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Nuovo profilo: miikles
La nuova storia la trovate lì!

L'odioso rumore della sveglia, inizia a sentirsi alle sette precise della mattina.

Un giorno quella sveglia farà una brutta fine, davvero.

Mi sveglio e realizzo che sono passati già tre giorni dall'inizio della scuola...eppure il tempo è sembrato volare.

Mi alzo e ancora mezza stordita, vado a fare colazione in cucina.

Una volta finita, vado in bagno e inizio a prepararmi per la giornata scolastica che mi aspetta.

Finisco di preparami, prendo lo zaino e gli auricolari e mi incammino a scuola.

Appena arrivo, vedo Beatrice che mi aspetta mentre parla con Federico e Leonardo.

«Ehi!» saluto i miei amici.

«Buongiorno!» sorride Leonardo.

Continuiamo a parlare tranquillamente, quando vedo Saul avvicinarsi a Bea, più che a noi.

Prende Bea dai fianchi e la bacia, davanti a noi, davanti a me.

Federico mi stringe a sé, sa che sto male ogni volta che li vedo così vicini.

Saul lancia un'occhiataccia di disprezzo nei nostri confronti e ritorna a parlare con Beatrice, ignorandomi.

«Ciao Saul..» lo saluto. Lui fa un sorriso talmente finto che a malapena sembra un sorriso.

È da giorni che provo a parlare con lui, ma ogni volta lui mi evita, mi scansa. Ho provato a parlarci di persona, ma mi evita. Ho provato a scrivergli, ma non risponde. Cosa sta succedendo? Cosa gli ho fatto di così malvagio da essere evitata?

Siamo migliori amici da quattro anni e all'improvviso mi evita?

La campanella annuncia l'inizio delle lezioni e tutti entriamo in classe.

Il professore di filosofia sta spiegando e la classe sta per addormentarsi definitivamente.

«Ho fame!» si lamenta il mio compagno di banco, Federico.

«Tu hai SEMPRE fame!» rispondo ridendo.

Entrambi ridiamo, seguiti da Beatrice e Leonardo. Saul, invece, inizia a scarabocchiare nervosamente sul suo quaderno.

«Tutto ok, Saul?» chiede dolcemente Beatrice al suo ragazzo.

Saul non risponde subito, sta cercando di mantenere la calma, lo so. Lo conosco bene.
Quando è nervoso e non lo vuole far capire, prima di rispondere ad una qualsiasi domanda, si ferma un'attimo e respira per mantenere la calma.

Saul annuisce e tutti ritorniamo a seguire la lezione.

Dopo ore e ore passate su quella scomodissima sedia della scuola, l'ultima campanella della giornata suona e tutti noi come siamo entrati da quel cancello, usciamo.

Stavo uscendo tranquillamente insieme a Federico, seguita da tutti gli altri, quando il biondino passa avanti a me, dandomi una spallata.

«Scusate ragazzi, devo andare!» ci comunica Saul.

«Ma come? È da un sacco di tempo che tutti noi facciamo la stessa strada per ritornare a casa!» dice tristemente Leonardo.

«Oggi no..» risponde Saul freddo, rivolgendomi un ennesima occhiataccia. Abbasso lo sguardo, lui da un bacio a stampo alla sua ragazza e se ne va.

Ennesima occhiataccia da parte sua. Perché?
Se ho fatto qualcosa di male, che me lo dica in faccia, senza "riferimenti casuali." Voglio delle spiegazioni.

«Ragazzi, scusate..devo andare anche io.» saluto i miei amici e inizio a correre nella stessa direzione di Saul.

Per fortuna Saul non è andato troppo veloce, così, in pochi minuti di "corsa" (se così si può chiamare), lo raggiungo.

«Saul!» urlo, ancora.

Questa volta si gira e mi guarda.

«Cosa vuoi?» chiede

«Delle spiegazioni.»

«Non ho niente da dirti..»

Davvero? È sei serio? Questa situazione mi sta facendo innervosire.

«Bene. Vuol dire che parlerò io per entrambi. Non ho la più pallida idea di cosa ti sia successo, visto che io non ti ho fatto nulla. Non ti aspettare delle scuse da parte mia, perché non te ne devo, visto che non ho fatto nulla per essere odiata così tanto dal mio migliore amico. Non vuoi dirmi cos'hai? Perfetto. Ma evita le occhiatacce, gli sguardi disgustati o arrabbiati nei miei confronti. Non vuoi più avere niente a che fare con me? Perfetto. È stato bello. Ciao Saul.»

Mi giro e faccio per andarmene, ma lui mi ferma.

«No, aspetta...»

«Allora schiarisciti le idee Saul, perché a quanto pare non sai neanche tu cosa vuoi o cosa stai facendo. Quando avrai capito cosa cazzo ti sta succedendo, chiamami...forse ci sarò.»

Forse sono stata un po' troppo dura con lui, ma questa situazione mi ha fatto imbestialire.

Lo amo, non è più SOLO il mio migliore amico, ma se mi dimentico di lui è meglio, molto meglio.

Il mio sbaglio più grande. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora