Atto sessantasettesimo

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~Mark Ansey~

Il giorno dopo, e quello dopo ancora decisi di non andare a scuola.
Dovevo dimenticarmi di Lucy. O almeno dovevo cercare di dormire o mangiare, come poteva una ragazza farmi stare tanto male?

***

"Senti Mark! Se vuoi sapere come sta la chiami e ci parli ok?"
"Max smettila! Non fare il coglione e dimmi come sta Lucy!" Dissi arrabbiato contro il telefono.
"Sta bene."
"La mano?"
"È ancora fasciata ma non so come sta esattamente."
"Ok... e... con Alex."
Max esitò a rispondere. "Si sono baciati." Disse.
"Cosa?!!" Ero scattato in piedi e stavo già uscendo di casa, quando Max dall'altra cornetta cominciò a ridere.
"Cosa ti ridi!" Gridai.
"Stavo scherzando!! Dovevo esserci per vederti. Chissà come eri diventato."
"Piantala." Dissi secco.
"Adesso devo andare, tu dovresti tornare a scuola. Stai facendo troppe assenze. Ciao."
Riagganciai e presi un grande sospiro. Sai quanto mi interessava della scuola...

Girai per la casa come uno zombie, pensavo che non vedendola fossi stato meglio, ma non ci riuscivo.
Chiedevo sempre di lei e sentivo di doverla vedere.
Uscii di casa ed arrivai a scuola.

Appena uscirono tutti i ragazzi vidi Lucy parlare con Lucas.
Che palle, c'era sempre qualcuno in mezzo!! Almeno però non stava con Alex.
Lucy poi era bellissima. Indossava dei pantaloncini corti azzurri ed una camicia bianca lunga.

Jessica mi passò davanti fissandomi, forse voleva che la chiamassi, ma non mi importava. Andai da Lucy e mi fermai appena le fui davanti.
Lucy rimase paralizzata come se stesse vedendo un fantasma. Lucas in silenzio andò via, aveva capito finalmente.

"Come stai?" Le chiesi.
"B-bene." Mi rispose balbettando. Aveva davvero ancora la mano fasciata.
"Perché non sei più venuto?" Chiese.
"Ero... impegnato." So che era una bugia ma non potevo dirle che mi nascondevo da lei per cercare di dimenticarla, pensando così di stare meglio.
Ma Lucy sembrò quasi capire tutto, come se mi avesse letto nel pensiero ed andò via.
"No, aspetta."
Lucy si fermò.
"Vuoi... vuoi andare al mare?"
"Come?"
Io tossii. "Dai, che ci costa?"
"Ok..." Disse.
Quasi non potevo crederci. Accompagnai Lucy a casa per farle posare lo zaino a casa, poi presi la mia macchina e partimmo.
Durante il viaggio Lucy rimase in un silenzio snervante.

"Com'è andata scuola?" Chiesi per rompere il silenzio.
"Bene." Rispose secca.
Appena si riuscì a vedere il mare davanti a noi Lucy abbassò il vetro del suo finestrino.
Aveva gli occhi che le brillavano.
Parcheggiai subito e andammo in spiaggia.

"Ti piace?" Le dissi.
Lei annuì.
"Scusa." Dissi. Era uno 'scusa' un po per tutto, per essermi allontanato, per non averla aiutata adesso che si era fatta male e... Per tutte le volte che l'avevo fatta soffrire.
Lei si levò le scarpe e andò a bagnarsi i piedi al mare. Io la seguii.
"Non mi perdoni?" Le chiesi.
Lucy alzò le spalle.
Dovevo farmi perdonare!
La abbracciai ed appoggiai il mio mento sulla sua fronte, tenevo le mie mani sui suoi fianchi.
È cosi morbida, pensai.
Sentii Lucy inalare il mio profumo sul collo e questo mi fece sorridere.
"Mi perdoni?"
Lei non rispose. Allora la guardai dritta negli occhi.
"Mi perdoni?" Chiesi per l'ennesi volta.

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