Capitolo 47

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Misaki POV

Sentii bussare alla mia porta presto, quando diedi un'occhiata alla sveglia mi accorsi che erano solo le sei di mattina, zio Pete doveva aver già preparato la colazione...

Poi ricordai ciò che era successo, non era un sogno!

<<Misaki, sei sveglia?>> la voce di mia madre mi svegliò dolcemente e dopo poco la porta si aprì, la vidi entrare raggiante con ancora il suo pigiama addosso ed i capelli scompigliati da sonno.

<<Posso?>> chiese indicando il letto ed io annuii, si stese accanto a me, le sue guance erano completamente rosse, doveva sentirsi davvero in imbarazzo.

<<Io e tuo padre non abbiamo mai smesso di cercarti>> disse puntando i suoi occhi verdi su di me.

<<Avrai tante domande che troveranno risposte con il tempo Misa, tu sei nata qui e questa è la tua terra, una terra di magia. Io e tuo padre vorremmo insegnarti l'arte della magia, ti andrebbe?>> chiese emozionata, doveva essere qualcosa di importante per loro quindi decisi di accettare la proposta, forse in quel modo saremmo anche riusciti ad unirci come famiglia.

<<Perfetto, anche Josh, Dan e Pete parteciperrano alle lezioni>> guardò la sveglia sbuffando per poi continuare <<inizieremo alle 7,30 quindi vieni giù in cortile per quell'ora, ok?>> chiese andando già via, doveva essere parecchio impegnata.

<<D'accordo, ma non credo di ricordare bene la strada>> risposi e lei mi sorrise <<manderò tuo fratello a prenderti>> disse prima di lasciare di già la stanza.

Cercai di recuperare almeno altri cinque minuti di sonno ma inutilmente quindi lasciai il letto per iniziare a prepararmi.

Per tutto il tempo mi chiesi che cosa avessimo potuto imparare, come fosse diverso questo posto rispetto al nostro, chissà se gli zii ci sarebbero stati!

Quando fui pronta mancavano ancora 35 minuti all'orario concordato quindi mi diressi nel balcone, la brezza mattutina mi rinfrescò il viso e la vista di alcuni uccelli di color fucsia mi fece sussultare, pensai di aver visto male per un attimo.

<<Buongiorno>> sentii dire d'un tratto, mi voltai vedendo Dan poggiato alla ringhiera del suo balcone mentre osservava il parco con aria assonnata, indossava una tuta nera.

<<Buongiorno>> risposi accennando un sorriso che comunque lui non avrebbe potuto vedere.

<<Farai lezione con noi oggi?>> chiese stranamente tranquillo, non lo capivo davvero!

<<Sì, sarà così>> risposi perplessa, dovetti ammettere che non era del tutto un brutto ragazzo.

<<Perché mi fissi?>> chiese allora puntando i suoi due occhi su di me, il loro colore era innaturale... come il mio d'altronde.

<<Come mai i tuoi occhi sono arancioni?>> chiesi avvicinandomi al lato del balcone che quasi comunicava con il suo.

<<Non lo so, la mia razza non è stata ancora identificata>> la sua voce rivelò un velo di tristezza che non pensavo potesse appartenergli.

<<Cosa vuol dire?>> chiesi accigliata, non sapevo ancora nulla su quel posto e sugli abitanti del luogo.

<<Lascia stare, forse un giorno mi andrà di parlarne>> rispose seccato giocherellando con i lacci del pantalone della sua tuta.

<<Dan, ti potrebbe sembrare strano ma io... ho l'impressione di averti già visto>> risposi pensando al ragazzo che dominava i miei incubi.

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