'Che cosa vuole? Chi si crede di essere?'
Cerco di levarmi dalla testa la sensazione sgradevole che mi ha lasciato questa breve chiaccherata ed entro nell'aula dove si terrà la prossima lezione. Quasi tutti i posti sono già occupati, benchè manchino più di un venti minuti all'inizio del corso. Mi siedo in fondo all'aula, vicino ad un posto vuoto
'Almeno starò comoda' penso. I posti sono tutti l'uno attaccato all'altro, e il fatto di trovare un posto libero vicino a sè è una sorta di rarità. Tiro fuori il quaderno, l'astuccio e appoggio tutto sul banco davanti a me. Per ingannare l'attesa, scelgo di leggere Jane ancora per un pò.
-E il signor Rochester era sempre brutto ai miei occhi?- sospira alle mie spalle una voce roca, maschile. Il ragazzo biondo di prima.
-No; la gratitudine, e molti sentimenti analoghi, tutti piacevoli e caldi, facevano del suo viso l'oggetto che più amavo vedere; la sua presenza, in una stanza, illuminava più del fuoco più ardente- completo io, finendo la frase.
-E' libero?- chiede, ma senza aspettare la mia risposta si accomoda. In risposta, alzo gli occhi al cielo. Odio le persone arroganti.
-Ma prego, siediti- rispondo sarcastica
-Grazie, gentile- e comincia a tirare fuori dallo zainetto striminzito che si ritrova una penna e un blocco per gli appunti.
Tento di ignorarlo, cominciando a scrivermi il nome del corso sulla prima pagina del quaderno, prendendo l'agenda e sfogliando le pagine, scrivendomi le cose da fare per il giorno dopo. Ma la sensazione che mi fissi basta per farmi girare ogni secondo verso di lui. All'inizio sembra non accorgersene, ma dopo un pò, non appena mi giro, vedo sbocciare sulle sue labbra un ghigno malefico e compiaciuto. E l'idea che questo qui mi prenda in giro mi fa andare su tutte le furie.
-Mi trovi divertente?- sbotto, cercando di controllare il tono di voce. Lui si gira, quasi sorpreso dalla mia reazione e alla fine si esprime.
-Sinceramente? Sì- e con un'altro sorrisino si volta, riposizionando il blocco degli appunti sul banco e lasciandomi intravedere quello che sta facendo. Scrive. Sembrano versi.
-Come mai le frasi di Jane Eyre?-
-E' un'ottimo romanzo. L'ho letto molte volte-
-Non sembri tipo da Charlotte Bronte-
-Perchè? Che tipo sarei?-. Sembra incuriosito. Mi aspetto che si arrabbi, cosa che effettivamente mi avrebbe anche segretamente fatto parecchio piacere, ma in realtà sembra solo curioso di sapere perchè una sconosciuta gli dice che non sembra un tipo che legge un romanzo di Charlotte Bronte. Lo guardo attentamente. I capelli biondi arruffati, un giubbotto in pelle nera e jeans scoloriti strappati sul ginocchio.
-Non lo so. George Orwell?-
-Letto. Non è il mio genere. Vince Charlotte su tutti i fronti- replica sicuro, dopo di che la sua attenzione torna sul blocco degli appunti e il professore entra in classe.
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Venezia
RomanceValentina inizia una nuova avventura a Venezia, dove decide di frequentare l'università. E' una ragazza timida e insicura, ma l'arrivo di Kathrine, la sua coinquilina, le stravolge il mondo, capovolgendo la sua vita. Magari per la nostra protagonist...