bocca.

-E'..grave?-

-Certo che lo è! Stasera rimediamo..ora shopping!

-Sì- e mi metto addosso un sorriso di circostanza.

'Forse tutto sommato ti farà bene andare a questa festa. Magari ti scioglierai un pò', si intromette la mia coscienza, impertinente come pochi.

Torno in camera e finisco di spazzolarmi i capelli, recupero la mia borsa e vado di nuovo all'entrata.

-Eccomi, sono pronta. Andiamo?- dico, stranamente impaziente di uscire.

-Certo!-



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