37.

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«No, non potrei mai odiarti...»

È tutto ciò che riesco a rispondere, balbettando e sospirando profondamente. Non riesco a dire altro, basterebbe una parola in più e moriremmo entrambi.

«E allora perché mi stai facendo questo?»

Vederlo così mi fa talmente male. L'unica cosa che vorrei fare adesso è asciugargli le lacrime e baciarlo, senza lasciarlo andare via.

A volte mi chiedo perché tra tant'è gente, io mi sono innamorata proprio del ragazzo della mia migliore, nonché mio migliore amico. Credo che qualcuno si diverti a vedermi soffrire, magari il destino ci ha preso gusto a vedermi così.

Non rispondo, ancora una volta, mentre mi maledico per il mio silenzio che sta facendo soffrire il ragazzo che amo.

«Come non detto...»

Sono le uniche parole che provengono dalla sua bocca, prima di rientrare nel locale della festa di cui, per alcuni minuti, mi ero dimenticata.

Rimango un po' fuori, godendomi il silenzio e l'aria fresca. Non mi va di rientrare subito in quella massa di gente ubriaca che balla e ride.

Mi godo il colore scuro del cielo delle sere autunnali, mentre vedo le foglie cadere e depositarsi sul suolo.

Inizio a camminare li vicino, per qualche secondo voglio rimanere da sola e pensare a tutto ciò che sta succedendo nella mia vita.

Ciò che è successo in questi mesi mi passa davanti in pochi minuti, mentre rivivo tutto.

In teoria dovrebbe essere tutto facile. Mi sono innamorata della persona sbagliata, ma ho accanto un ragazzo che sta provando a farmi dimenticare di lui, offrendomi un viaggio di 10 giorni in una delle città più belle d'Italia.

Ma perché sembra tutto così facile, ma poi è tutto così difficile? Forse sono io che rendo tutto più difficile, quando in realtà ho tutto per essere felice.

"Dovrei vivere di più la mia vita, senza pensare alle conseguenze." credo di aver detto questa frase centinai di volte, ma non sono mai riuscita ad attenermi ad essa. Questo dovrebbe essere il mio mantra, il mio unico comandamento.

Magari un giorno lo sarà. Un giorno, magari.

Decido di rientrare nel locale, inutile dire che l'odore di fumo e alcool mi pervade dal primo passo che faccio.

Mi siedo su un divanetto che si trova lì dentro, mettendomi le mani nei capelli, frustata.

Incredibile quanta cazzate io stia facendo in questo periodo.

A svegliarmi dai miei pensieri è Beatrice con cui prima stavo ballando. Prima che accadesse tutto quello che è successo.

«Cos'ha la mia piccola Eleonora?» mi "domanda" palesemente ubriaca. Chissà quanto ha bevuto in questi minuti.

Dire "domanda" è un eufemismo, a stento riesce a mettere insieme due parole.

«Niente, ritorna a ballare!» le rispondo ridendo leggermente per il suo sguardo leggermente brillo, ma leggermente.

«Dai,  vieni con me!»

Non mi lascia neanche il tempo di risponderle che mi prende la mano e mi porta al centro della sala, sotto gli sguardi di un mucchio di ragazzi e ragazze che non fanno altro che fissarci.

La musica è talmente alta che posso sentirla dritta nel petto. Beatrice è a suo agio, si diverte e sorride mentre balla a ritmo di canzoni.

Sarebbe bello essere come lei. Bella, con gli occhi chiari, i capelli biondi, un sorriso da far invidia e un fisico da far paura. A volte penso che lei abbia la vita perfetta. Cosa le manca? Principalmente, nulla.

Ma il fatto che lei cerchi in tutti i modi di farmi entrare a far parte delle sue avventure mi piace, mi fa sentire apprezzata nonostante i miei mille difetti.

«Balla con me.» dice muovendosi sinuosamente i suoi fianchi, credo che tutti la stiano fissando in questo momento. Tutti tranne il suo ragazzo. Non so dove sia, non lo vedo minimamente.

Mi unisco al suo ballo e iniziamo a divertirci un po' insieme. E si, in questo momento mi sento un leggero schifo. Sapere di essermi innamorata del suo ragazzo e sapere di esser stata a pochi centimetri di distanza da lui qualche minuto fa, mentre adesso sono qui a ballare insieme a lei, mi fa sentire uno schifo.

O rinuncio a lei, o rinuncio a lui. O rinuncio ad entrambi.

In tutti e tre i casi, soffrirò.

Soffrirò, ma forse un giorno riuscirò ad essere felice.

Un po' di felicità tocca a tutti, no?

Il mio sbaglio più grande. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora