39.

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Apro gli occhi lentamente, cercando di svegliarmi.

Mi ci vuole un po' a realizzare dove mi trovo e cosa ci faccio qui. Ma dopo alcuni istanti, realizzo di essere a casa di Beatrice, buttata sul suo divano con affianco Federico che dorme.

Afferro il cellulare dal tavolino dove lo avevo lasciato e la luminosità troppo alta mi acceca gli occhi, portandomi ad abbassarla.

6:35.

È appena mattina, tutti dormono e il silenzio regna divino in tutta la casa. Fuori non si sente alcun rumore, nessun tipo di suono. Silenzio.  E io questo silenzio voglio godermelo.

Infilo la mia giacca, ed esco dalla porta, lasciando tutto in casa. Voglio godermi l'alba in tranquillità, senza squillo di telefono o altro.

Appena esco di casa, il vento fresco di prima mattina mi accoglie facendo volare i miei capelli.

Quando mi sporgo leggermente verso il giardino, realizzo di non essere l'unica a cui piace l'alba.

Saul è seduto per terra, con la schiena appoggiata al muro della casa e fissa il panorama davanti ai suoi occhi.

Sul mio viso appare un ebete sorriso vedendolo immerso nei suoi pensieri. Sorriso che sparisce quando mi ricordo della discussione avvenuta la sera prima.

Ho impresso nella mia mente il suo sguardo arrabbiato e deluso e rabbrividisco al ricordo del suo respiro così vicino al mio collo.

Voglio parlare con lui, voglio chiarire. Non sopporto l'idea di vederlo così distante da me, come se già non facesse soffrire il fatto di vederlo felice accanto a colei che è la mia migliore amica.

Mi avvicino a lui lentamente, mentre il suo sguardo è puntato altrove.

Mi siedo affianco a lui, con la schiena poggiata al muro e la testa all'indietro.

Lui ha notato la mia presenza, ma non mi rivolge neanche un singolo sguardo e non si permette di aprire bocca. Così vicini eppure così lontani.

Sospiro profondamente, cercando le parole giuste da dire per spiegargli questa maledetta situazione ed inizio a parlare, fissando altrove.

«Non ti ho detto nulla della partenza e di Luca perché avevo paura. Quando ieri ho visto il tuo sguardo così arrabbiato e deluso, ho capito che non avrei mai avuto il coraggio di parlartene. Ho capito che non avrei sopportato il vederti così davanti ai miei occhi. E so che sarebbe stato peggio se fossi venuto a conoscenza della mia partenza quando io ero già su un treno per Milano. Qualunque cosa io avrei scelto, sarebbe stata sbagliata. È brutto cercare di non deludere una persona e poi finire con il farlo.»

Nonostante le mie parole, Saul continua a non rivolgermi una parola e continua a fare come se io non ci fossi.

Non posso biasimarlo, lo avrei fatto anche io se avessi scoperto che la mia migliore amica mi ha tenuto nascosto una cosa così importante.

«Non rispondere, non guardami, fai finta che io non esista, ma ascoltami. Non te ne ho parlato perché non avevo la forza di guardarti negli occhi e dirti "sto andando via". Ho fatto di tutto pur di non deluderti, pur di non farti soffrire ma ci sono riuscita lo stesso. E tu neanche immagini quanto io mi odi per tutto questo. E so che non mi crederai mai, ma io non volevo farti soffrire.»

Saul non si smuove neanche per un secondo, rimane impassibile difronte a quel piccolo spettacolo dai colori pastello, ignorandomi completamente.

Ho capito, non ha intenzione di perdonarmi.

Sospiro e mi alzo dal mio posto.

Ma la sua mano afferra la mia, impedendomi di compiere un altro passo e bloccandomi li, vicino a lui, con la sua mano incrociata con la mia.

Finalmente i suoi occhi si incastrano con i miei,  e potrei passare le ore in quella posizione. I suoi occhi con i miei, le sue mani con le mie.

«Non te ne andare. Godiamoci quest'alba insieme.»

Sorrido istintivamente a quelle dolci parola sussurrate, che dentro di me hanno fatto accelerare il mio cuore.

Mi risiedo al mio posto, affianco a lui, mentre ammiro con stupore quello spettacolo. Il cielo si sta tingendo piano piano, i colori iniziamo a farsi sempre più vivi, lasciando andare via la notte.

«È bellissima.»

Ammetto con tono sognante, mentre il mio sguardo non si smuove da ciò che sono le nuvole mattutine autunnali.

Saul si volta nella mia direzione, fissando i miei occhi scuri e sorridendo teneramente. Quando sorride capisco che gli spettacoli sono due. Sussurra lentamente una sola parola, continuando a guardarmi negli occhi.

«Bellissima.»

Il mio sbaglio più grande. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora