Correre come bambini insieme al mio ragazzo, alle 2:00 di notte, nella piazza principale e totalmente deserta di Milano, con bottiglie di birra in mano, i telefoni scarichi, il sorriso un volto e una voglia matta di rimanere qui per sempre, era una delle cose che sognavo di fare.
Ritornare a rivivere quei bellissimi momenti che ti fanno dimenticare di tutto e tutti, era una delle cose che sognavo di fare.
Ed essere felice, era una delle cose che sognavo di essere.
E come non esserlo nel momento in cui vedi quei due o tre passanti, fissarti in malo modo perché tu e il tuo ragazzo vi state rincorrendo come dei bimbi, con bottiglie di birra praticamente vuote?
«Presa!» mormora tra le risate Luca, che nel frattempo mi ha raggiunto e mi ha bloccato un braccio, mentre io mi sono fermata, esasperata dalle risate e dalla corsa.
Entrambi beviamo l'ultimo goccio di birra che è rimasto nelle nostre bottiglie, per poi ritornare a ridere senza un apparente motivo.
Non riesco a decifrare bene la situazione, l'unica cosa che so è che in questo momento ho completamente staccato il cervello e ho iniziato a vivere di pure e vere emozioni.
Luca mi prende la mano vuota e la chiude con la sua, trascinandomi vicino ad un muretto, dove lasciamo entrambe le bottiglie vuote e mi porta al centro della piazza difronte al Duomo, cingendomi i fianchi.
Comanda il mio corpo, portando entrambe le mie braccia lungo il suo collo, mentre io sorrido, poggiando la mia fronte sulla sua, ritrovandomi vicino al suo naso.
Per un attimo, ogni rumore intorno a noi cessa.
Non si sente più la metropolitana correre sulle rotaie, non si sente alcun passo, non si sente nulla.
Gli unici suoni che riesco a sentire sono i respiri affannati e il battito accelerato del ragazzo che sorride, mostrando le sue fossette, mentre sfiora il suo naso con il mio.
Riesco, finalmente, a realizzare tutto e dentro di me, sono solo felice.
Lentamente, iniziamo a muoverci, mentre i nostri respiri si confondono e i nostri occhi si illuminano.
Solo dopo alcuni passi, realizzo che entrambi stiamo ballando un lento.
Senza musica, senza nessuno attorno, senza l'atmosfera da balli sdolcinati.
Ma, semplicemente noi.
Noi, con le nostre paure. Noi, con le nostre insicurezze. Noi, con i nostri dubbi. Noi, con i nostri pensieri. Noi, con i nostri corpi. Noi, con i nostri respiri. Noi, con le nostre anime.
Noi.
Ed è il "noi" più bello che io abbia mai vissuto.
«Sai...» sussurro, mentre abbasso lo sguardo, continuando a ballare lentamente insieme a lui. «Credo che tu stia riuscendo nel tuo intento..»
Alzo lo sguardo, per vedere la sua reazione è non posso fare a meno di ridacchiare per il suo sguardo dubbioso, ma allo stesso carino.
«Cioè?»
Sospiro, chiudendo per un secondo gli occhi e stringendo la presa sul suo collo.
Lo avvicino sempre di più a me, facendo chinare nella mia direzione, mentre io mi alzo in punta di piedi, pur di arrivare a quelle labbra che tanto bramo e desidero.
Unisco le mie labbra alle sue, iniziando a muoverle sulle sue e assaporando il loro dolce sapore.
Non so per quanto tempo ho desiderato di essere così felice, accanto ad una persona che mi ama e che farebbe di tutto pur di vedermi sorridere.
Ma adesso che ho lui, affianco a me, non ho intenzione di lasciarlo andare via.
Quando mi stacco dalle sue labbra, lo vedo improvvisamente arrossire e leccarsi le labbra.
Mi avvicino sempre di più al suo orecchio, arrivando al lobo. Sussurro, dolcemente.
«Mi stai rendendo felice.»
Lui stringe la presa sui miei fianchi, quasi come se non volesse lasciarmi andare via.
Un brivido percorre tutta la mia schiena, che viene accarezzata sensualmente dalle sue mani, mentre i suoi penetranti occhi verdi mi scavano dentro, accelerando il mio respiro.
«Mi stai facendo dimenticare di tutti.»
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Il mio sbaglio più grande.
Fanfictionstoria scritta nel lontano 2015/2016, in un periodo in cui una me poco più che quindicenne decide di provare a pubblicare qualcosa (per il puro gusto di dire "ho scritto una storia!"), creando questo ammasso di capitoli senza filo logico e abbastanz...