«Come stai?» mi chiede dolcemente Federico.
Dopo quella notizia ho ricominciato a bere un bicchiere dopo l'altro, troppo velocemente. Leonardo continuava a ballare e non si reggeva in piedi, mentre Beatrice saltellava ovunque in giro per il locale, bevendo.
Così Federico ha preso in mano la situazione e ci ha portato fuori dal locale.
Prima ha accompagnato Leonardo a casa sua, successivamente Beatrice, si poteva notare benissimo il sorriso sul suo volto, non aveva smesso un attimo di sorridere da quando aveva ricevuto quella notizia.
Voleva accompagnare anche me, ma io l'ho bloccato. Non volevo rientrare a casa in quelle condizioni, avevo bisogno di parlare con qualcuno.
Quindi eccoci qui, seduti su uno scivolo di un parco deserto, ad un orario improbabile della notte, a parlare come se niente fosse.
«Bene, mi gira un po' la testa..» mi lamento, massaggiandomi le tempie.
«È normale, domani starai peggio.» afferma.
Lo trucido con lo sguardo, voltandomi improvvisamente verso di lui.
«Grazie, sei d'aiuto.»
«È la verità.» risponde. «Sapevi che non avresti dovuto bere così tanto.» e nella sua voce non c'è rabbia, solo un po' di preoccupazione.
Si, lo sapevo, ma a volte mi piace sbagliare.
Tempo due giorni e questo mal di testa sarà solo un ricordo. Perché ci sono sbagli che passano, e sbagli che non passano mai.«Tutto bene?» mi chiede, vedendomi palesemente tesa e leggermente triste.
«Credi che il ritorno di Saul cambierà qualcosa?»
La sua espressione si addolcisce e mi guarda inclinando la testa da un lato.
«Non lo so Eleonora, non lo so..» sussurra abbattuto.
«Ho paura.»
«Non devi, ci sono io con te.»
Mi fa appoggiare dolcemente la testa sulla spalla, cercando di calmarmi, mentre accarezza i miei capelli.
«Qualunque cosa accada, io ci sarò sempre per te.» afferma, mentre non smettere di prendersi cura di me, come se una bambina indifesa. «Saul o no, io non ti mollo.»
Sorrido, in fondo Federico è seriamente colui che mi è sempre stato accanto.
«Non mi importa di chi ti innamori, quali scelte farai, dove andrai, con chi starai. Io sarò con te, sempre.»
Una piccola lacrima abbandona i miei occhi, finendo sulla mia felpa. Non è tristezza, sono semplici lacrime accumulate in questi giorni. Uno di quei pianti senza motivo, ma che senti il bisogno di sfogare, perché tenerli dentro ancora sarebbe troppo.
«Io..grazie Fede, grazie.»
«Non devi ringraziarmi.» sussurra, facendomi alzare lentamente. «Ora andiamo a casa.»
Annuisco, e riprendendo le nostre cose, ci incamminiamo verso le nostre case.
***
«A che ora sei rientrata ieri sera?» mi chiede mia madre, mentre continua a mangiare.
Sono seduta al tavolo, mentre sposto il cibo da un lato all'altro del piatto, sperando che questo sparisca magicamente, mentre i miei occhi minacciano di chiudersi da un momento dall'altro.
«L'una..credo.» rispondo, mentre continuo a tenere la testa verso il basso, in modo da non far notare le due grandi occhiaie che si trovano sotto i miei occhi.
Non ho dormito per nulla.
Quando sono rientrata a casa mi sono precipitata in doccia, sperando che le mie tensioni si attenuassero con l'acqua calda, ma non è servito a nulla.
Mi sono infilata nel letto, ma qualunque posizione sembrava troppo scomoda e fastidiosa.
Avrò passato un'ora a girarmi nelle coperte.
Nelle altre ore ho fissato il soffitto e ho pensato. Talmente tanto che per un attimo ebbi la paura di diventare pazza. Pensare troppo porta alla pazzia e io, per un breve lasso di tempo che andava dai 2 ai 5 minuti, ho avuto paura di diventarlo. Troppi troppi pensieri.
«Tesoro, non hai fame?» mi chiede dolcemente mio padre, che mi distrae.
«Ehm..no, in realtà no.» rispondo, mentre sposto la sedia dal tavolo. «Io vado in camera.» e mi dileguo lungo le scale.
Arrivo in camera, chiudo la porta e mi butto sul letto, con le mani sulla pancia e i capelli scompigliati, ritornando a fissare il soffitto come la sera prima.
Il bello è che non capisco seriamente perché sto così.
In fondo che sta succedendo?
Nulla.
Sta tornando il ragazzo della mia migliore amica, la stessa persona di cui sono innamorata da circa un anno, la stessa che non riesco a togliermi dalla testa, nonostante io sia fidanzata con un ragazzo che sta cercando di rendermi felice, e io devo fingere che il ritorno di Saul non mi provochi alcuna emozione.
Nulla.
Ok, forse no.
Il suono di una notifica mi distrae.
Forse questo è il segno che devo smetterla di pensare così tanto, forse andrà tutto bene.
Un messaggio.
Beatrice.
"ELEONORA ODDIO ODDIO IDDIO"
Un altro.
"SONO AL SETTIMO CIELO ODDIO SONO TROPPO FELICE"
Un altro, mentre il cuor mi spero che non sia ciò che penso.
"È RITORNATO SAUL."
Come non detto...
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Il mio sbaglio più grande.
Fanfictionstoria scritta nel lontano 2015/2016, in un periodo in cui una me poco più che quindicenne decide di provare a pubblicare qualcosa (per il puro gusto di dire "ho scritto una storia!"), creando questo ammasso di capitoli senza filo logico e abbastanz...