«..-ascoltando, Eleonora?» chiede Luca, risvegliandomi dai miei pensieri.
Seduta su un letto, a far finta di ascoltare i lunghi discorsi su avvenimenti del ragazzo al mio fianco, mentre guardo fuori dalla finestra e penso.
Ovviamente, mi perdo nei miei pensieri e il mio cervello si stacca, impedendomi di ascoltare Luca, che mi risveglia. Puntualmente, riesco a capire solo le ultime due o tre parole, che sono sempre le stesse "Mi stai ascoltando, Eleonora?"
«Sisi, scusa..» dico, voltandomi nella sua direzione. «Continua.» non una punta di emozione nella mia voce.
Lui riprende il discorso dal punto in cui si era interrotto e io mi perdo di nuovo nei miei pensieri, lasciando che le sue parole non creino altro che un fastidiosissimo sottofondo inutile e poco chiaro.
L'ultima cosa che voglio fare è ascoltare i suoi mille racconti di come ha passato gli ultimi giorni, o peggio, di quanto si sia trovato bene con la mia cerchia di amici. Sentirlo parlare di Beatrice, Federico e Leonardo non interessa poi così tanto, in fondo li conosco alla perfezione, ciò che mi sta dicendo Luca non sono altro che parole già sentite.
Stranamente, non accenna neanche per sbaglio Saul. E sinceramente, mi aspettavo un po' più di furbizia da parte sua. Non parlare della persona che il giorno prima ha insinuato qualcosa sul tuo conto è un chiaro segno di paura. Paura che qualcuno possa chiedere qualcosa. Se ne avesse parlato, forse avrei potuto iniziato a credere persino che la scusa del "ho sbagliato persona" fosse fondata, ma a quanto pare si sta tradendo da solo, senza rendersene conto.
«Conoscevi già Saul?» chiedo, interrompendo il suo inutile discorso.
«E questo cosa c'entra con il mio discorso?» mi guarda, è leggermente infastidito, quando quella arrabbiata dovrei essere io.
«Rispondi.» dico autoritaria, nessuna gentilezza o cortesia.
«No.» risponde neutro, secco.
Ma non mi guarda negli occhi.
Non lo ha mai fatto. Ha sempre avuto il coraggio di guardarmi negli occhi, anche quando litigavamo o eravamo a due passi dal mandarci a fanculo. Lo ha sempre fatto, ma non ora.
«Come no...» sussurro a me stessa, cercando di non far sentire anche a Luca, che per mia solita fortuna, sente tutto e mi guarda con un sopracciglio alzato.
«Lascia stare..» sussurro prima che possa aprire bocca.
«No, non lascio stare.» scatta lui all'improvviso. «Eleonora, mi vuoi dire cosa ti succede?» il viso rosso e gli occhi spalancati.
«Niente.»
«Niente? Davvero?» mi guarda con incredulità, gli occhi iniettati da ribrezzo, quasi. Balza in piedi di scatto.
«Non mi ascolti, ti perdi nei tuoi pensieri, mi fai domande inutili e quando ti rispondo non mi credi, sei praticamente assente e hai il coraggio di dirmi che non hai niente?» urla, mentre le parole finiscono chiare a colpire il mio petto.
Si siede di nuovo, portandosi le mani a massaggiarsi le tempie. Respira profondamente, chiudendo gli occhi.
«Eleonora, mi spieghi cosa succede?»
La mia testa non risponde ai miei comandi, la bocca si muove da sola, come se fosse stata chiusa per troppo tempo ed ora sente il bisogno di liberarsi. Le parole escono dalle mie labbra in modo chiaro e deciso.
«Perché non inizi tu?»
È andata.
L'inizio della fine.
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Il mio sbaglio più grande.
Fanfictionstoria scritta nel lontano 2015/2016, in un periodo in cui una me poco più che quindicenne decide di provare a pubblicare qualcosa (per il puro gusto di dire "ho scritto una storia!"), creando questo ammasso di capitoli senza filo logico e abbastanz...