Thirty-three.

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Annuisco, un piccolo sorriso piega gli angoli della mia bocca.

Rabbrividisco quando sento le sue mani lasciare le mie braccia.

-Quando iniziano i corsi?-

'I corsi! Oddio, Val quando iniziano?' strilla la mia vocina, mentre cerco di recuperare la lucidità che Davide mi ha strappato via.

-Ehm..M-martedì- riesco a dire, finalmente.

-A che ora inizi?-

-Aspetta..fammi controllare l'agenda. Ancora non ho imparato l'orario.- Apro la mia borsa e scavo un pò finchè non trovo la mia piccola agendina, dove qualche giorno fa mi sono trascritta tutti gli orari delle lezioni. Cerco la pagina giusta: noto che mertedì, mercoledì e giovedì inizio alle 8:30, mentre il venerdì alle 9:30 e lo dico a Davide. Lui annuisce con aria soddisfatta.

-Potrei accompagnarti, se ti va. Sei nella sede di Malcanton-Marcorà giusto?-

-Sì-

-Io passo davanti a quella sede per andare a lavoro. Se ti va possiamo fare la strada insieme, quelle mattine in cui inizi alle 8:30 così..-

-Va benissimo!- lo interrompo con enfasi, e aggiungendo con più calma -Mi farebbe piacere..-

La luce comincia a scarseggiare e le luci dei lampioni nascondono bene l'imbarazzo.

-Passo per le 8:10, va bene?- e il suo meraviglioso sorriso mi intontisce di nuovo, aggrovigliandomi le parole sulla lingua. Ancora non posso credere che quelle sculture abbiamo baciato la mia fronte. Ma allo stesso momento vorrei che non si fossero limitate a baciarmi la fronte, avrei preferito che scendessero più giù, a contatto con le mie..

-Ehi Val? Va bene per le 8:10?- mi domanda di nuovo, e alla fine riesco a rispondere facendo sì con la testa.

-Bene- un'altro sorriso, un'altro battito che manca al mio cuore.

-Grazie per oggi- dico, mentre abbasso lo sguardo sulle mie mani che si stanno ancora torturando tra di loro per il mio nervosismo.

-Grazie a te. A martedì- conclude,e si china per darmi un'altro bacio. Questa volta la sua pelle scontra la mia guancia. La mia pelle sprofonda morbida sotto il suo attacco, mentre io rimango quasi incastrata in quella posizione, desiderando di più ma non osando chiederlo. Dopo qualche istante, mi rendo conto che le sue labbra non mi stanno più toccando, e un venticello umido e fresco mi accarezza, facendomi rabbrividire.

In fretta mi volto, le mie gambe di muovono a scatti e quando ho raggiunto la porta, cercando di infilare la chiave nella toppa, noto che le mie mani tremano un pò. Il sonaglio che ho attaccato come portachiavi tradisce il mio tremito e sparge il suo rumore etereo nel vento. Quando finalmente riesco ad aprire la porta mi volto, e noto che Davide è esattamente dove l'ho lasciato.

-Buonanotte- gli dico, alzando la mano a mò di saluto.

-Buonanotte, Val-.

La sua voce da sfumature sempre diverse al mio nome, e ogni volta che lo pronuncia sembra un qualcosa di diverso, malleabile, mutevole. Un minuto prima è dolce come la marmellata, un minuto dopo è lussuria al cioccolato. Un'attimo prima è speziato al cardamomo, l'attimo dopo ha un sapore di cannella, sapone e vento.



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