"È andato via".
Il cuore perde più di un battito nel leggere quella frase, quelle tre parole che mi hanno
fatto gelare il sangue.Dov'è? xx E.
Ti manca? xx F.
Federico, per favore, dimmi dov'è. xx E.
Ti spiego tutto domani pomeriggio, te lo prometto. xx F.
Blocco il cellulare e lo lascio cadere sul letto, mentre ritorno a fissare il soffitto bianco, con le dolci note della mie canzoni preferite che mi distraggono.
E così, piena di pensieri, mi addormento, cullata dalle note dei miei brani.
***
Mi sveglio lentamente, sbadigliando e stropicciando i miei occhi oramai abituati alla luce del sole.
Rimango un po' li, seduta sul mio letto, che tanto mi era mancato, a fissare un punto indefinito della stanza.
Quando afferro il mio cellulare, sussulto.
È mattina, le 10:30.
Mi sono addormentata con le cuffiette nelle orecchie, con i vestiti della partenza e piena di pensieri a cui far fronte.
Riprendere i ritmi di una volta sarà difficile.
Scendo dal letto e mi precipito in cucina, voglio almeno fare colazione.
Mia madre è seduta sul divano, a guardare un programma TV con il telefono in mano.
Appena si accorge di me, sorride e inizia a parlare.
«Buongiorno, eh. Credevo fossi morta..»
«Sono solo le 10:30.»
«È da ieri sera che non scendi, pensavo fossi morta in camera tua!» ride lei. «Comunque, vuoi fare colazione?»
Annuisco e mi dirigo in cucina.
Mia mamma mi segue e inizia ad apparecchiare un solo posto, mettendo davanti tazze, bicchieri e biscotti vari, mentre io scaldo il latte ai fornelli.
Dopo che ha raggiunto una temperatura calda, abbasso la fiamma e lo verso nella mia tazza.
Inizio a sorseggiare il latte, intingendo qualche biscotto e scrollando la home di Instagram.
Decido di scrivere un messaggio a Federico, oggi pomeriggio dobbiamo parlare.
Buongiorno, Fe! Come va? Comunque, pomeriggio dobbiamo vederci. A che ora? xx E.
Blocco il telefono e lascio la tazza nel lavandino, andando al piano di sopra per sciacquarmi il viso.
Bagno il volto con acqua fredda e successivamente spazzolo i miei denti con il dentifricio alla menta.
Tolgo i vestiti della sera precedente e vado in camera, per scegliere qualcosa di comodo da indossare.
Il pantalone grigio della tuta e la felpa nera andranno bene, sicuramente.
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Il mio sbaglio più grande.
Fanfictionstoria scritta nel lontano 2015/2016, in un periodo in cui una me poco più che quindicenne decide di provare a pubblicare qualcosa (per il puro gusto di dire "ho scritto una storia!"), creando questo ammasso di capitoli senza filo logico e abbastanz...