«Ti piace Milano?» mi chiede il mio ragazzo, mentre passeggiamo per le strade della città.
La notte passata fuori insieme a lui, il tenero risveglio verso le due del pomeriggio, il pranzo in uno dei più eleganti ristoranti della città e questa dolce passeggiata mano nella mano insieme a lui, sono tutte cose che fanno apparire un luminoso sorriso sul mio viso.
«Tanto.» sussurro mentre stringo la sua mano con la mia, mentre entrambi sorridiamo.
Continuiamo a camminare ancora per un po', fermandoci di tanto in tanto per scattare qualche fotografia al panorama per conservarle come i nostri più bei ricordi di questa avventura.
Arriviamo di fronte ad un bar dall'insegna luminosa ed entriamo, sedendoci ad un tavolino posto accanto al muro, con un divanetto di pelle rossa che fa da sedie.
Dopo aver visto il menù più e più volte, entrambi ordiniamo e aspettiamo i nostri cappuccini e cornetti, mentre controllo le foto che ho scattato questa mattina.
Ne ritrovo alcune della sera precedente, sono tutte sfocate, mosse e poco luminose, eppure sono tutte bellissime.
Non saranno perfette, degne dei migliori fotografi, ma le preferisco.
Ho sempre amato questo tipo di foto.
Mosse, scattate di notte, magari per strada, ma con i soggetti felici e sorridenti.
Sono quel tipo di fotografie che ti fanno sorridere, perché trasmettono felicità, perché trasmettono emozioni.
Quando alzo lo sguardo vedo amica guardarmi dubbioso, mentre io ancora sorrido per colpa di quelle bellissime foto.
«Guarda, sono bellissime..» dico avvicinandomi improvvisamente a lui, mentre mostro felice il mio cellulare.
Mi ritrovo a pochi centimetri dal suo viso, cosa che lo fa ridacchiare.
Arrossisco timidamente accanto a lui, mentre le mie guance si colorano di rosso.
Nonostante sia il mio ragazzo, tendo a ritrovarmi in soggezione quando mi ritrovo estremante vicina a lui o lo guardo negli occhi per troppi minuti.
Sono cose che non riesco a controllare, emozioni che trapelano dal mio corpo senza che io possa fermarle.
Devo immediatamente allontanarmi o abbassare lo sguardo se non voglio perdere il completo controllo di me stessa.
«Sono bellissime.» sussurra lui, mentre poggia una mano sul mio fianco e mi avvicina di nuovo a lui.
Mi lascia un piccolo bacio a stampo sulle labbra, per poi sorridere e staccarsi quando arriva un cameriere con un vassoio pieno di prelibatezze.
Beviamo i nostri cappuccini e mangiano i nostri cornetti, per poi rimanere un po' li a
parlare.Vedo il mio cellulare illuminarsi per colpa di una notifica e quando lo sblocco, mi ritrovo nella galleria del mio iPhone, che è aperta sulle foto scattate ieri.
Decido di impostare la più bella e la più importante come sfondo del mio cellulare.
Una volta finito, ci alziamo e andiamo a pagare le nostre ordinazioni.
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Il mio sbaglio più grande.
Fanfictionstoria scritta nel lontano 2015/2016, in un periodo in cui una me poco più che quindicenne decide di provare a pubblicare qualcosa (per il puro gusto di dire "ho scritto una storia!"), creando questo ammasso di capitoli senza filo logico e abbastanz...