4.

2.1K 134 39
                                    

Io e Saul non parliamo da giorni, sembriamo due sconosciuti. Ci evitiamo a vicenda, non ci scriviamo e appena ci vediamo, scappiamo.

Abbiamo litigato tante volte, ma dopo pochi minuti abbiamo sempre risolto. Ora sono più di sei giorni che non ci rivolgiamo la parola.

«Gaggero?» mi chiama il prof, che mi fa risvegliare dallo stato di trance in cui ero entrata.

«Presente!» dico alzando la mano.

Il prof mi vede, fa un cenno e va avanti con l'appello.

«Ele, stai bene?» mi chiede gentilmente Federico.

«Sisi, sono solo un po' stanca..nulla di che.»

«La smettete di parlare voi due? Non mi fate capire nulla della lezione!» ci sgrida Saul.

Ma cosa sta succedendo a questo ragazzo?

«Saul stai calmo!» dice Bea, calmando Saul.

Lui sbuffa e tutti ritorniamo con lo sguardo fisso per il professore che spiega.

Passano le prime ore e arriva l'intervallo. Io, Bea e Leo siamo seduti a parlare e a scherzare.

Finisce l'intervallo tra scherzi e risate e ricominciano le lezioni.

«Buongiorno ragazzi!» ci saluta la professoressa.

«Buongiorno» saluta tutta la classe all'unisono.

La prof si siede e inizia a scrivere sul registro, mentre tutta la classe bisbiglia tra di loro.

«Ragazzi, cinque minuti di attenzione, per favore.» ci richiama la prof per ascoltarla.

«Prima di iniziare a spiegare la lezione di oggi, vi devo annunciare che noi professori delle materie umanistiche, abbiamo deciso di dividervi in coppie per un progetto.»

«Di cosa si tratta, prof?» chiede un ragazzo della classe.

«Vi divideremo in coppie, ogni coppia avrà un argomento di cui trattare. Dovrete scrivere una relazione sull'apposito argomento per poi esporla il 24. Avete due settimane di tempo per scrivere e studiare la vostra relazione. Domani mattina saprete tutte le coppie e i rispettivi argomenti.»

La prof finisce finisce di spiegare questo "progetto" e inizia a spiegare la lezione di oggi.

Le ore passano velocemente e la mattinata scolastica finisce. Mi incammino come sempre insieme ai miei amici e quando arrivo alla traversa di casa, saluto i miei amici e mi incammino verso casa mia.

Ore: 17:00

Stavo studiando filosofia, quando sento il campanello suonare.

Scendo di corsa le scale e raggiungo la porta.

«Ehi Fede!» esclamo trovandomi davanti Federico.

«Ehi Ele! Carino lo chignon» dice ridacchiando per il pessimo chignon che avevo fatto per tenere su i capelli, per non farli cadere davanti agli occhi mentre studiavo.

«Ahaha, cosa ci fai qui?» dico facendolo entrare

«Devo parlarti. Ma...la tua famiglia?» chiede sedendosi.

«I miei al lavoro, Veronica a danza. Comunque, di cosa devi parlarmi?» domando sedendomi accanto a lui.

«Di Saul..»

«Senti Fede, se sei qui per dirmi che devo fare pace con lui e cose varie, puoi anche andartene perché--» Federico non mi lascia finire che mi blocca.

«Eleonora! Non sono qui per dirti questo..»

Lo guardo con aria interrogativa. Se non è qui per questo,allora per cosa?

«Mi ha incontrato per strada e mi ha evitato, guardandomi con aria disgustata.» aggiunge.

«Benvenuto nel club!» rispondo ridendo.

«Dicevo...Eleonora, non hai mai pensato che Saul possa essere geloso?»

Saul geloso? Di cosa? Sa che Federico è come un fratello per me, non avrebbe motivo di essere geloso.

«È da quando ci ha visti abbracciati che ci evita entrambi. A tratti ci ammazza tutti e due.» aggiunge ridendo.

«E tu come fai a saperlo?»

«Perché sono un maschio e perché conosco Saul...e conosco te. Parlaci Ele, non rovinate un'amicizia così per una stupidaggine.»

«Grazie Fede!» dico abbracciandolo.

Lui ricambia l'abbraccio e dopo aver cazzeggiato un po' sul divano con lui, quest'ultimo decide di andarsene.

«Fede, ma sei venuto qui solo per questo?» chiedo ridacchiando.

«Ehm...in realtà no. Non è che mi presteresti gli appunti di matematica?» domanda grattandosi la nuca ridendo.

«Te prendere appunti mai, eh?»

«Quindi, me li presti?»

«Ahahah, aspetta qui. Li vado a prendere.»

Salgo in camera e prendo gli appunti per Federico, scendo e glieli do. Lui esce e se ne va a casa.

Io mi butto sul divano, prendo il mio cellulare dalla tasca e scrivo un messaggio a Saul.

A Saul:
Dobbiamo parlare.

Il mio sbaglio più grande. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora