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SPAZIO AUTRICE
Ho scritto questo capitolo ascoltando questo pezzo. Ascoltatelo mentre leggete, esprime alla perfezione l'atmosfera che volevo creare! :)
****Dalla chitarra di Andrea cominciano ad uscire note conosciute. Comincia a cantare e riconosco definitivamente 'Crosses' di Josè Gonzàles.
I miei occhi tornano a cercare i suoi, per capire perchè abbia scelto quel brano, se sa che è uno dei miei preferiti.
E lì, ci sono di nuovo i suoi occhi verde-azzurri che mi fanno affogare nelle mia curiosità, nella voglia di sapere come mai sta succedendo tutto questo, ma soprattutto se sono io che mi sto immaginando tutto.
Il telefono che vibra mi porta alla realtà. Sul display appare , lampeggiando, il nome 'Kat': è un messaggio.
'Hey Val, dove sei?'
'Kat! Sono in un locale, e Andrea sta suonando.. è fenomenale!' la immagino leggere quell'ultima parola e sbuffare dall'altro capo del telefono.
'Ok..dove siete?', la sua curiosità non mi preoccupa, lei è così, deve sapere tutto e sempre.
'Un bar..si chiama Velvet credo'
'Ok, beh divertiti! A dopo, e mi raccomando, stai attenta! ;*'
'Certo, stai tranquilla :)', ma le ultime parole le dico più a me stessa che a lei.
La musica cessa, vedo Andrea togliersi di dosso la chitarra e rimetterla nella custodia, con l'attenzione che si riserva a una reliquia.
Il pubblico comincia a spostarsi dal palco e a dirigersi verso il bar, in attesa che un'altro cantante si esibisca la musica è quella di un CD, il ritmo è martellante.
Il mio the è rimasto intatto, non ne ho bevuto nemmeno un sorso.
Ora Andrea sta scendendo dal palco, la custodia ben chiusa che penzola nella sua mano.
Man mano che si avvicina, il mio cuore accelera la sua corsa. Non credo di essere pronta a parlare di quello che credo sia successo.
Quando si ferma davanti a me il suo sguardo è imbarazzato. Non l'ho mai visto così.
Lo guardo, con lo stesso imbarazzo. Non ho parole, nemmeno pensieri. Il vuoto.
-Cosa ne pensi?- domanda, guardandosi in giro, senza fermare i suoi occhi su nulla in particolare. In realtà credo stia facendo di tutto per non guardare me.
-Sei..bravissimo- butto fuori, e non è una bugia. Quello che sono riuscita a sentire tra un ragionamento e l'altro era davvero bellissimo.
-Tutto qui?- colgo una punta di delusione nel tono in cui pronuncia quella frase.
Raccolgo tutto il mio coraggio e fisso gli occhi nei suoi. Il mio marrone dorato cerca di catturare il suo verde azzurro, ma ci riesce a fatica: l'imbarazzo che c'e tra noi ha quasi la meglio.
-Cosa..cosa vuol dire?- lasciando volontariamente il soggetto della frase in sospeso, tanto sa di cosa sto parlando. O almeno credo.
Finalmente mi guarda, senza cercare vie d'uscita.
-Non lo so- ammette, con semplicità, abbassando la testa.
-Devo..devo andare in bagno-dico alzandomi. Ho bisogno di allontanarmi da lì, da quell'incertezza, vorrei tornare a questa notte dove tutto era chiaro, univoco, semplice.
Trovo la porta che porta ai bagni delle ragazze e la spingo. Il bagno è vuoto, la luce è più intensa e devo sbattere le palpebre diverse volte per abituarmi al bagliore artificiale dei neon. Appoggio le mani al lavandino e prendo un grosso respiro, mi bagno un pò i polsi, mi spruzzo un pò di acqua in faccia. Nulla. Non riesco a calmarmi.
La porta si apre sbattendo, la faccia di Andrea è lì, sconvolta.
Con la stessa velocità con cui ha aperto la porta si avvicina a me, prendendomi per le spalle.
Con il piede chiude la porta, ma non mi stacca gli occhi di dosso.
Mi spinge verso il muro.
E la sua bocca è sulla mia.
Non c'è respiro, parola, lamento.
Le mie mani tra i suoi capelli.
Lo desideravo davvero così tanto, questo bacio?
Le sue mani sollevano la gonna del mio vestito, stringendo le mie gambe e sollevandomi.

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Venezia
RomantiekValentina inizia una nuova avventura a Venezia, dove decide di frequentare l'università. E' una ragazza timida e insicura, ma l'arrivo di Kathrine, la sua coinquilina, le stravolge il mondo, capovolgendo la sua vita. Magari per la nostra protagonist...