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2 settimane, 14 giorni e qualche ora.

È questo il tempo che è passato dall'ultima volta che io e Saul ci siamo rivolti la parola.
Tutto questo tempo senza dirci nulla, senza neanche guardarci un attimo negli occhi.

In questi giorni sono successe troppe cose, che come al solito, non sono riuscita a decifrare.

Ho finito la relazione da sola, firmandola anche a  nome di Saul. Abbiamo esposto la lezione che abbiamo imparato ognuno a casa propria, distanti e ci siamo aggiudicati un sette e mezzo.

Io e Beatrice, nel frattempo, abbiamo recuperato quel rapporto avevamo perso, per colpa di vari fattori. Lei non sa nulla di quello che stava per succedere tra me e Saul, dubito che il suo ragazzo le abbia confessato che si stava per baciare con la sua migliore amica.

Passando del tempo con lei, ho realizzato che mi sarebbe mancato troppo il rapporto tra noi due, se avessi deciso di dichiarare ciò che provo a Saul, rovinando i nostri rapporti.

Io e tutti gli altri abbiamo continuato a vederci le sere dopo la scuola, per divertirci un po'. Nonostante l'aria fosse abbastanza tesa, dovuto al fatto che io e Saul non parlavamo da giorni, abbiamo continuato a stare insieme che due persone civili, senza discutere e quindi rovinare le serate con i nostri amici.

Grazie a Dio esistono Leonardo e Federico, hanno salvato più di una serata. Mi facevano ridere, facendo battute squallide e facendo i cretini, rendendo la situazione più sciolta.

A scuola, invece, le cose andavano sempre peggio, nonostante il voto abbastanza buono nella relazione assegnata. Continuavo ad essere richiamata dai prof, che non saltavano occasione per mettermi in ridicolo davanti ai miei compagni, che puntualmente, ridevano di me, eccetto i miei amici.

Continuo a pensare che in quella classe se ne salvino giusto cinque o sei, il resto sono persone orrende, che non sopporto minimamente.

Anche in famiglia le cose non andavano benissimo. Mia madre e mio padre non facevano altro che rimproverarmi del fatto che non mi impegnassi a scuola e che pensassi troppo ad altro.

L'unica cosa positive di queste due settimane è stata Luca.

Con lui potevo sfogarmi, potevo raccontargli tutto, non avevo freni. Con il tempo siamo diventate sempre più uniti, sempre più vicini.

Ed è per questo che ogni pomeriggio, dopo la scuola, ci incontriamo al parco. Quelle poche volte in cui o io, o lui, eravamo troppo impegnati per poter uscire, ci scrivevamo diversi messaggi. Insomma, in qualche modo, io e lui dovevamo parlare.

E non parlavo solo io eh,  anche lui. Mi ha raccontato della sua storia in famiglia, di come abbia cambiato a scuola e del perché. Quel ragazzo non ha avuto una vita facile e vederlo sorridere nonostante tutto è davvero bellissimo.

Pensando a tutto questo, sono diventate le 23:48..

Prima di andare a dormire seriamente, prendo il cellulare e scrivo un messaggio.

"Buonanotte <3"

Poggio il telefono sul comodino e mi giro di spalle, chiudendo gli occhi.

Ma prima che io possa addormentarmi, il telefono mi segnala una notifica: un nuovo messaggio da "Luca <3"

"Buonanotte anche a te. <3"

Sorrido alla vista di quel messaggio che mi trasmettere tanta dolcezza e generosità e, tirando su le coperte fino al naso, mi addormento beatamente tra le coperte calde.

***

È mattina, la sveglia suona per la seconda volta di seguito e mi giro per spegnarla immediatamente e non sentire più quel rumore orrendo.

Dopo una decina di minuti passati a combattere la mia voglia di rimanere a letto per questa giornata, incoraggiata dalla dolcezza mia madre che urla di alzarmi altrimenti mi butta fuori dal letto, mi alzo svogliata e inizio a prepararmi.

Dopo aver finito di prepararmi, prendo una brioche al volo e filo via di casa, incamminandomi verso la scuola con le cuffiette nelle orecchie e gustandomi la merendina al cioccolato.

Arrivo in classe e salutando il professore, mi siedo al mio posto aprendo il libro di storia.

Le cinque ore passano lentamente e pesantemente. Tra letteratura, storia, matematica e filosofia non so come abbia fatto a non addormentarmi.

L'ultima campanella suona e tutti si preparano di corsa per uscire dalla scuola.

Mi incammino verso l'uscita anche io, accompagnata dai miei amici e Saul che ha la sguardo fisso verso la sua amata.

Davanti al cancello, mi ritrovo davanti Luca con un sorriso smagliante sul volto e appoggiato alla sua moto.

Dimenticandomi di salutare i miei compagni, mi incammino verso di lui con non pochi sguardi su di me.

«Ehi!» lo saluto stampandoli un dolce bacio sulla guancia destra. «Sbaglio o la moto la usavi solo per "occasioni importanti"?» lo sfotto per una sua constatazione: avrebbe usato la moto che i suoi gli regalarono tempo fa solo in occasione importanti.

In effetti, venire a scuola non sembra una di quelle occasioni, quindi mi chiedo che cosa ci faccia.

«Esatto, ed oggi è una di quelle.» dice con un sorriso furbo sul volto, allacciandosi il casco.

«Che vuoi dire?» chiedo curiosa, sperando in una risposta veloce.

«Lo scoprirai solo se rischierai di venire in moto con uno come me. Rischi?» chiede lui oramai in sella alla sua moto, porgendomi un'altro casco grigio.

Mi giro un attimo verso i miei amici, gli faccio un cenno e posso notare lo sguardo di Saul quasi disgustato dalla presenza di Luca, anche se non lo conosce. Mi giro infastidita dalla sua espressione e quando guardo Luca, un'espressione furba appare sul mio volto. «Adoro rischiare.» 

Salgo sulla moto, allacciandomi il casco e attaccandomi alla sua schiena, mentre lui tiene le mani sul manubrio della moto.

Noi scappiamo via, per dirigerci chissà dove...

Il mio sbaglio più grande. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora