Capitolo sei

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Vedere le cose dal giusto punto di vista.


La partita è finita e abbiamo vinto ma in tutto questo, non riesco a trovare Stiles e che fosse con Derek la cosa non mi conforta per niente. Entriamo tutti dentro la scuola per dirigerci verso gli spogliatoi e continuo a cercare Stiles, finché non sbatto contro qualcuno: Allison.

-Sei stato bravissimo. - dice lei in imbarazzo.

-Anche tu, grazie. - rispondo ma solo dopo noto che ho detto una grande cazzata e lo posso leggere nel suo sguardo mentre un altro giocatore corre in mezzo a noi gridando che abbiamo vinto. - Scusa.

-No. Fa niente, hai ragione. Ho fatto proprio un ottimo tifo. – afferma orgogliosa mentre il mio compagno di lacrosse corre nuovamente tra di noi e io lo fulmino con un solo sguardo. Questo, però, mi fa perdere il contatto visivo con Allison che ritrovo vicino alla porta insieme al padre che mi guarda. Mi giro ed entro negli spogliatoi. Quando sono davanti al mio armadietto, Danny inizia a parlarmi.

-Scuse accettate, Mccall.

-Ma io non ti ho chiesto scusa.- dico confuso.

-Lo so ma mi passavi sempre la palla. - ribadisce sorridendo.

-Perché ogni volta che ti passavo la palla, tu segnavi.

-Scuse accettate. - dice sorridendo di più prima di andare via. Dopo poco, la luce viene staccata e penso che l'abbiano solo spenta. Ma in realtà, dopo avere alzato e abbassato gli interruttori più di una volta, capisco che è venuta a mancare. Mi giro e vedo una pallina di Lacrosse rotolare via dalle docce. Mi avvicino lentamente con ancora l'asciugamano addosso e, quando mi volto, trovo Derek lì dentro.

-Ma finalmente, dove siete stati? Non sai che finimondo sta succedendo. – cerco di spiegare ma lui non mi risponde e si gira vero l'uscita delle docce. Alle mie spalle, un uomo con un bastone del Lacrosse, appare e io mi sento rinchiuso tra lui e Derek.

-Io proprio non lo capisco il Lacrosse. Beh, a scuola giocavo a basket. – dichiara l'uomo guardando la racchetta.

-Eri tu. - dico guardando Derek ma lui resta impassibile, come se qualcosa fosse successa.

-Ho sentito dire che i nativi americani lo usavano per risolvere i loro conflitti. Potrei usarlo anch'io. - dice ma fa una smorfia di negazione. - Vedi Scott, io ho un piccolo conflitto da risolvere e casualmente ho bisogno del tuo aiuto.

-Non ti aiuterò ad uccidere le persone.

-Io non voglio uccidere tutte le persone, solo quelle che si sono messe in mezzo. Anche la tua amica Maggie vuole questo. So che ti sei avvicinato molto a lei ed è una persona molto importante per me e per Derek e non vorrei che le succedesse qualcosa. Ah! Tra le persone che voglio eliminare non includerò... come si chiama? - chiede a Derek.

-Allison. – risponde come se fosse il suo burattino.

-Sei dalla sua parte? - chiedo e non risponde.- Hai dimenticato che ha ucciso tua sorella?

-E' capitato.

-Che cosa? Allora, vuole far del male a Maggie. Lei è innamorata di te.

-Può succedere e per quanto riguarda Maggie, non sono cose che ti riguardano. Anche se, a quanto pare ha trovato più ragionevole dirlo a te che parlarne con me.

-Certo, tu l'avresti solo respinta. – rispondo ma lui sta in silenzio stringendo la mascella.

-Scott, tu hai un'idea sbagliata di noi. Noi vogliamo solo aiutarti a sviluppare le tue potenzialità. – afferma Peter cercando di convincermi della loro idea.

Form dusk till dawn, I am right here.[Derek Hale]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora