Capitolo otto

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Essere stati amati tanto profondamente ci protegge per sempre, anche quando la persona che ci ha amato non c'è più. E' una cosa che ti resta dentro, nella pelle. -Silente


Lydia

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Lydia. La ragazza che amo da quasi tutta la vita è distesa qui, in mezzo al campo di lacrosse ed io non posso fare nulla. L'essere sovrannaturale che tutti temevamo è qui davanti a me e continua a minacciarmi. Devo fare ciò che dice o ucciderà Lydia e tutti gli altri miei amici.

-Devi venire con me. – afferma lasciandomi sbigottito. Cos'è che vuole da me?

-No. Non ho intenzione di lasciarla qui.

-Non hai scelta, Stiles. - dice mentre continua a pulirsi dal sangue che gli cola dalle mani. - Verrai con me.

-Uccidimi. Non mi importa più ormai. - dico ma lui mette un artiglio sotto il mio mento e mi fa alzare ma mi lascia andare, poco dopo.

-Chiama Jackson, avvertilo. E' tutto quello che puoi fare. - dichiara e, mentre inizia ad andare via, chiamo il mio compagno di scuola. Che Dio mi aiuti. Spero, che ne valga la pena. Maggie, dove sei? Poco dopo, ci troviamo in macchina e giuro che vorrei buttarlo giù ma rischierei solo la vita e non mi sembra minimamente il caso.

-Dai, non è così male. Se sopravvivrà, diventerà un lupo mannaro.

-Certo. Così, almeno una volta al mese tenterà ti farmi fuori. – affermo un po' seccato della situazione.

-Beh, essendo una donna, due volte al mese. Tipo Maggie. Le prime volte che non riusciva a controllarsi, mi voleva sempre ammazzare ma arrivava Derek e tornava il solito angioletto. – racconta con un leggero sorriso.

-Tu non sai nulla di Maggie? – domando con un po' di timore.

-Di cosa stai parlando?

-Okay, non sai nulla. – affermo allarmato venendo a conoscenza del suo buio su tutta la situazione.

-Stiles, di che cosa stai parlando? – chiede usando un tono molto arrabbiato.

-Sono due giorni che Deaton non la vede a lavoro, Scott non la sente e non abbiamo nessun segno di lei.

-Mi stai dicendo che è scomparsa? - chiede alterandosi ancora di più.

-Beh, se non riesci a trovare Derek, potrebbe essere nella sua stessa situazione.

-Spero, proprio di no. - dice con tono basso prima che cali il silenzio tra di noi. Qualche istante più tardi, arriviamo in un posteggio con molte auto e quando scendiamo dalla jeep, mi trascina davanti al cofano di una macchina grigia scuro.

-E quest'auto?

-E' della mia infermiera. – spiega con molta tranquillità.

-E che ne è stato di lei? – domando con vera curiosità ma lui non risponde e apre il cofano per prendere una borsa con un computer. - Oh cavolo.- grido vedendo la sua infermiera morta nel bagagliaio dell'auto. Lui fissa me per un po' e fissa lei, morta.

Form dusk till dawn, I am right here.[Derek Hale]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora