12.

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«Gaggero, sa qualcosa? Ha studiato?» mi chiede il professore arrabbiato dal fatto che io non abbia studiato nulla.

In questa settimana non ho studiato per nulla, ho trascurato lo studio e la scuola. Sono rimasta chiusa a casa, ho rifiutato tutti gli inviti dei miei amici e, in preda ad un attacco di nervosismo, ho rotto lo schermo del mio cellulare.

Scuoto la testa abbassandola, con gli occhi di tutti i miei compagni puntati addosso.

«Sta andando male Gaggero, lo sa, vero? Ritorni al suo posto e veda di studiare.» dice il prof con il suo tono talmente severo da incutere timore.

Ritorno al mio posto a testa bassa sbuffando e sperando che le ore passino il più in fretta possibile.

Dopo ore, arriva l'ultima ora.

«Buongiorno ragazzi! Allora, come sta andando la relazione? A che punto siete?» chiede la professoressa che ci aveva assegnato la relazione.

Cazzo. Io e Saul non abbiamo neanche iniziato.

Ho ignorato i messaggi e le chiamate di Sul che mi chiedeva di vederci per iniziare quanto meno la relazione. Dobbiamo recuperarla al più presto.

La classe risponde con "si, a buon punto.." o cose del genere, mentre io rimango in silenzio, sperando che la prof non chieda a che punto siamo.

«Bene. Voi? A che punto siete?» chiede la prof facendo un segno a me a Saul.

Come non detto.

«Ehm...sì, a buon punto. Ci manca poco..» dice Saul, salvandomi da una situazione poco gradevole.

«Meglio per voi. Vi ricordo che mancano solo tre giorni, quindi, datevi da fare per finirla. Vi ricordo che influirà in parte sui vostri voti per il primo semestre, quindi impegnatevi.» conclude la prof.

L'ultima campanella suona e un sorriso spunta sul mio viso, ricordandomi che oggi mi dovrei incontrare con il moro dagli occhi verdi.

Con lui sto bene, mi fa dimenticare di Saul e di tutto il resto. Con lui fa tutto meno schifo.

Lui, Mattia e Alice mi hanno fatto capire chiaramente che innamorarmi di Saul è uno sbaglio ed è anche un pericolo.

Rimetto i miei libri nello zaino ed esco dalla classe, da sola. Ho detto a Federico che non avrei fatto la strada con lui e gli altri, non mi andava proprio.

Esco dalla classe, infilo gli auricolari nelle orecchie e incamminandomi verso casa mia, scrivo un messaggio a Mattia, che è partito ieri sera.

A Mattia:
Ehi! Com'è andato il viaggio?
Già mi mancate :( Tornate presto! xxE.

Blocco il cellulare e lo infilo in tasca.

Cammino verso casa mia, fin quando non sento toccarmi una spalla. Mi giro di scatto, levandomi una cuffietta dall'orecchio.

«Saul, cosa c'è? Perché sei qui?» domando sbuffando al biondo che nel frattempo ha acquisito uno sguardo stranito.

«Ma si può sapere cosa ti prende in questo periodo? Sei sempre fredda e stronza, sembra che tu ce l'abbia con il mondo!»

«Sai, fa strano sentirselo dire da colui che mi ha evitata per giorni, nonostante fossi la sua migliore amica.»

«Avevo una ragione, o sbaglio? Sentiamo, qual è la tua, eh?» domanda irritato, avvicinandosi sempre di più me.

Se solo sapesse che sono così perché mi sono innamorata di lui e sto cercando di dimenticarmelo credo che si metterebbe a ridere.

«Lascia stare!»

«Vedi? Sei tu che sei così, non è colpa degli altri! Comunque, sono venuto qui solo per dirti che, che ti piaccia o no, oggi pomeriggio dobbiamo vederci per iniziare quella cazzo di relazione che tu, signorina odio tutto e tutti, non hai voluto iniziare prima per chissà quale assurdo motivo.» urla gesticolando e fissandomi negli occhi.

«Il motivo per cui sto così non ti deve interessare. Finiamo questa cazzo di relazione e chi si è visto si è visto.» dico calma, quasi sussurrando.

Mi volto di spalle, con le lacrime che minacciavano di uscire dai miei occhi e scrivo un messaggio a l'unica persona che in questo momento avrei voglia di vedere.

A Luca:
Ho bisogno di te.

Il mio sbaglio più grande. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora