Rispondere con la prima cosa che mi passa per la testa è sempre stato un mio problema.
Spesso ho parlato senza pensare alle conseguenze di ciò che dicevo, ritrovandomi in situazioni spiacevoli.
Ma, questa è la prima volta in cui sono rimasta zitta a pensare a quale fosse la risposta giusta da dare.
«A dimenticarti definitamente di lui» quelle parole risuonavano nella mia testa come se fosse un'eco, e improvvisamente, mi ritrovai a rivivere tutto ciò che avevo passato con lui.
A quando tutto era iniziato, a quando noi due eravamo due bambini alle prese con l'adolescenza.
A quando lui aveva i capelli corti e biondi, che cercava in tutti modi di sistemare, fallendo miseramente.
Ricordo ancora quando gli regalai uno dei miei elastici neri, da quel momento lo tenne sempre al polso.
Lo usava spesso, quando voleva legarsi i capelli in un codino piccolo.
Qualche volta mi chiese se potessi farglielo io. Adoravo accarezzare i suoi capelli morbidi, li trovavo spettacolari, non che ora le mie opinioni siano cambiate.
Ricordo anche di tutti i suoi "come stai?", "tutto bene?", quando mi vedeva pensierosa, distratta o triste.
Ricordo di tutti i viaggi in treno passati accanto a lui.
Sceglievamo sempre i due posti vicini, era una nostra tradizione. Era un piccolo gesto, davvero piccolo, eppure era bello saperlo accanto a me per quelle ore che passavo a fissare i suoi lineamenti mentre lui era troppo impegnato a fissare il cellulare.
Con o senza Beatrice o gli altri nostri amici, noi abbiamo sempre scelto i posti vicini. Non esisteva viaggio senza me e lui vicini.
Ricordo anche di tutti gli sguardi. In quegli sguardi mi ci perdevo completamente.
Amavo quando i nostri occhi si incontravano, per un attimo tutto smetteva di esistere. Esistevamo solo noi, con tutte le nostre imperfezioni e difetti. Noi, io e lui. Saul ed Eleonora.
Ricordo ancora delle nostre mani che si sfioravano.
Erano poche le volte in cui avevamo quel contatto così fragile e piccolo, ma nessuna frase sarebbe in grado di descrivere le emozioni che provavo quando sentivo la sua mano sulla mia, anche per sbaglio.
Ricordo ancora delle nostre conversazioni, dei nostri audio, delle serate passate a messaggi. Amavo leggere il suo nome sul display del mio cellulare. Per un attimo entrava nel mio telefono, nei miei pensieri, nel mio cuore, nella mia vita.
Ricordo di tutti i nostri abbracci. Di quando mi nascondevo nelle sue braccia, mi rifugiavo in quella stretta, respirando il suo profumo.
Ricordo delle nostre risate e dei nostri sorrisi.
Ricordo tutto di noi.
«Allora?»
La voce di Luca mi riporta alla realtà, per un attimo mi sono fermata a ricordare tutto, e un sorriso spontaneo è nato sul mio volto.
«Sei pronta a dimenticarti definitivamente di lui?»
Ma poi, il "noi" si spezzava, e ritornavamo ad essere semplici amici.
Poi lui si slegava il codino e toglieva l'elastico dal suo polso.
Poi smetteva di tempestarmi di domande perché doveva raggiungere la sua ragazza.
Poi il viaggio finiva, il treno si fermava e noi, vicini, non eravamo più. Lui era nelle braccia di colei che lo rendeva e lo rende felice.
Poi il suo sguardo si spostava da me, e si posava altrove. Lì, il mondo, ricominciava a vivere, e io con lui.
Poi lui toglieva la sua mano dalla mia, doveva stringere la mano di qualcun'altra.
Poi lui scioglieva l'abbraccio, perché quelle braccia erano già la casa di un'altra.
Poi lui smetteva di ridere con me, di sorridere.
Poi il "noi" si trasformava in due persone ben distinte e separate, che non erano destinate a nulla.
«Si.»
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Il mio sbaglio più grande.
Fanfictionstoria scritta nel lontano 2015/2016, in un periodo in cui una me poco più che quindicenne decide di provare a pubblicare qualcosa (per il puro gusto di dire "ho scritto una storia!"), creando questo ammasso di capitoli senza filo logico e abbastanz...