Atto trentottesimo

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~Mark Ansey~

Non potevo credere di averla afferrata per la gola, mi guardai le mani come per cercare in loro qualcosa di cattivo, di diverso da me. Come potevo trattare cosi la persona che più amavo al mondo? Forse questo era il mio piu grande difetto, per essere cresciuto praticamente da solo ormai ci avevo fatto l'abitudine a vivere in solitudine, ma Lucy? Lucy che c'entrava?
Ero in camera mia a pensare. A pensarla. Erano ormai le 8 di sera ed io non riuscivo a prendere sonno. Avevo addosso solo i pantaloni del mio pigiama, d'un tratto qualcuno suonò alla porta.

"Laura? Che succede?" Dissi metrendomi una maglietta.
"È qui Lucy?"
"No." Risposi triste, magari stesse qui. Poi però mi pervase un velo di terrore. "Perché?! Dov'è?" Chiesi.
"Non lo so, pensavo fosse qui ma no. Non risponde al telefono, non so cosa stai succedendo a mia figlia!" Disse lei con gli occhi spaventati, io presi il giacchetto e corsi fuori. Sapevo da chi andare.

"Liz, sono Mark. Dove abita Lucas?" Chiesi parlandole al telefono.
"A 3 isolati da Lucy civico 34 mi pare, perché?" Io riagganciai ed andai da lui.

"Lucas aprì questa porta!" Gridai.
"Che cosa vuoi Mark!! Vuoi menarmi anche qui?!"
"Sta zitto, dove sta Lucy?" Dissi.
"Perché? Dov'è?" Mi chiese. Neanche lui sapeva niente.
"Non la troviamo." Confessai.
"Cosa?! Questo è per colpa tua!! Sei uno stupido! Se non fosse per te lei non starebbe così."
"Senti 1 abbassa la voce 2 invece di accusarmi aiutami a cercarla idiota!" Avevo i muscoli tirati, la testa che mi pulzava e le gambe che non mi reggevano più. Lucas aveva ragione, Lucy non c'entrava niente con le mie pazzie ed i miei problemi. Se le fosse successo qualcosa sarei morto.

"Andiamo a scuola -Disse Lucas- forse sarà li, non abbiamo molto posti in cui cercare."
Andammo a scuola, scavalcammo i cancelli e la ispezionammo da cima a fondo.
"Non è neanche qui." Disse Lucas, io mi buttai per terra, dove cazzo era?! Mi alzai e corsi fuori scuola a cercarla. Dovevo trovarla.

Solo dopo ci pensai. Il parco! Il castello!
Corsi verso la casetta abbandonata immezzo al parco e la vidi, era sdraiata per terra che tremava. Forse stava sognado o semplicemente sentiva freddo.
Cercai di svegliarla e sentii la sua pelle fredda, al che mi levai la giacca e la coprii.

"Lucy, Lucy svegliati." Le dissi dolcemente.
Lei aprì gli occhi e batteva i denti dal freddo.
"Vieni qui." Le dissi abbracciandola.
Presi il mio telefono e chiamai casa di Lucy così da avvisare Laura.
"Dove sta mia figlia?!"
"È qui vicino a me, la porto a casa al più presto." Dissi.
Lucy non faceva che tremare, le presi il suo telefono e cercai di accenderlo, ma niente.
"La batteria è andata." Dissi. "Riesci a camminare?"
Lucy cercò di alzarsi. Era così pallida, come al suo solito non avrà mangiato. La presi in braccio e la portai a casa.
Per la strade non c'era nessuno, quando bussai alla porta di Laura lei prese sua figlia in braccio.

"Piccola mia dove sei stata? Sei gelida." Disse.
Io andai in cucina a preparare del the caldo, e lo portai a Laura, che teneva in braccio sua figlia.

"Forse dovrei andare." Dissi.
"No." Lucy cerco di fermarmi.
"Rimani, se vuole lei." Disse Laura. Io mi misi seduto su di una poltrona.
Laura baciava la testa di Lucy.
"Mamma, sta bene. Posso parlare con Mark?"
"No, piccola io sto con te."
"Ti prometto che ti chiamo appena mi sento male."
Laura dopo un po decise di andare in camera sua lasciandoci soli.

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