Capitolo 16

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2 marzo 2013

Ore 19.48

Stella attese la madre che stava rientrando in quel momento con alcune borse. «Ho preso qualcosa per il week-end», disse Margit mostrando le borse e sparì di corsa salendo le scale.

Lukas bussò piano alla porta della camera di sua madre e lentamente entrò. Margit trasalì e si voltò di scatto. «Ah, sei tu», mormorò con un mezzo sorriso e si portò una mano sul petto. «Credevo fossi...»

«No, Stella è in doccia. Suppongo che una volta fuori inizierà a blaterare che non ha niente da mettersi per la serata... come al solito.»

«Oh, smettila! Sei proprio un rompiscatole!»

Lukas rise. «Io dico solo le cose come stanno.»

«Sicuro?» domandò la madre e lui annuì.

«Tieni», disse sbrigativo mostrando una scatola di piccole dimensioni ricoperta di velluto rosso scuro. «Sono andato a ritirarla appena è uscita di casa, stamattina.»

«Non ti ha visto?»

«No», sorrise Lukas. «E anche se fosse... non sa cosa c'è dentro. Tu invece?»

Margit afferrò una borsa nascosta in un angolo tra il letto e il guardaroba. «Speravo di non trovarmela davanti alla porta e invece... ma non ha visto...», e detto ciò estrasse dalla borsa un vestito e un paio di scarpe abbinate. «Cosa te ne pare?»

«Che state facendo voi due?» trillò una voce dietro di loro e sulla soglia della camera apparve Stella avvolta nell'accappatoio, con i capelli sciolti e bagnati che le ricadevano sulle spalle. Lukas e Margit si guardarono in silenzio, poi scrutarono l'espressione curiosa di Stella e infine Lukas si dileguò inventandosi che aveva da fare.

Margit, rimasta sola con sua figlia, la guardò e sorrise; le fece cenno di avvicinarsi e le sussurrò: «Buon compleanno Stella!» quindi le mostrò il regalo.

Lukas ascoltò le parole di sua madre e la risata argentina di sua sorella da dietro la porta, dopodiché s'infilò nel bagno per farsi una doccia e si rilassò sotto il getto caldo dell'acqua. Una volta fuori andò in camera e si vestì. Controllò l'orologio mentre s'infilava una camicia azzurra lasciandola sbottonata, sotto si intravedeva una maglietta nera con un logo bianco proprio sul petto.

Si diede un'ultima sistemata di fronte allo specchio e mentre si guardava riflesso sul vetro opaco, sentì qualcuno che bussava. «Avanti.»

Si voltò e guardò verso la porta: Stella stava in piedi e sorrideva, non sapeva cosa dire. «Allora?» domandò alla fine. «Come ti sembra?»

Lui rimase colpito e fissò sua sorella a lungo, in silenzio. Avrebbe voluto farle qualche complimento, dirle qualcosa, ma improvvisamente si rendeva conto di non esserne più capace.

Stella che osservava lo sguardo smarrito di Lukas, fece sparire il sorriso spensierato che aveva sul volto e divenne seria. «Che c'è?» chiese scorbutica. «Andiamo», lo esortò, «fai la tua battuta, dopo che la mamma...»

«Sei bellissima», disse senza fiato e continuò a guardarla.

«Cosa?» domandò lei, imbarazzata.

Lukas si avvicinò e ne studiò la figura esile: ora era lì di fronte a lei e lei riusciva a sentirlo. «Sei bellissima», ripeté. Osservò a lungo il corpicino snello di Stella dentro il tubino nero che Margit le aveva comprato. Al collo portava il pendente che lui era andato a ritirare quella mattina dall'orefice.

Stella divenne rossa e si strinse nelle spalle scoperte, torturandosi le dita e spostando il peso del suo corpo prima su una gamba e poi sull'altra. Si sentì mancare e scrutò Lukas rimanendo a propria volta senza parole. «Non... non stai scherzando, vero?» domandò incredula.

E le tenebre scesero sopra FriburgoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora