20.

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Aprendo la porta mi ritrovo davanti una sola persona: lui.

Lui con il suo solito ciuffo spettinato e la giacca di pelle nera, con un braccio poggiato al muro.

«Tu che ci fai qui?» domando, facendolo entrare in casa mia, in salotto.

«Ciao Federico, accomodati pure. Grazie per essere venuto fino a qui solo per parlare con me.» mi imita lui, rinfacciandomi il fatto che non sono stata molto gentile con lui.

Sorrido per la sua imitazione e ci sediamo sul divano, l'uno di fronte all'altro.

«Così sei venuto qui solo per parlare? E di cosa?» chiedo, poggiando la mia testa sul braccio.

«Dovresti dirmelo tu, Eleonora. Cosa ti sta succedendo?»

«Niente, non succede nulla.» rispondo, non troppo dolce.

«Niente? Eleonora, stai scappando da Saul, rispondi male a me, a Beatrice e a Leonardo. Passi il fatto che tu sia innamorata di Saul e stai cercando di togliertelo dalla testa, ma io, Beatrice, Leonardo..cosa abbiamo fatto?
Sei sempre distratta, non rispondi alle chiamate e ai messaggi, e se lo fai sei sempre di cattivo umore. L'altro giorno un ragazzo ti è venuto a prendere in moto e ti ha portata chissà dove. Tua sorella a malapena ti riconosce e i tuoi genitori provano ad aiutarti ma tu, perennemente, gli sbatti la porta in faccia. Cosa sta succedendo?»

Le parole di Federico mi trafiggono il cuore, come se una lama fosse appena passata al suo interno.

Faccio davvero così schifo? Non posso credere che sia diventata così. Non posso credere di aver fatto del male a persone che volevano solo aiutarmi.

I miei occhi si riempiono di lacrime in pochi secondi e, cercando di rimanere lucida, cerco di spiegare al mio migliore amico la situazione.

«Mi sono innamorata di Saul mesi fa, nonostante lui sia il mio migliore amico e la sua ragazza sia la mia più cara amica, che considero come una sorella. Nonostante questo, io ho avuto il coraggio di innamorarmi di lui. Bella amica, eh?»

Mi giro verso Federico, mentre i suoi occhioni verdi mi fissano imperterriti, mentre i miei si riempiono di lacrime che solcano il mio viso.

«Ho provato a dimenticarlo, a togliermelo dalla testa, ma non ci sono riuscita. Ogni volta che ci provo, qualcosa me lo fa ritornare in mente. Come quella maledetta relazione!»

«La relazione?» chiede lui, dubbioso. Lui non sa nulla, nessuno sa nulla di ciò che è successo quel giorno insieme a Saul.

Sorrido al ricordo dei nostri nasi vicini e delle nostre labbra che stavano per incrociarsi.

«La mattina stessa io e lui avevamo litigato, ci eravamo ripromessi che dopo la nostra ricerca, non avremmo più avuto nessun tipo di rapporto. Ma a quanto pare, nessun di noi due credeva a quelle parole. Lo stesso pomeriggio, Saul è venuto a casa mia, contro la mia volontà. Abbiamo iniziato la ricerca, ma è durata poco, visto che abbiamo iniziato una battaglia di palline di carte e lui ha iniziato a farmi il solletico ai fianchi. Ci siamo ritrovati sul letto, l'uno attaccato all'altro e ciò che stava per succedere era bellissimo..»

«Stava per succedere?» risponde lui, citando una parte del mio discorso.

«Mi sono scansata, non potevo permettere che accadesse realmente, nonostante lo volessi, non potevo fare questo a Beatrice e a Saul...e a me stessa.»

«Chi è il ragazzo che ti è venuto a prendere con la moto?»

«Luca.» rispondo tra i singhiozzi causati dal mio pianto. Altro nome, altra storia. «Ho conosciuto Luca qualche giorno prima che succedesse tutto il casino con Saul. Io stavo andando a scuola, lui stava scappando. Ci siamo scontrati, abbiamo iniziato a parlare e, non chiedermi come, abbiamo marinato la scuola insieme. Con il tempo, abbiamo iniziato a diventare molto amici e ad oggi, lui è una delle poche persone che mi ha levato dalla testa Saul per qualche minuto.»

Racconto, racconto e racconto, rivivendo ogni piccolo particolare dall'inizio, alla fine della storia.

«Il giorno in cui si è presentato da me con la sua moto, mi ha portata in un posto meraviglioso. Lui è un writers, realizza graffiti e murales insieme ad un gruppo di amici. Quel giorno mi ha portata da loro e mi ha fatto sentir parte di qualcosa di bello. Ma, oltre a questo, è successo che mi ha fatto entrare in un stato di confusione tremenda: anche con lui, ci stavamo per baciare. »

Rivivere ogni situazione mi fa capire quanto io abbia fatto schifo con tutti, io sono uno schifo.

«Ho iniziato a non capire nulla, di chi sono innamorata e cosa provo. A rispondere male, trattare male e stare male. Sono pazza. Sono una vigliacca. Federico, sono uno schifo.»

Federico mi accoccola al suo petto, mentre continuo a singhiozzare come una bambina. Mi stringe forte a se, senza lasciarmi andare.

«Tu non sei né una pazza, né una una vigliacca, né uno schifo. Sei solo innamorata.»

Bello schifo essere innamorata se ti porta ad essere come me.

La verità è che sono uno sbaglio, un grande sbaglio.

«Ci sono io con te, per sempre.»

Poche persone al mondo sono come Federico. Pronte ad aiutarti e a perdonarti sempre, nonostante le mille ingiustizie. Con lui non c'è mai malizia o altro, è la persona più pura e semplice che io conosca. Nonostante il nostro "gruppo", formato da me, Beatrice, Leonardo, Federico e Saul, che sono i miei migliori amici, sia fatto di sincerità, credo che io sia stata sincera solo con lui. Ringrazio Dio per avermi regalato un migliore amico come lui, con lui posso essere me stessa senza paura. Beata la ragazza che se lo prenderà, perché avrà un ragazzo che riuscirà a sostenerla sempre. Gli auguro il meglio e spero che riesca a trovare presto la ragazza che gli farà battere il cuore e gli farà perdere la testa, come è successo a me.

«Non lasciarmi mai...»

«Mai.»

Il mio sbaglio più grande. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora