7.

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«Scusa..» sussurra una voce.

Mi alzo dall'altalena e mi giro, trovandomi Saul davanti.

«Scusami tu..» dico a testa bassa, per evitare il contatto visivo con il ragazzo dai capelli biondi.

«Ehi, guardami..» dice sollevandomi il mento con due dita.

«Non voglio che la nostra amicizia finisca qua..»

«Neanche io. Ho parlato con Federico e mi ha spiegato che siete solo amici. Non so cosa mi sia successo, solo che quando ti ho visto nelle braccia di Federico, non ci ho visto più. Pensavo che voi due stesse insieme e che non me lo avessi detto. Non avrei sopportato l'idea.»

«Che stessi insieme a Federico o che non te lo avessi detto?» chiedo.

«Entrambe.» risponde mettendo la sua mano sulla mia guancia rosea dall'imbarazzo e iniziando ad accarezzarla.

«Non voglio perderti..»

«Neanche io.»

Mi fiondo tra le sue braccia, stringendomi a lui il più possibile.

«Ritorniamo come prima?» mi chiede dolcemente, come un tempo. Come tanto tempo fa. Come troppo tempo fa.

«Intendi con i nostri insulti, cazzate, scherzi, momenti dolci, tristi, buffi e felici? Con le nostre serate passate sul divano a vedere film e con i pomeriggi passati a provare a studiare invano? Semplicemente noi?» rispondo alla domanda, con un'altra domanda ridacchiando.

«È un si?»

«È un si.»

Passiamo il pomeriggio li, in quel parchetto deserto, divertendoci come un tempo. È passato tanto tempo dall'ultima volta che siamo stati così, insieme.

Quando arriva sera, ci incamminiamo verso le nostre case e dopo esserci salutati con un'abbraccio, entro in casa mia.

Dopo aver cenato, faccio una doccia calda e mi infilo il mio pigiama adorato. Mi butto sul letto e mi faccio cullare dalla braccia di Morfeo.

***

Il rumore della sveglia credo sia uno dei rumori peggiori al mondo, ma le urla di mia madre che mi prega di alzarmi dal letto sono peggio.

Esasperata dalla mia dolce madre, che con la sua dolce voce mi urla di alzarmi, altrimenti mi butta lei fuori dal letto, mi sveglio con un po' di acidità mattutina.

Mai parlare ad Eleonora di prima mattina, se non vuoi finire male, molto male.

Scendo le scale e trovo mia sorella intenta a bere il latte e vedere la televisione.

Dopo aver finito anche io la mia colazione, ritorno in camera per prepararmi.

Dopo essermi preparata, esco di casa e mi incammino a scuola.

Dopo pochi minuti, mi ritrovo davanti ai miei amici. Saluto tutti e dopo quasi due settimane, saluto anche Saul abbracciandolo.

«Finalmente avete fatto pace,eh..» ridacchia Federico.

Entrambi sorridiamo e dopo aver parlato un po', entriamo in quella classe dalle pareti chiare.

Dopo cinque ore di spiegazioni e interrogazioni, finalmente, le lezioni terminano e riprenderanno solo dopo la domenica.

Usciamo tutti e cinque insieme e iniziamo a parlare.

«Allora, che si fa sta sera?» chiede Beatrice abbastanza entusiasta dal fatto che dopo mesi, ricominciamo con le nostre serate fuori.

«Cinema?» propone Leonardo.

«Per noi va bene, per voi?» dice Saul riferendosi a lui e a Beatrice.

«Ci sta, dai!» annuisce Federico.

«Si..perch-» inizio voltandomi verso il cancello, ma mi blocco, perché mi ritrovo davanti lui.

Per qualche secondo rimango paralizzata, quasi come se avessi visto un fantasma.

Un sorriso a trentadue denti comprare sul mio volto quando realizzo che di chi si tratti. Lascio cadere lo zaino che avevo sulle spalle e inizio correre verso la sua direzione, fregandomi degli sguardi dei miei compagni che sono dritti su di me che corro.

Mi butto tra le sue braccia che mi stringono forte. Quanto mi è mancato.

«Non ci credo,non ci credo. Quanto mi sei mancato!» esulto piena di felicità, ancora avvolta dall'abbraccio.

Non ci credo. Lui, qui, con me.

Il mio sbaglio più grande. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora