Capitolo undici

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«Non c'è felicità nell'essere amati. Amare gli altri, ecco la vera felicità.»



Non so perché succede proprio a me o forse, ho fatto del male a qualcuno nella mia vita passata ma mi sveglio e sento qualcosa che mi opprime il corpo e lascia che poco ossigeno passi attraverso i miei polmoni. Mi guardo in torno e noto di essere dentro la mia stanza ma qualcosa non va. Abbasso leggermente la testa e trovo dei capelli corvini che mi bloccano la visuale. Merda! Derek! Ho completamente dimenticato la sua presenza nella mia stanza. La sua testa è poggiata sulla mia spalla mentre la sua mano sinistra mi stringe il fianco. La sua gamba destra è stretta tra le mie gambe e la mia mano sinistra è immersa nei suoi capelli. Giuro, che qualche anno fa avrei pagato qualsiasi cifra per vederlo così, tra le mie braccia. Mi rendo conto che continuo ad amarlo. Questo è sicuro ma lui non prova la stessa cosa e non voglio mettermi nei guai stando male per lui. Involontariamente, le dita della mia mano iniziano a muoversi tra i suoi capelli e la mano libera si solleva per posarsi sulla sua spalla e creare dei piccoli cerchi immaginari. Lo sento muoversi impercettibilmente e mi gelo sul posto.

-Perché ti sei fermata? - chiede con voce roca e impastata dal sonno. Molto sexy.

-Buongiorno. Non volevo svegliarti.

-E' stato un bel risveglio. – afferma muovendosi sul mio corpo. Merda, anche qualcos'altro è sveglio.

-Ehm, dovrei prepararmi per il lavoro. - dico cercando di non dare peso a quello che sta succedendo ma, conoscendomi, sarò rossa in viso come un pomodoro.

-Potresti darmi una mano con il mio problemino. – dichiara mettendo la testa tra il mio collo e la mia spalla e posizionandosi meglio tra le mie gambe.

-Derek...

-Potremo ripetere quello che è successo qualche mese fa. – afferma lasciando dei piccoli baci sul mio collo. A quella affermazione, mi irrigidisco e una rabbia innata nasce dentro di me. Poggio le mani sul suo petto e lo spingo via con così tanta forza che cade dal letto.

-Io non sono un tuo giocattolo. - ringhio contro di lui mettendomi in posizione d'attacco sul letto.

-Am...- sussurra guardandomi senza parole. Non mi ero accorta di aver tirato fuori gli artigli ma sento qualcosa tra le dita. La stoffa delle mie lenzuola. Guardo il suo petto e noto i segni degli artigli che si stanno rimarginando. Porto una mano davanti la bocca e mi siedo sul letto appoggiando la schiena sulla testiera.

-Mi dispiace, Derek. – mi scuso con le lacrime agli occhi.

-Sh, è tutto okay. Le ferite sono guarite. Va tutto bene. – afferma avvicinandosi a me e abbracciandomi forte.

-Non volevo.

-Lo so, piccola. Lo so. - dice prendendo il mio viso tra le mani e asciugandomi le lacrime. E così bello stare tra le sue braccia ma mi ricordo della presenza di Isaac.

-Devo preparare qualcosa per colazione. Per favore, sveglia Isaac e vedi come si sente. Io vi aspetto di sotto. - dichiaro alzandomi dal letto e andando verso la porta aprendola e correndo di sotto. Poco dopo, sento dei passi che scendono le scale.

-Buongiorno. - dice un Isaac leggermente assonato.

-Giorno. - rispondo girandomi verso di lui con una tazza di caffè in mano. Prendo la sua dal ripiano e gliela porgo. - Come ti senti?

-Molto meglio. - dichiara squadrandomi prendendo la tazza di caffè ed io arrossisco. Mi ricordo adesso di avere solo la maglietta di Derek addosso. Parli del diavolo e lui scede le scale senza maglietta. - Quella è la tua maglietta?

Form dusk till dawn, I am right here.[Derek Hale]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora