Capitolo 2

8.3K 537 17
                                    

Sopra due dei luoghi rappresentati in questo capitolo, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, quindi se volete lasciate pure un commento. ^^

Le lezioni passarono in fretta, l'aula della nostra classe si trovava al secondo piano dell'edificio ed io mi ritenevo fortunata ad aver conquistato l'ultima sedia accanto alla finestra che da su uno dei grandi giardini della scuola, con prati ricchi di fiori bianchi e numerosi alberi che si alternavano tra grandi querce a incantevoli ciliegi, decisi di esplorare i giardini non appena le lezioni fossero finite e subito dopo aver trovato la mia stanza nei dormitori, la mia valigia era già stata sistemata lí da una gentile signora, che suppongo sia una "domestica" in questa scuola. La Hollowbridge è sempre stata famosa quanto misteriosa. Quando l'ultima campanella suonò fui più che felice nel realizzare che il numero di stanza che mi era stato assegnato era l'1B, stessa stanza delle mie nuove amiche: Marta e Selene che mi guidarono allegramente. I corridoi della scuola incutono timore, la carta da parati è vecchissima e sembra venir giù a pezzi, per non parlare dell'assenza di finestre. Dopo aver svoltato qualche angolo e sceso un po' di scale ci ritrovammo in un altro lunghissimo corridoio illuminato da pochissime torce attaccate alle mura. -Non preoccuparti- dice Marta rivolgendomi uno sguardo dolce - La nostra camera non è orrenda quanto questi corridoi.- Arrivammo finalmente davanti ad una porta in legno in cui erano incise le iniziali "1B" e tutte e tre ci guardammo sorridenti. Una volta aperta la porta rimasi senza parole. Tre grandi letti a baldacchino erano posizionati di fronte a noi, uno nell'angolo destro, uno nella parte centrale e un altro ancora nell'angolo sinistro della stanza, su quest'ultimo riconobbi la mia valigia, e fui felice di notare che accanto al mio letto vi era una grande finestra che si affacciava sul cortile, ed essendo al piano terra avrebbe reso le mie escursioni ancora più facili del previsto. Mi guardai ancora intorno e notai la porta che dava in un semplice e piccolo bagno e tre grandi armadi alternati da scrivanie occupavano le altre pareti. Gli oggetti di Marta e Selene erano un po' ovunque e davano alla camera un aspetto più caloroso e vissuto che mi mise subito a mio agio. -Se non vi dispiace- dissi -penserò a disfare la mia valigia più tardi, ora vorrei tanto passeggiare nei giardini, dove posso trovare un'uscita?- entrambe si guardarono perplesse e alla fine fu Selene a rispondermi -C'è una porta in fondo al corridio a destra, ma puoi usare tranquillamente quella..- indicò la finestra che io stessa avevo già pensato di usare. -Perfetto, a dopo allora!- dico impaziente di uscire fuori, sperando però di non perdermi.
Una volta fuori mi guardo intorno e decido di affidarmi al mio istinto dirigendomi verso il suono di quello che sembra essere un piccolo ruscello. Mi inoltro sempre di più nella fitta vegetazione, inciampo molte volte tra radici e rami ma con mio sollievo non impiego molto a ritrovarmi dinanzi ad un piccolo ruscello, così decido di sedermi sotto un albero e godermi questi istanti di pace e tranquillità assoluta. A volte mi soffermavo molto a pensare alla profezia che ormai tutti conosciamo, e nonostante nessuno ci creda, nonostante tutti diano per perduta la nostra terra, a me piace pensare che qualcosa di buono accadrà. Se non era la profezia ad occupare i miei pensieri, allora lo era mia madre, che non ho mai conosciuto ma che a detta di tutti era una donna fantastica, morta tragicamente mentre mi metteva al mondo. Sospirai a quel pensiero e aprii gli occhi, notando che uno dei fiori accanto a me era appassito. Ero stata io? Non sarebbe stata certo la prima volta che la mia tristezza incidesse così tanto sulla vita intorno a me, tanto da togliere la stessa, ed ogni volta il dolore che provo è immenso. Mi sento sotto shock e mi alzo di scatto quando vedo un altro fiorellino appassirsi sotto i miei occhi. Inorridita mi volto ed inzio a correre via, verso la mia stanza. Fortuna volle che dopo qualche passo inciampai tra le radici di uno dei tanti alberi che al contatto con la mia pelle iniziò a perdere ogni foglia fino a rimanere perfettamente spoglio. Ormai le lacrime non smettevano di rigarmi il volto, inorridito da quello che era successo in pochi minuti. -Calmati- sento sussurrare una voce accanto alle mie orecchie, e voltandomi riconobbi subito gli occhi rossi di Joshua. -Sei stata tu a fare questo?- mi chiede indicando l'albero, e solo ora notai che dietro di esso l'intera vegetazione che segnava il mio percorso era morta. Non risposi, incredula, scoppiai in un forte pianto. -Coraggio, ti porto via da qui.- mi mise sulle sue spalle e per tutto il percorso verso gli alloggi non proferì parola, limitandosi ad ascoltare i miei numerosi singhiozzi. Una volta raggiunti pochi metri di distanza dalla mia finestra si fermò facendomi scendere. -Non voglio che quelle due mi vedano. Troppo pettegole per i miei gusti. E tu non ti fare strane idee, non ho fatto un favore a te, ma a quella povera foresta.- le sue parole rudi erano in netto contrasto con il tono dolce della sua voce, ed io mi sforzai di accennare un sorriso e ringraziarlo. -Quello che hai visto oggi.. Ti prego di non raccontarlo a nessuno.- dico infine, lui mi annuisce e si allontana senza neanche salutare. Così ritorno in camera, fuori il sole sta ormai tramontando e le mie compagne sembrano non essere nei dintorni, così ne approfitto per darmi una veloce rinfrescata sotto la doccia, cercando di dimenticare gli avvenimenti precedenti. Dopo alcuni minuti sotto la doccia, non più una "veloce" rinfrescata, sentii la porta della camera principale aprirsi e le voci di Marta e Selene riecheggiare nell'aria, accompagnate dalle risate di altri ragazzi. Subito rimasi sorpresa nel capire che si trattasse di Joshua e Peter. E ora cosa faccio? In bagno con me avevo portato solo biancheria intima, pantaloncini corti e cannottiera che fungevano da pigiama. Sperai che nel frattempo che mi asciugai corpo e capelli i due fossero ormai andati via, ma con mia grande delusione non fu così. Legai i miei capelli in una lunga treccia laterale, e poi con tutto il coraggio di cui ero munita uscii dal bagno, attirando subito l'attenzione dei quattro. -Heyla Morgana! Com'è andato il tuo primo giorno?- domanda entusiasta Peter, il che mi rende meno a disagio, tutti e quattro erano seduti a gambe incrociate sul letto centrale, così io imitai la loro posizione ma sul mio letto, poco distante da loro. -Tutto bene, grazie.- Mi limitai a rispondere, cercando di evitare lo sguardo di Joshua che sentivo pensante su di me. -Sei stata fuori per molto tempo oggi, ci hai fatto preoccupaziore.- afferma Marta sorridendomi. Questa situazione non mi piaceva, non avevo voglia di chiacchierare serenamente quando in realtà volevo solo stare un po' sola a riflettere sull'accaduto. -Non ci hai ancora detto, tu cosa sei?- a parlare questa volta era Selene, e nonostante la loro fosse solo curiosità, notai una punta di malignità negli sguardi. Ignorai entrambe le ragazze e indossando la giacca felpata nera, a tinta con il mio pigiama che avevo posato sul letto, mi avviai verso la porta -Scusatemi ma non ho voglia di parlare, penso che farò un salto in biblioteca- dissi -Sai almeno dov'è?- chiese Joshua e per la prima volta incontrai il suo sguardo -no- ammisi, in realtà mi bastava solo allontanarmi da lì. -Ti accompagno io, tra l'altro non dovresti girovagare in pigiama- disse alzandosi con un sorriso alquanto divertito che mi fece arrossire -Voi rimanete pure qui.- disse lui e stranamente nessuno fiatò. Una volta usciti Joshua si posizionò di fronte a me indicandomi il cammino -Perché usi i tuoi poteri su di loro?- chiesi allora riferendomi al fatto che non aveva chiesto agli altri di non seguirci, bensì sembravano obbligati a non farlo. -Pensavo volessi stare un po' da sola, quei tipi non fanno altro che parlare. Non dovresti vergognarti di essere una strega nera.- Queste ultime parole mi fecero sussultare e per poco non inciampai nei miei stessi passi. -Non è così facile. Quello che è successo oggi io non lo volevo. Io non voglio togliere vita.- sussurrai appena e infatti non fui sicura che lui avesse ascoltato le mie parole. -Neanche a me piace nutrirmi di sangue, eppure devo sopravvivere in qualche modo. Il dolore che hai dentro colpisce ciò che ti circonda perché altrimenti ucciderebbe te stessa. Prova a dimenticare ciò che ti rattrista se non vuoi finire con l'ucciderci tutti.- Quest'ultima frase mi fece sorridere, continuammo in silenzio e raggiungemmo la biblioteca non molto dopo. Essa era immensa e a due piani, ricca di posti a sedere e tavolini a disposizione degli studenti e illuminata da grandi candelabri che le davano un tocco gotico. Incominciai a ispezionare ogni scaffale, notando che più si andava avanti, più la rilegatura dei libri si faceva vecchia e polverosa, fino a raggiungere il fondo della sala in cui i titoli si leggevano a mala pena, ed erano scritte in una lingua antica, molto probabilmente fatato. Un leggero rumore alle mie spalle mi ricordò di non essere sola, e vidi Joshua sedersi su una delle sedie alle mie spalle, poggiando entrambe le braccia sul tavolo dinanzi a lui, con le mani incrociate che gli reggevano il volto, mentre fissava il soffitto. Era un tipo davvero strano, ci eravamo conosciuti soltanto questa mattina eppure si era comportato in modo molto gentile con me, cosa che di certo non mi sarei mai aspettata da un demone, tra l'altro ancora non so come abbia fatto a trovarmi nella finestra. -Ti spiacerebbe smettere di fissarmi? Mi metti in imbarazzo- dice con tono tranquillo -Non credo proprio che un tipo come te sia capace di imbarazzarsi- affermai io, occupando la sedia di fronte a lui, con il libro che stavo esaminando tra le mani. Joshua aveva uno sguardo particolare, sembrava tanto vicino quanto distante. -Perché mi hai aiutata oggi?- chiedo allora, lui porta il suo sguardo su di me, prendendomi alla sprovvista e facendomi arrossire, lo vedo sbuffare prima di iniziare a parlare -Non farti strane idee, te l'ho già detto. Non ho aiutato te. Ma se tanto lo vuoi sapere, mi è stato chiesto di tenerti sott'occhio.- termina allora rivolgendomi un sorriso beffardo, mentre torna a guardar altrove. Sorpresa dalla sua risposta, non posso far altro che continuare a tempestarlo di domande.
-Chi te lo ha chiesto?-
-Mio nonno.-
-Tuo nonno? E perché mai?-
-È il preside attuale di questa scuola. Mr. J.Hollowbridge.-
Non capisco se mi stia prendendo in giro o no, per quale motivo il preside vorrebbe tenermi sott'occhio? Joshua non sembra essere contento delle mie mille domande, ma non posso far altro che continuare il mio interrogatorio.
-Tu saresti il nipote di Mr. Hollowbridge? Io pensavo che la vostra fosse una dinastia di Stregoni Bianchi, non demoni. E perché tuo nonno vorrebbe tenermi a bada?-
Tornò a posare il suo sguardo su di me, ma questa volta esso ha un'aria tutt'altro che pacata.
-Sono stato adottato e non ho idea del perché me lo abbia chiesto. Hai finito ora?- -Sì- risposi in fretta per non farlo spazientire di più.
Tornai con il mio sguardo sul libro che stringevo ancora tra le mani, decidendo di aprirlo e tentare di capire di cosa potesse parlare. L'inchiostro ormai era sbiadito ma per fortuna non era del tutto illeggibile. Poche parole seppi tradurre, tra cui: talismano, pozione, morte. Dalle illustrazioni che occupavano una pagina sì ed una no dedussi che il libro in questione parlasse della famosa profezia.

Arriverà il momento in cui Talia appassirà, ogni fiore morirà e la magia scomparirà. Il pianto disperato di una madre eccheggerà in tutta la nazione, facendo rabbrividire anche il più grande omone. Dall'ultima delle sue lacrime l'ultimo dei nostri fiori nascerà.

In una terra molto lontana un'ombra solitaria si farà strada verso il fiore, e solo se essi si troveranno, solo se il loro amore verrà coronato con il più dolce e nobile dei gesti, solo allora tutti i fiori torneranno a sbocciare e la magia tornerà su Talia, evitando la sua scomparsa.

La canticchiai nella mie mente nello stesso ritmo in cui molte volte la avevo udita intonare da cantastorie, in varie locande della nazione. Allora mi venne subito in mente un'altra domanda.. -Se sei stato adottato, da dove provieni realmente tu? Da quale regione di Talia?- quella domanda lo fece spazientire tanto che si alzo di scatto guardandomi davvero male, tanto da incutermi timore. -Non sono affari che ti riguardano, di certo un luogo di cui non avrai mai sentito parlare. Ora sono stanco, metti quel libro a posto e torniamo dagli altri.- ubbidì al comando e tornammo in camera senza proferir parola. Per fortuna i ragazzi andarono via subito dopo il nostro ritorno e nessuna delle ragazze mi chiese nulla, lasciandomi spronfondare in un sonno profondo.


Hollowbridge CollegeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora