E poi eccolo lì, lui.
Più si avvicina, più la sua figura si fa più nitida, sento che il cuore sta per scoppiarmi. Cento o forse mille battiti al secondo, l'uno dopo l'altro, ripetutamente e Dio, fa male. Sembra quasi che il mio cuore stia pulsando troppo velocemente per rimanere all'interno della cassa toracica. Lo stomaco che sembra stia per cadere nelle viscere, completamente in subbuglio, un dolore lancinante ma piacevole che mi fa ritrarre la pancia in dentro, trattenendo quasi il respiro.
La bocca aperta e la gola secca, migliaia di parole che muoiono lì e non riescono ad uscire, mentre le mani tremano leggermente e le pupille si rimpiccioliscono sempre di più.Grazie a non so quale Dio, la voce di Federico mi riporta alla realtà, facendomi uscire dello stato di trance in cui mi trovavo.
Lo vedo stringersi forte a Saul e un dolce sorriso appare sul mio volto. Hanno un bel rapporto, si vogliono bene da anni e oramai sono come fratelli l'un per l'altro. Sicuramente, si saranno mancati parecchio e vederli così felici stretti l'uno all'altro mi scalda il cuore.
«Mi sei mancato.» sussurra infatti Federico, con la voce soffocata dall'abbraccio dal quale sembra non voglia staccarsi.
Saul non risponde, forse vuole godersi semplicemente il suo migliore amico dopo tanto tempo.
Quando si stacca, si guardano per un po' e poi distoglie lo sguardo da lui, mentre Federico inizia a parlare con Beatrice.
Non ho avuto la possibilità di osservarlo, di guardarlo, quando mi sono girata era già tra le braccia di Federico e quando si stava avvicinando io ero troppo presa dalle mie emozioni per ammirarlo.
Quando rivolge la sua attenzione a me, riesco, finalmente, ad ammirare quel viso che tanto mi è mancato, e un miscuglio di emozioni si fa strada lungo il mio corpo.
I suoi grandi occhi azzurri mi scrutano come a cercare di capire quali emozioni sto provando. Mi erano mancate le mille sfumature delle sue iridi, che tendono da un azzurro chiarissimo fino ad un blu notte, quelle pagliuzze quasi trasparenti che alla luce cambiano colore. Ciocche di capelli color oro gli cadono lungo la fronte, andando a contrasto con la sua carnagione che, nonostante la stagione fredda, rimane con un velo di abbronzatura. Le labbra rosee e piene curvate in un piccolo sorriso, che mette in bella mostra i suoi denti bianchi e perfetti. Gli occhi che esaminano il mio viso, il mio corpo, che è come bloccato.
«Ehi.» sussurra, facendo comparire un enorme sorriso sul suo volto.
La sua voce, roca e calda, sussurrata, calma, delicata, il respiro che arriva dritto sulla mia pelle, il profumo che invade le mie narici. Il suo sorriso, grande e luminoso, come la pelle, illuminata dal sole.
«Ehi..» sussurro più a me stessa che a lui, mentre sono troppo presa ad osservare ogni minimo dettagli dei suoi occhi.
Porta una mano vicino al mio viso, spostando con delicatezza un ciuffo ribelle che era caduto, portandolo dietro l'orecchio, mentre io sorrido a quel gesto così dolce.
Mi accoglie tra le sue braccia, incatenando i nostri corpi, mentre le sue braccia si legano alla mia schiena e le mie sono ancorate al suo collo. Sento il suo respiro scontrarsi con la mia pelle, le sue labbra poggiate sulla mia spalla e io con il viso incastrato nell'incavo del suo collo, respirando l'odore della sua pelle.
Il mio cuore ritorna a battere normalmente, il mio respiro si fa tranquillo e lo stomaco smette di contorcersi, come se un abbraccio fosse bastato per far passare tutte le mie paure.
«Mi sei mancata.» dice piano, come se avesse paura che io lo possa sentire.
Una mia mano va ad accarezzare il suo collo, affondando le dita tra i suoi capelli morbidi, beandomi della sensazione di accarezzare la sua pelle.
E in questo momento non so nulla, non so se Federico o Beatrice ci stanno guardando o sono troppo impegnati a parlare tra di loro, non so cosa sta pensando la mia migliore, cosa sta pensando Saul, cosa sto pensando io. Non so nulla, so solo che questo è uno dei momenti più belli della mia piccola vita.
«Non te ne andare più, ti prego.» il mio tono supplichevole fa stringere ancora di più le mani del ragazzo attorno alla mia schiena, mentre lo sento sorridere.
Non so con quale coraggio sto facendo tutto questo, non so con quale scusa giustificherò questi gesti. Non so nulla.
«Non me ne vado più.» risponde, lasciando un caldo bacio sulla mia spalla, quasi vicino alla clavicola.
Ci stringiamo ancora di più, quasi come a fondere le nostre anime, mentre i corpi si completano a vicenda.
E tutto questo, per un momento, mi sembra perfetto.
No, non so nulla.
Ma sono felice.In fondo siamo migliori amici, no?
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Il mio sbaglio più grande.
Fanfictionstoria scritta nel lontano 2015/2016, in un periodo in cui una me poco più che quindicenne decide di provare a pubblicare qualcosa (per il puro gusto di dire "ho scritto una storia!"), creando questo ammasso di capitoli senza filo logico e abbastanz...