Eight.

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Dopo un'ora, due paste alle vongole squisite e il dolce, ci alziamo e paghiamo.

Durante la cena abbiamo parlato un pò di noi, di quello che ci piace. Siamo in sintonia, e ormai sono contenta di aver scelto lei come coinquilina. E' allegra, simpatica e fa di tutto per eliminare anche quel briciolo di timidezza che mi porto sempre dietro.

Alle 21 siamo davanti al nostro appartamento e, proprio in quel momento Davide esce dalla porta di casa sua.

Non appena si gira vede Kat, strabuzza gli occhi e poi porta il suo sguardo su di me. Sbatte le palpebre diverse volte prima di rendersi conto di chi sono e di aprirsi in un sorriso d'angelo.

-V-Valentina?-

-Si, ma Val è meglio- dico con un sorriso timido, mentre le mie guance si colorano.

-Ok, Val- ripete -wow! Siete uno schianto! Venite, la barca è laggiù-

Lasciamo andare avanti Davide, mentre io e Kathrine ci avviamo dietro di lui, a qualche passo di distanza. Quando siamo vicine, Kat mi tira una leggera gomitata sul fianco e sussurra

-Però, il ragazzo è carino!-

-A-ah si? Di-dici?-

-Oh si! E sappi che lo so che ti piace! Mi ha svelato il tuo segreto oggi, ricordi? Balbetti quando sei nervosa..- e la discussione cade perchè siamo arrivati alla barca. In realtà è un motoscafo in legno, sembra bellissimo, ma il buio non mi permette di analizzarlo a fondo.

-Prego signorine!- esclama Davide porgendo la mano a Kat, che in questo momento si trova davanti a me. Dobbiamo scendere un paio di scalini e salire in barca. Una cosa all'apparenza molto semplice, se non si conta la mia proverbiale goffaggine. Tremo un pò all'idea di dover salire su quella piattaforma instabile, in bilico su quello specchio d'acqua scuro, che sembra non avere fondo.

Ma Kathrine è salita e si è accomodata all'interno, sul piccolo sedile a U presente nel piccolo motoscafo. E ora tocca a me.

Davide mi porge la mano, con il suo sorriso sicuro e tranquillo e io lascio cadere la mia mano nella sua. Lui la stringe delicatamente e questo contatto mi fa partire piccoli brividi di piacere lungo la schiena. Scendo gli scalini e con molta cautela appoggio il primo piede dentro la barca che, a dispetto di quello che mi aspettavo, non si muove più di tanto. Butto fuori l'aria che non mi ero resa conto di trattenere e infilo anche l'altro piede nel motoscafo. A questo punto mi accorgo che sto quasi stritolando la mano a Davide e gliela lascio imbarazzata.

-S-scu-sa, non vol-volevo stringere t-tanto...-

-Tranquilla- mi dice con calma e con il sorriso di prima sulle labbra perfette. -Non ti sentivo neanche, non ti preoccupare-

Mi accomodo sul sedile e guardo curiosa Davide che entra agilmente nel motoscafo e si mette alla guida. E' affascinante vedere come si muove sicuro in quell'ambiente e ho finalmente la possibiltà di guardarlo con attenzione. La luce è scarsa, ma riesco comunque a gustarmi la sua immagine per intero. Ha le spalle larghe, le braccia toniche, i capelli corti che creano un'onda scompigliata in maniera discretamente casuale. Osservo ogni dettaglio del suo corpo scolpito. Indossa una maglia nera e dei jeans, e non potrebbe stare meglio di così. All'improvviso il motore si accende e io comincio a guardarmi in giro. Lui si gira e ci scocca l'ennesimo sorriso, prima di urlarci sopra il rombo del motore

-Si parte! Reggetevi!-



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