Forty-nine.

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-Ok- rispondo con voce roca.

-Stasera cosa facciamo?-

-In realtà...- me n'ero completamente dimenticata. L'appuntamento con Andrea!

-Si?- dice, con il cornetto a mezz'aria.

-Ecco..Andrea mi ha chiesto di andare a bere qualcosa con lui..sai, gli danno un'aumento- rispondo, con la sensazione di dovermi scusare. Ma per cosa poi?

-Oh..ok, va bene, ci vediamo domani allora- esclama, con finta allegria, mordendo il suo cornetto.

-Andiamo assieme se vuoi, così..-

-No, tranquilla, vai pure! Poi devo finire le ultime cose per la libreria, non voglio annoiarti..-

-Perchè dovrei annoiarmi? Ascolta, avviso Andrea che ho un'altro impegno, così stiamo assieme!-. Mi sento davvero in colpa.

Lui si alza, mette la sua tazza nel lavandino, poi torna da me e mi da un bacio sulla fronte.

-Non ti preoccupare. Vai pure, ci possiamo vedere domani- sorride ed esce dalla stanza.

Lo seguo con lo sguardo finchè non scompare dietro il muro. Mi sento davvero in colpa.

Davide e Andrea non si sono mai visti, ma a uno ho raccontato dell'altro e viceversa. Nessuno dei due ha mai espresso un parere sull'altro, ma sono quasi certa che non si sopportino, anche se non capisco per quale motivo.

Mi alzo, metto a posto e mi vado a vestire. Dopo aver salutato Davide con un bacio, torno a casa. Fuori è tutto così..normale. Solo io sono cambiata. E forse non capisco ancora nemmeno quanto.

Il sorriso a trentadue denti di Kathrine mi inchioda alla porta, facendomi sussultare per lo spavento.

-E' successo?- chiede in fibrillazione.

Il mio viso, anzi no tutto il mio corpo, si infiamma per l'imbarazzo.

-E' successo!- strilla eccitata, mentre mi salta addosso e mi abbraccia, stritolandomi e soffocandomi con i suoi capelli.

-Aspetta..tu..eri..l'avevi già, come dire, fatto?- domanda curiosa. Se potessi arrossire di più lo farei. Scrollo la testa facendole cenno di no. I suoi occhi si spalancano ancora di più, il suo sorriso si fa ancora più largo. E' inquietante.

-WOW! Dobbiamo festeggiare! E tu devi raccontarmi tutto!-

-Ok, mi cambio e possiamo andare a "festeggiare"- dico mimando le virgolette con le dita. Sembra lei la più felice delle due!

Mi faccio una doccia veloce e dopo mezz'ora stiamo camminando per Venezia, tra le vetrine e i piccoli locali dai nomi strani, e durante questa passeggiata mi tempesta di domande per sapere tutto quello che è successo tra me e Davide. Un pò imbarazzata rispondo alle sue domande e le dico tutto. Quando è ora di pranzo ci dirigiamo verso 'Las Ramblas', il ristorantino dove avevamo cenato la sera che siamo uscite con Davide la prima volta. Ci sediamo e mangiamo di gusto, chiaccherando, stavolta, di lei e di Stefan. Arrivate al dolce mi domanda -Stasera vi vedete?-, in tono malizioso.

Mordendo il tiramisù scuoto la testa.

-Devo vedere Andrea, gli danno un'aumento e vuole offrirmi da bere-

L'espressione divertita e serena di Kat lascia il posto a una smorfia di rimprovero.

-Che c'è? A Davide non dà fastidio, gliel'ho già detto- dico, cercando di difendermi dalla sua occhiataccia.

-Oh, andiamo Val! Tu e Davide siete così belli assieme! Non rovinare tutto uscendo con quello scapestrato- sentenzia. Kat, a differenza di Davide, Andrea l'ha conosciuto. E diciamo pure che non le va propriamente a genio. Il suo modo di fare, le sue battute, il modo in cui le risponde glielo hanno fatto apparire qualcosa che in realtà Andrea non è. E certamente non voglio lasciare indietro la mia amicizia per lui solo perchè a Kat non piace.

-E' un amico- dico sottolineando l'ultima parola -e Davide lo vedo domani, comunque.

Non mi piace l'atmosfera che si è creata tra me e lei, quindi decido di cambiare argomento, raccontandole della libreria. Mi animo nel raccontarle la scoperta di quel luogo e lei sembra rasserenarsi di nuovo.

Il pomeriggio lo passo a guardare Kat fare shopping e a fare commenti sciocchi su ciò che indossa. I vestiti non mi interessano, ma lei sembra davvero andarne matta, quindi..

Passando di fronte a una vetrina, però rimango sbalordita nel vedere un abito nero su un manichino. Nulla di particolare, un semplice abitino nero, pochi fronzoli. Kat mi sprona per entrare a provarlo, e io accetto. Lo provo ed è perfetto.

'Accidenti se sei cambiata' esclama la mia vocina, e non posso che darle ragione.

Esco da quel negozio con un nuovo vestito e persa in una nuova consapevolezza di me stessa. Venezia mi sta cambiando più di quanto previsto, in modi che non immaginavo nemmeno. Kat e Davide mi hanno cambiata. E anche Andrea, a modo suo, mi sta facendo aprire gli occhi su me stessa e sugli altri.

Io e Kat mangiamo a casa, la TV di sottofondo e le nostre chiacchere in primo piano. Parliamo anche del mio appuntamento di stasera, anche se è chiaro come la luce del sole che disapprova questa uscita. Come quella sera in cui siamo andate con Davide mi aiuta con il trucco e mi pettina i capelli, lisciandomeli all'inverosimile. Quando alle 9, Andrea suona al campanello sono pronta: il vestito nero mi fascia alla perfezione, il trucco e i capelli sono il giusto tocco al mio look.

'Oddio, stai parlando come Kathrine!' strilla la mia vocina, ma non le dò retta.

Prendo la borsa e scappo, ignorando lo sguardo di rimprovero della mia coinquilina.

Non appena chiudo la porta vedo Andrea, appoggiato a una colonnina, stretto nel suo giubbotto in jeans, il ciuffo sollevato, come al solito, a sfidare la gravità e il suo piercing nero che spicca sul viso pallido per il freddo.

-Val- dice allegramente, raccogliendo qualcosa da terra. E' una custodia.

-Suoni stasera?- chiedo colpita.

-Sì-risponde, grattandosi la testa un pò imbarazzato -spero non ti dispiaccia-

-No per niente! Mi chiedevo quando ti avrei sentito suonare, invece..-

-Beh, andiamo allora-

Il locale dove suona stasera Andrea è un piccolo e buio, ma ricolmo di gente. Il fumo di centinaia di sigarette mi assale non appena entro, facendomi tossire. C'è caldo e le luci sono poche e danno al locale un'aura rossastra. Andrea mi fa strada verso un tavolino appartato, da quale finalmente riesco a vedere il piccolo palco da cui si esibrià.

-Tu aspettami qui, io vado a prepararmi. Dopo l'esibizione torno qui, quindi non scappare-

-Certo- rispondo sorridente.



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