Eighteen.

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-Kat! Tranquilla, non è successo nulla! Ora Davide mi accompagna a casa, ok? Voi - dico guardando prima lei e poi Stefan, che l'ha raggiunta in questo momento - godetevi la serata! Ci vediamo in appartamento..hai le chiavi?-

Lei annuisce e mi abbraccia. Appoggia la testa sulla mia spalla e la sento bisbigliare con fare cospiratorio -Se si azzarda a farti stare male, se la vedrà con me- .

Mi spunta un sorriso e appena ci stacchiamo le rispondo con un sorriso che vuole farla stare tranquilla: a quanto pare funziona e lei si sposta vicino a Stefan, mentre continua a guardare male Davide. Lui invece abbassa lo sguardo e comincia a guardare attentamente le punte delle sue scarpe.

Quando Kat e Stefan si allontanano, vedo Davide alzare lo sguardo.

-Vuoi andare a casa?-

-Si-

-Vieni allora..-

Ci dirigiamo di nuovo verso il motoscafo. Il viaggio di andata sembra lontano anni. Spero di perdermi nella magia della laguna anche al ritorno, anche se so già che probabilmente fisserò la sua schiena con aria triste, delusa dalla piega che ha preso la serata.

Una volta alla barca mi maledico per non essere stata più decisa ed non essermi imposta per tornare con un taxi. Ora per salire devo affidarmi a lui, e la cosa mi mette a disagio. Quando devo fare il primo passo metto la mia mano nella sua e sento la stessa scossa che avevo sentito quando siamo partiti. Lo guardo confusa, domandandomi se anche lui, per qualche strano caso della vita, si trovi a pensare le stesse cose che sto pensando io ora, se anche io gli faccio effetto. E al mio sguardo lui risponde con quel sorriso che mi fa fermare il cuore.

Questa serata deve finire. Il mio umore sale e scende e io non ci sono abituata. Quando sono dentro, mi siedo allo stesso posto di prima e comincio a guardare l'acqua, in cerca di chissà quale segno che migliori questa situazione. Sale anche Davide, ma io mi sforzo di non guardarlo. I piccoli muri che mi sforzo di costriuire tra me e le emozioni quando vedo i suoi occhi si sbriciolano, quindi non posso permettermi di fissarlo ancora.

Davide accende il motore, e con un brontolio basso il motoscafo prende vita e si sposta dalla riva.

Io guardo la luna, le stelle, le luci sull'acqua, la sua schiena, i palazzi antichi, le finestre a volta, le sue braccia, e poi ancora i tetti e la schiuma dietro di noi e il modo in cui quei muscoli guizzano sotto la maglia nera come questa notte, nera come il mio umore. Non posso farne a meno, le emozioni che mi fa provare sono come il canto di una sirena, ne sono attratta. E vorrei potermi legare a qualche albero maestro per impedirmi di andare a cercare quelle sensazioni, perchè sono sicura che mi stregheranno ed io non sono brava in questo, non so nulla di tutto ciò, non so come fare a non provarle.



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