Capitolo 22

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24 marzo 2013

Ore 20.13

«Ripetimi ancora perché ci dobbiamo andare, per favore», piagnucolò Nora mentre sceglieva l'abito da mettere per la cena.

«Ne avevamo già parlato, mi pare», replicò Johann.

«Sì, ma quella donna a me fa paura, Johann! Non so come faccia Mark a resisterle!»

Johann rise. «Se ha sposato Theresa, avrà pur visto qualcosa di buono in lei, non trovi?»

«A me sembra una bisbetica! Hai presente la strega di Biancaneve?»

«Non è così brutta!»

Nora scosse il capo. «È bella, certo, ma è insopportabile e sempre isterica!»

«E allora noi diamo una mano a Mark a sopportarla, ok?»

«Noi?»

Johann mostrò la sua espressione da cane bastonato. «Sono un po' in crisi ultimamente, per via del lavoro di Mark.»

«Se è per questo... nemmeno noi siamo messi così bene», rispose acidamente Nora.

«Cosa vuoi dire?»

Nora fissò Johann. «Io sto ancora aspettando il postino.»

Johann ci mise un po' a realizzare. «Ancora con questa storia?» chiese ridacchiando.

«Certo!» ribatté Nora. «Metti sempre il lavoro davanti alla tua fidanzata. Non mi pare un buon inizio in vista del matrimonio!»

A quelle parole Johann si bloccò e sentì il cuore farsi veloce, sempre più veloce. Aveva un po' di paura, ma soprattutto eccitazione in corpo. Non aveva mai detto nulla a Nora, ma quanto volte aveva pensato al momento adatto: chiederle di sposarlo. Si era immaginato la scena perfetta e lei che diceva di sì, lui che le infilava l'anello al dito e uno scroscio di applausi alle loro spalle. Tuttavia non l'aveva mai fatto, non ci aveva neppure provato di fronte allo specchio, giusto per esercitarsi a ripetere le battute. Ora invece sentiva ingombrante e pesante quella piccola scatolina che, guarda caso, stava nella tasca sinistra della sua giacca.

«Nora, ti capisco, ma... non posso...», Johann si voltò a guardare la donna che si era accucciata sul letto raccogliendosi le ginocchia al petto. «Vedrai che andrà meglio.»

Lei alzò gli occhi tristi verso Johann e sussurrò con tono grave: «Sì, certo. Lo dici sempre.»

Johann smise di allacciarsi i polsini della camicia e si sedette accanto alla ragazza. Si avvicinò a lei e fece per abbracciarla, ma per la prima volta gli parve di accarezzare un blocco di pietra che non aveva nulla a che fare con Nora. "Dove sei?" avrebbe voluto chiederle, ma in un istante Nora si riebbe, balzò in piedi ed esclamò: «Finiamo di prepararci, altrimenti arriveremo in ritardo!»

Poco dopo erano in auto, diretti verso la casa di Mark Bauer e di sua moglie Theresa e quando suonarono il campanello, una donna bionda dagli occhi verdi e un sorriso raggiante, venne ad aprire. «Ciao!» gridò abbracciandoli entrambi e li fece accomodare dentro, prendendo i loro cappotti.

«Ciao Theresa», salutò Johann non altrettanto caloroso.

«Venite di là, è quasi pronto. Mark è in sala che vi aspetta!»

Mark stava guardando la TV quando Nora e Johann entrarono. Li fece accomodare, salutando il collega con una calorosa stretta di mano e dando un bacio sulla guancia alla donna. «Nora, sei uno splendore!»

«Ti sento!» squillò Theresa. «Se vuoi riprendiamo il discorso che abbiamo lasciato a metà ieri sera!»

Mark sbuffò e scosse la testa. «Da dove riprendiamo, cara? Da quando mi hai mandato all'inferno o da quando hai riattaccato?»

E le tenebre scesero sopra FriburgoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora