24.

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Sono passati diversi giorni da quando io ho scelto Luca.

Giorni in cui, o per un motivo o per un altro, ho sempre avuto il sorriso stampato sul mio volto, come se fosse indelebile.

Le mattine passate a scuola, dove sto piano piano recuperando le materie in cui prima facevo leggermente schifo, mentre ridevo e scherzavo insieme a Federico e Beatrice, con cui ho recuperato quel bel rapporto di prima.

Non ho ancora parlato con loro di quanto accaduto insieme a Luca, sto cercando le parole e il momento giusto. Sono i miei migliori amici, meritano di saperlo.

Sarà felice spiegare tutto a Beatrice, Federico e Leonardo, ma dubito fortemente che riuscirò a parlare con la stessa facilità con Saul.

Nonostante io stia con Luca e sia felice, con Saul sono successe tante di quelle cose che riprendere il nostro rapporto di prima sarà dura.

I pomeriggi, invece, li passo insieme ai miei amici e successivamente, con Luca. Più passo del tempo con lui, più sto bene.

Ho iniziato a conoscere il suo gruppo di writers, ogni tanto andiamo da loro e io passo il tempo a guardarli disegnare e scattare fotografie a quei meravigliosi capolavori che creano con delle semplici vernici spray.

Per fortuna, sembra che tutto stia andando per il verso giusto e che tutto stia tornando alla normalità.

«Eleonora, tu che ne dici?» mi distrae Beatrice, che mi richiama nel mondo reale.

È l'intervallo e tutti noi siamo seduti vicini per parlare. Sinceramente, non ho ascoltato una minima parola di ciò che loro hanno detto. Ero troppo impegnata a ricordare tutto quello che è accaduto in questi giorni.

Senza prestare caso alla domanda della mia migliore amica, cambio discorso.

«Ragazzi, devo parlarvi.» sbotto tutto ad un tratto, senza una connessione logica al discorso che stavano trattando gli altri.

«Dicci tutto» risponde subito Federico.

Sospiro profondamente, mentre dentro di me cerco le parole giuste per spiegare a tutti la situazione in cui io mi trovo.

Ma proprio mentre stavo iniziando a parlare, un gruppo di ragazzi si avvicina a noi e mi blocca.

«Ehi ragazzi! Questi sono 5 inviti per la festa di sabato. Tutte le informazioni sono sul biglietto. Venite, mi raccomando!» esclama una ragazza della nostra classe, accompagnata da altri due ragazzi e una sua amica.

Leggendo il biglietto posso notare che è una di quelle feste a tema, dove si ballerà, canterà e ci si ubriacherà fino allo sfinimento. Perfetto, non è proprio il mio tipo di festa.

Mentre io sbuffo, gli quattro amici sono felici ed entusiasti di questa festa.

«Ci andiamo, vero?» esulta con un tono fin troppo acuto la bionda di fronte a me.

«Si!» risponde Leonardo con altrettanta felicità e tono altissimo.

«Io passo...» dico io, abbastanza scocciata e acida nei confronti della proposta fatta da quel gruppo.

«Dai Eleonora, almeno ci divertiamo un po'. Sono mesi che non usciamo tutti e cinque come una volta, questa è l'occasione perfetta. Fallo per me.» mi prega Beatrice.

In effetti ha ragione, ma resta il fatto che la festa non mi convince affatto. Avrei preferito passare la serata con loro, magari in una pizzeria per poi andare a fare una passeggiata di notte, oppure passarla con Luca a vedere un film. E invece, c'è questa festa.

Non sono mai stata brava a dire di no alla gente, specialmente se si tratta dei miei migliori amici e, in questo caso, è davvero dura.

Talmente dura che non riesco a rifiutare e finisco per accettare svogliatamente.

Prima o poi imparerò a dire di no.

«Va bene, verrò.» sentenzio.

Vedo il sorriso di Beatrice allagarsi e corre ad abbracciarmi e a ringraziarmi di aver accettato.

Beatrice si stacca e io cerco di parlare della situazione.

«Comunque, vi stavo dicendo..dovrei parlarvi.» ritorno su quell'argomento, sperando di non essere più interrotta.

«Ah già..dicci!» dice Beatrice, con ancora quel tono troppo stridulo per i miei gusti.

«Ecco...vedete..»

Ok, devo riuscirci. Dovrò pur dirglielo, no?

Sospiro e dentro di me, cerco di creare un discorso che abbia senso.

«Io...»

Non faccio in tempo a pronunciare altre parole all'infuori di quella, che il suono stridulo e orrido della campanella, blocca la mia voce.

Gli altri quattro mi guardano, facendo spallucce, come a dire "vabbe, ce lo dirai un'altra volta".

Riuscirò mai a confessare ai miei amici la mia relazione?

Il mio sbaglio più grande. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora