17.

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La moto sfreccia per le strade della nostra città, piena di vicoli stretti e poco illuminati dal sole.

Arriviamo in un luogo mai visitato prima d'ora, un luogo incredibilmente bello.

Un prato verde chiaro circonda l'enorme casa abbandonata, strapiena di graffiti colorati di vari stili e significati.

Noto alcuni ragazzi finire un graffito che ricoprivo l'intero lato destro della casa. Tutti i ragazzi indossano vestiti semplici, tute larghe e grandi felpe con su i rispettivi cappucci. Hanno tutti un foulard messo come una mascherina sul volto, per evitare di respirare l'odore tossico delle bombolette usate per i graffiti.

Rimango con la bocca aperta, stupita dalla meraviglia di quell'atmosfera e dalla bellezza di quelle che per me, sono come opere d'arte.

«Woow..» riesco a dire, ancora incredula dai miei occhi, mentre mi volto solo con la testa verso Luca, che fissa con fierezza i vari murales.

«Belli eh?» dice facendo un cenno con la testa, con un sorriso sul viso.

«Sono bellissimi...» esclamo sincera, con un tono sognante. «Ma perché mi hai portata qui?» chiedo girandomi completamente verso Luca, che guarda dritto negli occhi luccicanti.

«Tu mi hai parlato tanto di te, ho imparato a conoscerti e so molte cose sul tuo conto. Però, io non ti ho mai parlato di me, se non a stento. Oggi ho voluto portarti qui, nel mio piccolo mondo.»

Si incammina verso i suoi amici, raggiungendoli.

«Eleonora, loro sono Matteo, Andrea e Simone. Ragazzi, lei è Eleonora!» mi presenta i suoi amici, che gentilmente mi salutano e mi sorridono, facendomi sentire subito a mio agio.

Tutti e tre sono castani, tranne Andrea che è biondo con dei riflessi nocciola e tutti e tre hanno gli occhi di un colore marrone chiaro.

Semplicissimi ragazzi, oggettivamente carini dal carattere gentile e disponibile, almeno a prima vista.

«Mentre loro sono Laura e Miriam. Ragazze, lei è Eleonora!» mi presenta le sue amiche, che hanno una strana somiglianza, credo siano parenti.

Entrambe mi salutano con entusiasmo, distogliendo per un attimo lo sguardo dai graffiti.

«Ecco...questo è il mio gruppo, il mio piccolo mondo, e noi siamo i writers. Questo è il mio mondo, dove io posso essere completamente me stesso, accanto a gente che è se stessa.» dice ritornando al mio fianco, prendendomi la mano e portandomi con se a sedermi su uno scalino.

«Volevo condividerlo con te, che ti sei aperta e ti sei fidata di me dal primo istante. Volevo che tu passassi un po' di tempo con me, nel mio mondo. E se vuoi, questo mondo sarà anche un po' tuo.»

Mi giro immediatamente al suono delle sue ultime parole. Io in questo mondo? Nel mondo dei writers?

«I-io..io non sono come voi..» balbetto. «Io non so fare i graffiti, non potrò mai essere come voi.» dico con un tono poco garbato nei suoi confronti.

«Eleonora tu..»

«No Luca, non questa volta. Niente frasi poetiche, niente incoraggiamenti, niente di niente.» dico arrabbiata, alzandomi dallo scalino.

«Io non sono come voi. Voi siete un gruppo, siete uniti e io rovinerei tutto, come farei con Saul. Vedi? Io sono uno sbaglio, il più grande. Qualunque cosa io faccia, rovinerei qualcosa. Non posso permettere che il tuo gruppo, il tuo piccolo mondo, si rovini per colpa mia. Non posso Luca, io n–»

«Eleonora!» urla, per farmi smettere di parlare. «Ascoltami cazzo, poi nel caso, ti ribelli.»

Mi zittisco, capendo che forse ho un tantino esagerato con i toni e modi nei confronti di colui che voleva solo farmi un piacere.

«Essere writers non significa essere Picasso, significa avere qualcosa da esprimere, da raccontare. E tu hai tanto da raccontare...e lo sai. Hai una storia alle spalle e una davanti. Perché devi abbatterti ancora prima di iniziare? Provaci. E se va male..beh, ci hai provato.»

Rimango in silenzio, ha ragione lui.

«Scusami Lu, io non so cosa mi sia preso. Solo che quando ho pensato al fatto di dover entrare nel vostro piccolo mondo e avrei potuto rovinare tutto, non ci ho visto più e ho iniziato ad urlarti contro, se–»

Luca si alza in un batter d'occhio, raggiungendomi e poggiando delicatamente un dito sulle mie labbra per farmi tacere.

«Ssh!» mi zittisce Luca, ridacchiando. «Parli troppo.» dice sorridendo, spiegandosi lentamente nella mia direzione.

Mi avvicina di più a lui, continuandomi a fissare negli occhi.

Cosa sta succedendo?

Io sono innamorata di Saul da anni, non basterebbe un bacio di un ragazzo che conosco da diversi mesi a far passare tutto il sentimento che ho nei suoi confronti.

Ma con Saul rovinerei tutto: amicizie che durano da anni, il rapporto tra lui e Beatrice e quello con il gruppo.

Un profumo di menta mi deconcentra dai miei profondi pensieri, riportandomi alla realtà. Luca continua a sorridere, chinandosi lentamente, sempre di più, nella mia direzione.

Fisso le labbra di Luca e il suo sorriso, che porta a far sorridere anche me.

Chiudo gli occhi e mi avvicino anche io, perdendo ogni cognizione logica.

Il mio sbaglio più grande. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora