-Non lo so- ripeto a mia volta, libera ora dal peso della confessione.
Freddo. Il suo sguardo è freddo. Come l'aria di dicembre.
-Sei come lei- sentenzia. E quel freddo entra dentro di me, mi ghiaccia le vene, mi congela, blocca i miei muscoli. Non respiro più, non mi muovo più, i miei occhi sono fissi su di lui.
-No- non serve che mi spieghi chi è 'lei'. L'ho capito da me. Ma io non sono così.
-Non è significato nulla quel bacio- grido, stufa di sentirmi in colpa, stufa di sentirmi così inadeguata.
Il sorriso che mi rivolge ora è amaro. La sua insicurezza di uomo tradito deve essere ritornata non appena ha visto Andrea fuori da quel locale.
Ma voglio che capisca che ho fatto una scelta quando ho spinto la mia mano verso di lui, quando ho deciso si seguire lui piuttosto che rimanere con Andrea.
-Sono venuta con te, questo non ti basta? Ti ho detto del bacio perchè volevo che lo sapessi da me, non volevo che ci fossero dei segreti. Ed è così che mi ripaghi? Io non sono come lei- alzo la mia voce di più. Questo mio tono sembra stupirlo.
-Me ne vado- dico stringendomi nella coperta, e nessuno mi ferma.
Mi rimetto il vestito, recupero il giubbotto e la borsetta. Capito davanti ad uno specchio e rimango scioccata dall'immagine che vedo riflessa. I miei occhi sembrano ancora più grandi dietro agli occhiali, sono lucidi e gonfi per le lacrime. Il trucco messo così sapientemente da Kat ora è quasi completamente sciolto sulle mie guance, lasciando piccoli rivoli neri che partono dagli occhi e mi fanno sembrare una strega cattiva delle fiabe.
Con un gesto stizzito spazzo via con il dorso della mano la lacrima che stava cominciando il suo lento percorso sulla mia guancia e lascio in quello specchio quel riflesso, il riflesso di una persona che non voglio essere mai più. Uscendo dalla stanza riposiziono gli occhiali e mi dipingo sul volto un'espressione risoluta ed indifferente, che per nulla mi rappresenta. Davide è appoggiato allo stipite di una porta, la sua attenzione è tutta per il tappeto.
'Sei meno importante di un'elemento di arredo a quanto pare' sussurra malefica la mia vocina interiore.
Sono in salotto.
Faccio passi brevi, sperando che mi fermi.
Sono a meno di un metro dalla porta ora.
Niente.
La mia mano si alza e si appoggia alla maniglia.
Nulla.
La afferro e la abbasso.
-Aspetta- dice. La mia mano cade inerme sul fianco.
-Non lasciarmi- dice improvvisamente e in fretta si avvicina.
Mi volta velocemente e mi abbraccia, spingendomi sul suo petto come a volermi far entrare dentro di lui. Con delicatezza mi solleva per la vita, facendo salire il mio viso al livello del suo. Io mi aggrappo al suo collo stringendolo forte.
-Non ti lascio- dico ripetendo le stesse parole di ieri.
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Venezia
RomansValentina inizia una nuova avventura a Venezia, dove decide di frequentare l'università. E' una ragazza timida e insicura, ma l'arrivo di Kathrine, la sua coinquilina, le stravolge il mondo, capovolgendo la sua vita. Magari per la nostra protagonist...