-Davide è sempre stato un bimbo abbastanza socievole. Non ha mai avuto grossi problemi quando era bambino. Attorno agli undici anni, però, le cose sono cominciate a cambiare senza motivo apparente. Lo abbiamo scoperto solo dopo il motivo di questo cambiamento. Alle medie si è chiuso sempre di più in un mondo tutto suo, senza lasciar entrare nessuno. L'unica persona che sembrava riuscire a scavalcare quel muro era Rebecca. Con lei sembrava ritornare il bimbo tranquillo che era prima di quel periodo. Ma appena Rebecca se ne andava, Davide si allontanava dalla realtà, parlava da solo, passava tutto il suo tempo tra libri e musica. Un giorno litigarono. E da quel momento diventò scontroso con i suoi compagni, tanto che faceva a pugni un giorno sì e uno no. Tornava a casa da scuola ogni giorno con un livido nuovo, finchè l'estate in cui ha compiuto tredici anni, ci siamo trasferiti. Avevamo pensato che lasciarsi tutto dietro fosse positivo, che lo avrebbe aiutato e così fu. Si calmò, ritornò ad essere un tranquillo ragazzino e si fece degli amici.
-E in quel periodo ci raccontò il perchè del suo cambiamento. Un'uomo lo aveva violentato. Non ci disse chi era, ma ci disse che non lo aveva più rivisto, dopo. Vi lascio immaginare il dolore che provocò a me e a suo padre venire a sapere cosa era successo. Ci sentiamo tutt'ora in colpa per non aver fatto nulla, per non aver capito cosa stava passando Davide. Alla fine del liceo, quando decise di tornare a vivere a Venezia, io e suo padre non eravamo d'accordo, ma lui ci assicurò che stava bene e che sarebbe stato bene anche qui.Così si trasferì e ritrovò Rebecca, chiarirono tutto e si misero assieme. Circa un'anno fa, per qualche tempo, non sentii più Davide e mi misi in contatto con Rebecca. Lei mi disse che avevano litigato e che non stavano più assieme, che lei aveva fatto una cosa che non doveva, di cui si era pentita e che lui l'aveva trattata male. Che per un soffio non l'aveva picchiata. Ma anche che era in pensiero per lui. Io le consigliai di cercarlo e di provare a risolvere e lei mi assicurò che ci avrebbe provato. Ma lui non si fece più sentire nè con lei nè con noi. Poi sei arrivata tu, Valentina- dice afferrandomi la mano -E Davide è tornato il mio ragazzo. Lo hai risvegliato-
Io abbasso lo sguardo, non riesco a sostenere quella devozione che traspare dai suoi occhi.
-Ascolti, Davide ha dei problemi... Che andrebbero gestiti seriamente, da persone competenti-
-Lo so, ma ho sempre sperato..-
-Signora, sperare non serve a nulla. Suo figlio avrebbe potuto farle del male molto più seriamente. Ha dei problemi a gestire la rabbia e questo può farlo diventare pericoloso, non solo per gli altri ma anche per sè stesso- esclama all'improvviso Andrea.
Anita abbassa lo sguardo ferita e penso stia analizzando ogni parola detta da Andrea.
-Hai ragione, ragazzo. Non ti ho nemmeno chiesto come ti chiami-
-Andrea, signora-
-Bene, Andrea. Ti do ragione, dobbiamo agire. Devo trovarlo e riportarlo a Mestre, dove potrà riprendere una vita tranquilla e dove potremo tenerlo sott'occhio- dice sconsolata la madre di Davide, facendo intendere che quell'attenzione sarebbe stata approfondita anche da persone competenti.
Quello che ha detto so che è la cosa più giusta da fare, ma non riesco a smettere di pensare a tutti i bei momenti che ho passato con suo figlio, a quanto era dolce e premuroso, a quante cose mi ha raccontato di lui e che mi ha dato di sè stesso, senza che io sospettassi nulla della sua emotività instabile. Torno con il pensiero a quella giornata dove mi aveva fatto scoprire i suoi posti preferiti, la sua libreria, la pasticceria. I baci, le carezze, gli abbracci desiderati, le parole sussurrate. Tutto suggerisce al mio cuore una tristezza che viene dal profondo. Di quelle che fai fatica a lasciarti dietro.
Andrea e Anita stanno ancora parlando e ora si rivolgono a me. Ma io non ho sentito nulla di quello che stavano dicendo.
-C-cosa?-
-Anita andrà a cercare Davide, e io la aiuterò. Tu vai da Stefan, così sarai al sicuro-. Il tono di voce di Andrea è dolce ma fermo. Non ammette repliche.
-Voglio aiutarvi, verrò con te Andrea, così non sarò sola-
-Non se ne parla, se ci vede insieme potrebbe dare in escandescenze e stavolta non ci sarebbe Stefan a dividerci-
-Ma non posso semplicemente nascondermi e aspettare che voi facciate tutto- dico indicando con un gesto sia lui che Anita.
-Sì che puoi-
-No Andrea, e lo sai-
Lui emette un sonoro sospiro di frustrazione, perchè ormai ha capito che non mi rintanerei sotto il tetto di Stefan senza fare nulla. Non mi darei pace se succedesse qualcosa.
-Allora, Val, tu mi porterai nei posti dove andavate di solito. Se lei conosce qualche posto che può stargli particolarmente a cuore, dove potrebbe essersi diretto..- dice Andrea, rivolgendosi prima a me e poi alla signora che ha davanti, che ormai pende dalle sua labbra.
-Certo- risponde decisa -Vi terrò informati- e si alza, dirigendosi fuori dalla stazione.
Dopo aver pagato anche io e Andrea iniziamo la ricerca dirigendosi innanzitutto verso il primo posto in cui Davide mi ha portato, il giorno del nostro primo appuntamento.

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Venezia
RomansValentina inizia una nuova avventura a Venezia, dove decide di frequentare l'università. E' una ragazza timida e insicura, ma l'arrivo di Kathrine, la sua coinquilina, le stravolge il mondo, capovolgendo la sua vita. Magari per la nostra protagonist...