67.

669 53 15
                                    

«Eh?» chiede confuso, alzando lo sguardo verso di me, con un sopracciglio alzato.

«Perché non inizi tu a dirmi cosa succede?»

Il mio tono è sicuro, alto ma non troppo, deciso, chiaro, fermo. Non una traccia di insicurezza o di paura.

«Non ho niente da dirti.» continua con il suo solito tono calmo che lentamente inizia a cedere e diventare un po' meno certo.

«No?» domando retorica. «Vediamo...» dico iniziando a girare per la camera. «Potresti iniziare con il dirmi per quale motivo Saul ti ha riconosciuto.» sussurro. «Oppure potresti dirmi per quale motivo stai sudando.» un ghigno si dipinge sul mio volto.

Mi piazzo di fronte a lui, che è comodamente seduto su un lato del letto, e mi abbasso alla sua altezza, fino a far arrivare il mio viso a pochi centimetri di distanza dal suo.

Ha la paura incisa in ogni movimento, gli occhi iniettati di terrore e il suo respiro è irregolare, spezzato.

«Stai facendo fatica a respirare.» il ghigno sul mio volto si amplia ancora di più e sono estremamente felice di metterlo così in soggezione. «Chi non ha nulla da nascondere non ha paura, sai?» il mio tono diventa improvvisamente acuto e fintamente innocente.

«Io non ho paura.» riassume un tono deciso, ma il suo respiro non torna regolare.

«Allora parla.» rispondo ovvio, non allontanandomi neanche di un millimetro dalla mia posizione.

«Non ho nulla da dirti.»

Poi, tutto d'un tratto, inchioda il suo sguardo con il mio. I suoi occhi sono pieni di pentimento, di rancore, di frustrazione. Sono leggermente arrossati, le labbra iniziano a tremare lentamente e sbatte piano le ciglia.

Il tempo di realizzare i sentimenti nascosti dietro i suoi occhi che lui riabbassa subito lo sguardo come scottato.

E improvvisamente, la verità mi travolge.

Mi alzo in piedi di scatto, il mio sguardo assassino e il mio ghigno spariscono, lasciando spazio ad un'espressione l'incredula.

Gli occhi pizzicano e la gola brucia, le lacrime minacciano di uscire dai miei occhi da un momento all'altro, le gambe si fanno sempre più deboli e non riescono a sostenere il peso del mio corpo fragile che è stato appena travolto da una serie di emozioni troppo forti.

«Luca, mi hai tradita?»

Lui non risponde, continua a tenere lo sguardo basso, mentre una lacrima bagna la mia guancia e mi maledico mentalmente per essere così debole.

Poso lo sguardo sulla sua figura che ai miei occhi risulta sfocata per via delle lacrime che ostacolano la mia vista. Ha le mani poggiate sul letto e si rifiuta di guardarmi negli occhi. Tiene la testa bassa e fissa il pavimento.

Mi abbasso verso la sua direzione, piegandomi sulle ginocchia, cercando di incontrare i suoi occhi che continua a non voler alzare.

«Guardami negli occhi.» la voce spezzata dai singhiozzi e il viso ricoperto di lacrime. Tremo. «Luca, guardami negli occhi.» urlo, mentre il suono della mia voce risulta più come un tremore continuo.

Lui alza lo sguardo e finalmente mi guarda.

Ha la labbra spaccate, leggermente socchiuse, le guance arrossate. Gli occhi completamente rossi e ricoperti di lacrime.

Il mio sbaglio più grande. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora