9.

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«Dove pensi di andare?»

«Saul, ma sei scemo?» dico seria. Mi ha fatto prendere un colpo. Chiamarmi no, eh? Lui fa un sorrisetto furbo che per quanto possa essere bello, mi fa solo innervosire. «Tu ridi, ma io mi sono presa un'infarto!»

«Perché non mi hai detto che sarebbe venuto anche Mattia?»

«Se è per questo c'è pure Alice. Comunque, ho avvertito Bea...pensavo che te lo avesse detto!»

«No, non me lo ha detto.»

«Ma dai? Comunque, ti ho parlato tanto di Mattia e sapevi che un giorno te lo avrei presentato. Che problemi hai con lui? Non ti ha fatto nulla, lo conosci appena!»

Saul si avvicina sempre di più a me, fissandomi negli occhi. Più lui si avvicina, più io mi scanso, ritrovandomi con le spalle attaccate al muro della porta che separa me e Saul così vicini, dai nostri amici, nonché dalla sua ragazza.

Tanto vicini, troppo vicini.

«Ragazzi..ehm, ho interrotto qualcosa?» chiede imbarazzata Alice che esce dalla porta della sala, portando me e Saul ad allontanarci.

«Nono, anzi.» risponde con tono sicuro il biondino. «Bea è dentro?» chiede ad Alice, afferrando la maniglia della sala.

Alice annuisce e Saul entra, senza degnarmi di uno sguardo.

Rimango quasi paralizzata, cercando di elaborare quello che è appena successo, visto che ho capito così poco.

«Poi mi racconti tutto!» dice Alice tirandomi dal braccio, portandomi nella Sala.

Entriamo nella sala e ci sediamo. Alice ovviamente vicino al suo ragazzo e io vicino a Federico, che si accorge che sono più nel mio mondo, che in quello reale.

«Cosa è successo?» sussurra per non farsi sentire da tutti gli altri.

Sospiro e non dico nulla. Il film inizia e Federico ritorna con lo sguardo verso lo schermo del cinema.

Dopo un'ora e venti minuti di film comico abbastanza divertente, il film finisce e tutti noi decidiamo di andare a fare una passeggiata per il centro di Genova.

Tra chiacchiere, risate e ricordi, ci accorgiamo che è orario di cena, e tutti noi abbiamo un certo languorino.

Così, ci dirigiamo in una pizzeria, e dopo esserci disposti intorno al tavolo tutti noi iniziamo a parlare, confondendo le nostre voci e i nostri discorsi.

Io sono accanto ad Alice e Federico, con cui ho parlato per tutta la serata.

Ogni tanto volto lo sguardo verso Saul e i nostri occhi si incrociano per qualche secondo, per poi ritornare fissi sugli amici al nostro fianco.

Finiamo di mangiare e dopo aver pagato, usciamo dalla pizzeria e ci sediamo su delle sedie di un bar chiuso.

Essendo poche le sedie a disposizione, Alice si siede in braccio a Mattia e lo stesso accade per Saul e Beatrice. Io e Leonardo siamo vicini mentre Federico è difronte a me.

«Come vi siete conosciuti?» chiede Beatrice curiosa dalla storia di Mattia e Alice, di cui ho parlato e straparlato.

«Non te ne ho parlato già abbastanza?» chiedo a Beatrice, facendo ridere tutti gli altri.

«Non sei in vena di amore, eh?» risponde lei

«Mh, diciamo di no.»

«Chissà perché» dice Federico ridacchiando, dimenticandosi del fatto che ci sia anche Saul.

Tiro un calcio a Federico, fulminandolo con lo sguardo. Inizialmente fa una smorfia di dolore, per poi capire e tenersi la bocca con la mano.

«Mi sono perso qualcosa?» chiede Mattia, voltandosi verso di me.

«No. Ma se Federico continua a parlare perde una gamba.» rispondo facendo un sorrisetto divertito verso Federico, che mi fa una smorfia.

«Comunque, io vorrei sentire la storia..» risponde Beatrice.

«E storia sia..» rispondo sbuffando.

«Ero appena uscito da una storia finita male. La mia ex ragazza mi aveva lasciato e io avevo ancora le ferite aperte. Stavo male, non parlavo con nessuno, mi richiudevo in casa e ogni volta che incontravo la mia ex con il suo nuovo ragazzo stavo peggio. Poi, un giorno, quando stavo aspettando l'autobus per ritornare a casa, vidi questa ragazza bionda e rinchiusa nella sua felpa, con le cuffiette nelle orecchie e un blocco da disegno sulle ginocchia. Mi avvicinai a lei e iniziammo a parlare e diventammo amici. Ogni volta aspettavamo l'autobus insieme e cominciammo ad essere migliori amici. Iniziammo ad uscire anche con i nostri amici e notai quanto fosse bella e simpatica, con tutti. Alice. Quel nome mi era entrato in testa e non voleva più uscire. » racconta Mattia.

«Una sera, quando tutti i nostri amici ci avevano lasciato soli perché dovevano rientrare a casa, decidemmo di andare proprio sul quel muretto dove ci siamo conosciuti. Ci siamo seduti lì e dopo pochi secondi successe di tutto. Iniziammo a giocare come i bambini, salii sulle sue spalle e la iniziammo a correre e ridere. Iniziammo a schizzarci acqua, due bambini. Ritornammo sul muretto e ci avvicinammo piano, fino a ritrovarci a pochi centimetri di distanza. "Sai che vorrei baciarti?" mi disse lui. "Fallo" risposi. Lì ci fu il nostro primo bacio. Da lì le sue labbra diventarono mie, lui diventò mio. E io sua.» finisce Alice.

Si danno un dolce bacio, una volta finito il racconto e senza volerlo, volto lo sguardo verso Saul e noto che lui sta guardando me. Beatrice fissa la coppia baciarsi, insieme a Leonardo, mentre Federico fissa me e Saul.

Inizia un gioco di sguardi che sembra non finire più.

«Il lieto fine esiste, basta cercarlo.»

«Già...» sospiro io.

Il mio sbaglio più grande. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora