Capitolo trentatré

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Mi sveglio nel mio letto agitato e pieno di terrore. Sono sudato e non credo di aver dormito granché. Mi guardo intorno e noto una cosa strana: non sono dentro la mia stanza nel mio letto. E' un posto piccolo e ristretto che mi fa mancare l'aria. E' di metallo e ci sono delle fessure davanti ai miei occhi. Credo sia.. un armadietto? Che ci faccio dentro un armadietto? Provo ad aprirlo spingendo ma non si apre e il panico mi assale. Inizio a spingere con più forza e riesco ad aprirlo ritrovandomi negli spogliatoi della scuola con addosso ancora il mio pigiama. Decido di capire qualcosa di più da questa situazione uscendo dagli spogliatoi e camminando per il corridoio. Volto l'angolo verso la porta d'ingresso, e trovo la porta di un'aula aperta. Entro dentro l'aula e trovo tutte le sedie e i banchi rovesciati a terra e addossati ai muri e alle finestre per fare spazio a un grosso ceppo con solo le radici: il nemeton. Cerco di toccare il tronco, quando delle radici spuntano e si stringono in torno al mio polso e alla mia mano e.. mi sveglio annaspando per un po' di aria sedendomi sul letto.

-Stai bene?- mi chiede Lydia. Lydia? E' sdraiata al mio fianco.- Stiles?

-Si, stavo solo sognando.- dico rilassandomi un po' sotto il tocco della sua mano che mi accarezza il braccio.- Era strano. Era come un sogno dentro un sogno.

-Un incubo?- chiede lei preoccupata.

-Si.- le rispondo prendendo la sua mano mentre le mi accarezza la spalla con l'altra. Poi la guardo meglio e mi lascia un piccolo sorriso a labbra chiuse.- Aspetta un secondo, Lydia. Che cosa stai facendo qui?- non riesce a rispondere perché sentiamo e vediamo la porta della stanza che si aspre. Così, mi alzo per andare li vicino.- Aspetta.

-Stiles, dove stai andando?- chiede lei come se stesse iniziando ad agitarsi ancora di più.

-Chiuderò solo la porta.

-Torna solo a dormire.- mi dice lei cercando di spingermi nel letto.

-No, no, no. Devo chiuderla.- dico cercando di farle mollare la presa.

-Non preoccupartene.- dice lei.

-E se qualcuno dovesse entrare?- chiedo riuscendo a liberarmi della sua presa.

-Tipo chi?- chiede lei ancora seduta mentre io mi avvicino alla porta.- Torna solo a letto, Stiles.

-No.- dico in un sospiro.- E se dovessero entrare?

-Che cosa dovrebbe entrare?- chiede lei come se non credesse alle mie parole.- Stiles, lascia perdere. Per favore. Stiles. Stiles, torna a letto. Stiles, per favore. Stiles. Non farlo, Stiles.- grida lei quando apro la porta della stanza. Ma non la ascolto. Esco dalla mia stanza e mi ritrovo nella foresta dove abbiamo ritrovato i nostri genitori, dove si trova il nemeton. Improvvisamente, si accendono tantissime luci intorno a me, formando un cerchio. Deve essere per forza un sogno. Inizio a parlare a me stesso dicendo che devo uscire fuori dalla mia testa e che mi devo svegliare. Porto le mani alle mie orecchie e continuo a dirmi di svegliarmi e che è tutto un sogno. Così, faccio. Sono nel mio letto e la luce filtra dalla finestra. Mio padre apre la porta e mi sveglio del tutto, o così si può dire.

-Hey, è tempo di alzarsi, ragazzino. Porta il tuo culo a scuola.

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-E non ti potevi svegliare?- chiede il mio migliore amico, quando gli racconto del sogno che ho fatto mentre camminiamo per il cortile della scuola.

-No, ed era veramente terrificante. Hai masi sentito di essere paralizzato nel senno?

-Ehm, no, lo vorrei?- chiede cercando di capire qualcosa.

-Non hai mai provato la sensazione di stare per svegliarti ma che non ti puoi muovere o parlare?

-Si, si. Credi di averlo provato.- dice lui cercando di pensarci.

Form dusk till dawn, I am right here.[Derek Hale]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora