Capitolo 71

11 4 3
                                    

24 giugno 2013

Ore 6.25

Stella dischiuse gli occhi e si trovò stesa a terra, accanto a un grosso mucchio di pelliccia calda. Si mise a sedere e si stiracchiò. Si guardò attorno e per qualche istante faticò a ricordare dov'era, poi rivide le immagini di suo fratello che mutava forma, rammentò di aver attraversato la foresta sulla sua groppa e di essere arrivata a una grotta.

Si mosse impercettibilmente e notò che anche la pelliccia nera e lucente frusciava. Poi il muso aguzzo del lupo si voltò verso di lei e i suoi occhi glaciali la fissarono, la lingua penzolante fuori dalla bocca e le fauci socchiuse nel caratteristico ghigno sinistro. L'animale la scrutava piegando la testa, poi avvicinava il tartufo umido alle mani della ragazza e si faceva accarezzare.

«Ciao Lukas», mormorò Stella, sorridendo. «Ti sei svegliato, eh?»

Il lupo le leccò la mano e stese il testone sulle sue gambe, con lo sguardo rivolto verso l'imboccatura della spelonca. Il cielo iniziava a schiarirsi e presto sarebbe apparsa l'alba lattiginosa.

La ragazza si sentì un po' sciocca, come la notte precedente, a parlare con quell'animale, eppure c'era davvero qualcosa di umano in lui. Era certa che sotto la pelliccia, nascosto dentro quell'involucro ferino, c'era suo fratello.

Lo accarezzò di nuovo, lasciando scivolare le sue dita. Osservò la mano affondare nella pelliccia e scomparire.

Dopo alcuni minuti, il lupo uggiolò, si scansò rialzandosi da terra e chinò il capo. Stella lo guardò e capì che voleva che gli salisse ancora in groppa, come la notte precedente. Lei si avvicinò, afferrò con entrambe le mani il pelo folto e con un salto si issò. «Dobbiamo tornare a casa», concluse.

La bestia uscì all'aperto e annusò l'aria. Ululò e la sua voce riecheggiò nel pallido mattino che stava nascendo, dopodiché scese dalla spianata sopra la rupe, avanzò verso gli alberi sempre più in fretta e s'immerse nella foresta.

Stella udì il sibilo dell'aria fredda riempirle le orecchie e frustate gelide colpirle la faccia, eppure ancora percepì la sensazione di libertà spensierata che la allontanava da ogni cosa. Di nuovo immaginò come sarebbe stato per lei essere come Lukas.

Gridò e sorrise lasciandosi sorreggere dall'aria e alla sua voce acuta rispose un ululato dell'animale che aumentò la propria velocità. Anche lui si sentiva libero e potente, inarrestabile e imbattibile. Avere accanto quella ragazza lo rendeva felice: non temeva più nulla ora che la sentiva ridere e gridare insieme a lui.

Fatta molta strada, l'andatura rallentò e la bestia si fermò trotterellando a poche decine di metri dagli ultimi alberi della foresta. Guardò attraverso i tronchi e i rami che s'intrecciavano a ricamare una trama fitta e puntuta che ben presto si diradava in una lunga striscia di verde scuro e di costruzioni che indicavano l'inizio di quel mostro che per intere notti aveva scrutato con curiosità dall'altura nella foresta.

Proseguì la propria marcia discendendo l'ultimo tratto di pendio quindi, una volta giunto alla fine del groviglio di alberi, si fermò e lasciò scendere la ragazza. Alzò gli occhi al cielo che si era schiarito e notò la sagoma della luna che iniziava a svanire. Indietreggiò, titubante, e si nascose tra i cespugli mentre un dolore pulsante prendeva a irradiarsi dalla spina dorsale verso le estremità, poi il corpo rimpiccioliva e gli occhi tornavano a vedere i colori.

Stella vide il lupo che si allontanava e spariva di nuovo nella foresta. Lo chiamò e gli andò dietro, ma lo perse di vista e improvvisamente udì un cupo gorgoglio venire dai bassi arbusti, poco distanti da lei. Si avvicinò e una mano rapida e tremante la afferrò. Stella si spaventò e si lasciò scappare un gridolino, ma a quel punto vide riemergere il corpo nudo del fratello che barcollava. Era stanco e sudato, ma non appena la vide, sorrise e si appoggiò a lei, lasciandosi trascinare verso casa.

E le tenebre scesero sopra FriburgoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora