5.

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Ore: 7.58

Se io non sono in ritardo non sono mai contenta,eh.

Inizio a correre verso la scuola, per evitare i richiami della professoressa per quei trenta secondi di ritardo che per lei equivalgono a qualche ora.

Riesco ad arrivare a scuola, anche se con tre minuti di ritardo. In fondo non sono tanti, no?

«Ciao ragazzi!» con un po' di affanno, saluto i miei amici, che si trovano nei banchi vicino al mio.

«Hai fatto una maratona o cosa?» chiede Beatrice ridacchiando.

«Già il fatto che io abbia corso ti dovrebbe dire tanto, Vendramin.» rispondo facendo la linguaccia alla mia migliore amica.

«Tutti seduti e zitti!» ci sgrida la professoressa.

«Sempre di buonumore la nostra prof, eh..» sussurra Leonardo, facendo ridere me e i miei amici.

«Cecchi, ti ho sentito.» dice la prof girandosi verso Leo.

«Ops..» dice imbarazzato Leonardo.

«Comunque, come avevo accennato ieri, oggi vi sveleremo le coppie e gli argomenti per la relazione.» dice la prof sedendosi e appoggiando i gomiti alla cattedra, squadrando ogni studente presente.

La prof inizia a dire le coppie e i rispettivi argomenti. Inizialmente la ignoro, non mi interessava tanto di tutti gli altri studenti. Ma la prof attira la mia attenzione, quando pronuncia il mio cognome, accompagnato da un'altro.

«Gaggero-Nanni.»

Non sento neanche l'argomento che ci hanno assegnato che rimango immobile al suono del mio cognome accompagnato dal suo.

Devo fare una relazione con il mio migliore amico? Con il quale non parlo da più di una settimana? Non ci posso credere.

Mi giro verso di lui e noto che ha avuto la mia stessa reazione.

La lezione passa abbastanza velocemente, fin quando non arriva l'intervallo e tutta la classe esce fuori in cortile, compresi i miei amici. Chi a fumare, chi a chiacchierare e chi a copiare i compiti. Io rimango in classe, seduta al mio banco a leggere un libro di letteratura.

Dopo aver letto un paio di pagine del libro, decido di parlare con la prof per quanto riguarda la relazione assegnata.

«Scusi prof, posso parlarle?» chiedo alla prof raggiungendola alla cattedra.

«Dimmi Gaggero..»

«Ecco, vorrei cambiare il mio compagno per la relazione, si può?»  chiedo un po' imbarazzata e intimorita.

«Mi dispiace Gaggero, ma le coppie non possono essere cambiate. Lei è un'ottima studentessa, lo stesso Nanni. Sono sicura che insieme farete un'ottima lavoro. Non vedo il perché non dovreste lavorare insieme.» dice fredda la prof.

«Va bene, grazie lo stesso prof.» sforzo un sorriso e me ne ritorno al mio posto.

L'intervallo finisce e tutti ritornano in classe.

Dopo altre tre ore di lezioni, i cancelli si riaprono e tutti noi usciamo.

Stavo rientrando a casa mia, quando sento prendermi da un braccio e tirarmi indietro.
È Saul.

«Saul, sei impazzito?» chiedo liberandomi dalla presa.

«Io? Sbaglio o sei tu quella che ha chiesto alla professoressa di poter cambiare compagno?» chiede innervosito.

«C-come fai a saperlo?» balbetto.

«La nostra professoressa mi ha cercato e mi ha chiesto il motivo per cui la mia compagnia per un progetto non volevo lavorare con me. Spiegami che cosa cazzo ti ho fatto?»

Lo posso capire. Siamo amici da quattro e anni e stiamo litigando più in questi ultimi giorni, che in quattro anni.

«Sbaglio o sei tu quello che mi sta evitando dal primo giorno di scuola?» chiedo innervosita anche io dalle situazione.

«Sbaglio o sei tu quella che ieri mi ha detto che dovevamo parlare? Cosa dovevi dirmi? Che non mi sopporti più? Che la nostra amicizia è finita qui?» dice avvicinandosi sempre di più a me.

«Ti rendi conto? Sei tu quello che mi sta evitando e ignorando senza che io abbia fatto niente!»

«Non hai fatto niente, sul serio? Ora fai pure la santarellina.» dice sbuffando.

«Santarellina? Bene. Allora facciamo così, dopo questa relazione scolastica, ognuno di noi andrà per la sua strada. Dopo la relazione, noi saremo due estranei.»

«Bene.»

Saul se ne va e io rimango lì, sola.

Ho perso il mio migliore amico, nonché colui di cui mi sono innamorata, per orgoglio.

Scivolo lentamente sulla porta, finendo con la testa tra le ginocchia.

Ho perso lui.

Il mio sbaglio più grande. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora