Atto sesto

15.7K 631 8
                                    

~Lucy Dayn~

"Lucy? Svegliati." Stavo aprendo gli occhi piano piano. Vidi davanti a me una figura così familiare.
Mark era lì. Tutto quello che era successo non era frutto della mia immaginazione!

"Che ore sono?" Chiesi.
"Sono le 11.30."
"Oddio devo sbrigarmi!" Mi levai la coperta, ma solo dopo mi ricordai di avere addosso solo l'intimo e la mia maglietta. Appena mi scoprii sentii la mia testa in fiamme.
"Che vergogna!" Dissi ricoprendomi subito. Mark cominciò a ridere ed uscì dalla stanza. Vedendo quel suo sorriso quasi mi dimenticai di tutto.

"Mi devo sbrigare!!" Dissi ad alta voce e mi preparai. Appena finii di prepararmi andammo insieme in ospedale. Mamma era già lì.
"Tra un po' possiamo vederla." Disse e a quelle parole sentii le orecchie fischiarmi.

"Siete la famiglia Dayn? Potete entrare." Disse un medico. Entrai da sola nella stanza di mia sorella. La vidi, era così piccola. Aveva le testa rasata, una cicatrice sulla nuca e gli occhi chiusi. Mi scese una lacrima dagli occhi e presi la mano di mia sorella.

"Sai, non lo avrei mai detto, ma c'è una persona che devi vedere. È un ragazzo così dolce. Ti piacerebbe conoscerlo-Non avevo più fiato, cercavo di parlare a mia sorella come se nulla fosse, come fanno tutti d'altronde.- Lui è qui fuori. Ha letto la nostra lista." Presi un respiro. Volevo solo che riuscisse a sentirmi, che si potesse svegliare!
"Ti avevo detto che non ti avrei lasciata e non lo faccio! Te lo prometto. Ti amo sorellina." Un fiume di lacrime di usciva dagli occhi. Avrei fatto qualunque cosa per lei. Adesso che era finalmente guarita del suo tumore al cervello, adesso che i medici l'avevano operata. Lei non si svegliava.
"Perché?" Chiesi ad altra voce.

"Lucy, forse è meglio che tu vada." Disse mamma entrando in sala. Io la guardai ma riuscii a vedere solo la sua ombra. Gli occhi mi pulsavano come se non riuscissero a far uscire tutta la tristezza che sentivo. Mi alzai in piedi e tornai in sala d'attesa.
Mark era seduto su una sedia. Io mi misi vicino a lui.

Quando lui mi guardo aveva qualcosa di strano negli occhi.
"Come sta?" Mi chiese.
"Non si sveglia." Dissi con le guance bagnate. Ma dai miei occhi non uscivano più lacrime, fissavo il muro, impassibile, non riuscivo più a fare niente. Mark andò via ma non mi importava.

"Tieni." Disse tornando da me e porgendomi un po' di thè caldo. Io lo presi.
"Grazie, io-io mi rendo conto di essere stata cattiva con te. Il fatto è che... Io non... -presi un respiro- io non riesco a parlarne."
"Non c'è bisogno che tu ne parli. Non voglio sapere. Però adesso calmati."

Incrociai gli occhi di Mark, come riusciva a dire sempre quello che volevo sentirmi dire. Come faceva a farmi stare sempre un po' meglio? Quando ero a casa sua non pensavo a nient'altro se non a me stessa, come era possibile? Sentii qualcosa al petto, i suoi bellissimi occhi neri erano come incisi sulla mia pelle. Indelebili.

Poi Mark si fece cupo, prese fiato e disse: "Lucy io devo..."

Lasciati Conoscere Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora