Capitolo 14

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27 febbraio 2013

Ore 2.59

Stella si spaventò quando suo fratello si svegliò. Era raggomitolata ai piedi del letto e osservava Lukas con preoccupazione perché non aveva fatto altro che agitarsi e borbottare qualcosa.

«Stai bene?» sussurrò senza muoversi.

Lukas si alzò sui gomiti e si guardò attorno nella stanza ansimando dallo spavento. «Sì, tutto ok.»

«Cos'avevi?»

«Come?»

La ragazza non gli tolse gli occhi di dosso. «Ti agitavi, parlavi nel sonno. Pensavo avessi un attacco epilettico!»

Lui la guardò, stralunato. Si sentiva stanco ma non così a pezzi e malato. Doveva aver sognato qualcosa di strano, ma non si ricordava cosa.

«Sto bene, Stella. Davvero.»

«Sei sicuro?»

Lui annuì e allungò una mano verso di lei. «Vieni qui.»

Lei si avvicinò e si sdraiò di nuovo accanto al fratello che la circondò con le braccia. Guardò l'ora: le tre del mattino.

Lukas restò immobile accarezzando la testa di sua sorella che si calmò, chiuse gli occhi e riprese presto a dormire. Lui invece non riuscì più ad addormentarsi: era troppo preso dai propri pensieri. L'adrenalina che aveva attraversato il suo corpo poco prima era ancora in circolo e lui era trepidante, ma non capiva perché.

"Cosa diavolo è successo?" pensò e si sforzò di ricordare ciò che aveva visto.

Chiuse gli occhi e provò a calmarsi. Respirava regolarmente, ascoltava i battiti del proprio cuore, sentiva Stella accanto a lui e tentava di ricordare.

Si sentì scivolare nel dormiveglia e per qualche istante perse completamente la percezione del proprio corpo: fu come trovarsi di fronte all'inizio di un sentiero appena illuminato che proseguiva nell'oscurità. Si mosse qualche passo e il sentiero si mostrò a lui un po' di più mentre s'incamminava. Ma più si allontanava dal punto di partenza, più capiva che si stava perdendo e che non sarebbe tornato indietro tanto facilmente.

Continuò ad addentrarsi nell'oscurità finché non vide qualcosa che, a mano a mano diventava sempre più numeroso: era una selva di immagini sfuocate e apparentemente senza senso. Arrivò nel centro più fitto di quelle insolite scene e si concentrò su alcune di esse, dopodiché sembrò nascere una qualche magia che lui non capiva e fu trasportato lontano.

Quando si svegliò, qualche timido raggio di sole entrava dalla finestra. Stella era ancora abbracciata a lui e riposava mentre lui era bloccato in una scomodissima posizione. Provò a muoversi ma sentì la schiena dolente e la spina dorsale che scricchiolava come se fosse stata fatta di vetro. Si voltò su un lato e si spostò con delicatezza per non svegliare la sorella, poi andò in bagno e si preparò.

Tornato in camera, vide che Stella dormiva ancora. Qualcosa lo fece sorridere e lo tenne fermo a guardare quella ragazzina con gli occhi chiusi e il piumone tirato fin sopra le spalle. Gli dispiaceva svegliarla.

S'inginocchiò accanto al bordo del letto e la fissò ancora, sempre con il sorriso ebete in faccia.

«Ehi, dormigliona», mormorò toccandole il naso con la punta dell'indice. «È ora di svegliarsi.»

La ragazza si mosse velocemente, infastidita dall'indice di Lukas, sbadigliò e allungò all'improvviso le braccia per stiracchiarsi.

«Ahi!» gridò Lukas, saltando su e portandosi le mani al volto.

E le tenebre scesero sopra FriburgoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora