Fifty-eight.

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-Ciao- dice a denti stretti.

-Ciao- rispondo io

-Come...come va?- domanda svogliato.

-B-bene, grazie-

-Era un pò che non balbettavi in mia presenza- osserva sarcastico. Io però non rido, mi sento punta nell'animo da questa battuta.

-Già. Vabbè, c-ci vediamo- dico voltandomi per andare via. Volevo parlare e risolvere con lui, ma a quanto pare non sembra essere la stessa cosa per lui.

Le sua mano mi afferra il polso e non mi permette di allontanarmi. Mi aspetto che lui aggiunga qualcosa ma non lo fa. Resta in silenzio, cercando parole che non arrivano.

-Non sei più venuto in università-

-Non ti sfugge nulla-

-E ti sei licenziato-

-Quei posti mi ricordavano troppo te- confessa con semplicità. Dovrei esserci abituata. Lui ha sempre fatto così: le cose importanti te le dice piano, sottovoce, tranquillamente, e tu devi fare i conti con il colpo che ti danno le emozioni quando arrivano.

Arrosisco e abbasso gli occhi, e subito noto un piccolo delicato, bianco fiocco che cade e si appoggia sulle pietre della calle. Alzo subito il viso in cerca di altri piccoli miracoli di ghiaccio e sono accontentata da una piccola pioggia di fiocchi di neve che si scioglie appena tocca una qualsiasi superficie.

-Val..mi sei mancata. Dico sul serio. Mi è mancata la tua risata, mi sono mancate le tue guance rosse, il modo che avevi di pretendere la mia attenzione. Ma..-

E' un inizio. Non immaginavo tutto questo quando questa mattina sono uscita di casa. Poter parlare finalmente con Andrea è un bellissimo regalo, ma ora non trovo le parole giuste, come quella sera, dentro quel bagno. Stavolta però, non voglio scappare.

-Ma?- chiedo curiosa.

-Ma ho sbagliato-

-Cosa?-

-Tutto-

-Tutto?-

-Sì-

-Anche io?- domando, ferita -Anche io sono un errore?-

-No. Quello che ho fatto quella sera..quello è stato l'errore. Non doveva succedere... -

-Sì. E allora?- i suoi occhi mi scrutano stupito.

-Cosa vuol dire e allora?-

-Non doveva succedere. Lo abbiamo capito entrambi. Ma vuoi per forza tagliarmi fuori dalla tua vita per uno stupido errore?-

-Quindi..uno stupido errore?-

-Andrea, non voglio dire che..-

Lo vedo animarsi. Devo averlo fatto arrabbiare, ho smosso un mare tenuto calmo dentro di lui e ora lo vedo agitarsi, quel mare, ed entrare nel turbine di una tempesta.

-Val lascia perdere. Stai con lui, nessun problema. Tranquilla lo stupido errore se ne va- dice voltandosi per tornare da dove era arrivato. Mi sto giocando forse l'ultima opportunità di dirgli come la penso e di riportarlo nella mia vita.

-Per favore Andrea, lasciami spiegare..-

-Cosa? Che per te non è significato niente? Quello l'ho già capito- dice, avviandosi di nuovo.

Allungo il braccio, prendendo il suo polso e, a differenza di quanto pensavo, Andrea si ferma.

-Andrea..mi sei mancato. Non voglio vederti andare via ancora e perderti di nuovo-

Ora le vedo chiaramente le poche parole in cui può essere definito Andrea.

Passionalità, dolcezza e fragilità.


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