Fifty-seven.

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Andrea non è venuto in università nemmeno oggi. Come non si è fatto vedere nell'ultimo mese. In libreria non c'è, Eddy mi ha detto che si è licenziato. Al telefono non risponde. Non so dove cercarlo. Ormai mi sono anche un pò arresa. Forse non avrò mai la possibilità di chiarire anche con lui. Con Davide va tutto bene, anche se oggi è un pò agitato perchè conoscerà i miei.

Stesera andremo a cena con loro, ci sarà anche Kat con Stefan.

Mi crogiolo nella sensazione bellissima di rivedere i miei genitori, mentre cammino verso un baretto un pò distante dall'università che ho scoperto per caso. Non li vedo da quando ho iniziato l'università ovvero circa due mesi fa. Tra una decina di giorni sarà Natale, e i genitori di Davide mi hanno invitato a pranzo da loro, quindi a Natale non vedrò i miei genitori e stasera recuperiamo.

Spingo la porta del bar e mi ritrovo avvolta dal caldo del locale. Fuori nuvoloni grigi nascondono il sole da un paio di giorni, un venticello gelido percorre gli spazi tra le case e io incrocio le dita perchè nevichi. Adoro la neve, e credo che Venezia innevata sarebbe uno spettacolo meraviglioso.

Mi siedo a un tavolino che dà sulla vetrina, la strada su cui si trova questo bar è molto trafficata e mi piace vedere tutta la gente che passa, immaginarmi le loro vite, domandarmi cosa stanno facendo o dove vanno. Una bimba con un cappotto verde saltella felice con un'orsacchiotto in braccio e appena nota che la sto guardando si ferma e mi saluta.

Io la saluto a mia volta, sorridendo di rimando a quel viso grazioso. Un'uomo con un cappotto grigio e il cappuccio calato sul viso la chiama, facendola voltare. Il mio sguardo segue quel brioso cappottino verde correre dall'uomo, che la accoglie allargando le braccia e sollevandola. La bimba, per fargli un dispetto gli abbassa il cappuccio.

I capelli biondi arruffati, il piercing, la linea decisa delle labbra le riconosco da lontano.

Senza perdere d'occhio il cappottino verde esco dal bar e mi fiondo verso Andrea che ora fa volteggiare la bimba in aria.

Mentre mi avvicino osservo la scena: la bimba ride serena e lancia gridolini quando le mani di Andrea la lanciano in aria. Lui le dice qualcosa, ma non sono abbastanza vicina per capire cosa. Faccio ancora qualche passo nella loro direzione. Sono a meno di dieci metri da loro.

Sono agitata. Sento le mani tremare nelle tasche, e sono certa che non è a causa del freddo.

Ora che gli sono così vicina mi rendo conto di quanto mi è mancato.

-Andrea- dico ad alta voce.

Da questa distanza riesco a distinguere un'altro piercing sopra il labbro. Ha tagliato i capelli. Ed è felice. Almeno lo sembra, fino a quando non sente pronunciare il suo nome e mi vede.

La sua espressione cambia: aggrotta la fronte e fa sparire il sorriso spensierato, mette giù la bimba e la prende per mano, mentre si avvicina a me. La bimba sta dietro ad Andrea a fatica, i suoi passi lunghi la fanno praticamente correre, ma lui sembra non accorgersene e continua a camminare verso di me. Quando è a qualche passo da me una voce urla -Andrea!- dietro di lui e si ferma. E' una ragazza bionda, poco più bassa di Andrea con un sorriso ampio disegnato sul viso. E' davvero carina e si sta avvicinando a noi.

-Andrea! Dove stai andando?- domanda quando è vicinissima ad Andrea.

-C'è..una persona che conosco- dice, lasciando la bambina alla ragazza. La tenerezza con cui guarda la ragazza e la dolcezza con cui le dà un bacio sulla guancia mi spiazza. Una sensazione sconosciuta cresce nella mia pancia, un'improvviso senso di gelosia mi fa digrignare i denti.


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