Capitolo 15

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2 marzo 2013

Ore 6.55

Stella era eccitatissima all'idea della festa. Era sabato ma non era riuscita a dormire e per giunta si era svegliata prestissimo, prima ancora che sua madre uscisse di casa. All'inizio era rimasta chiusa in camera, accucciata sul letto, osservando il proprio riflesso sullo specchio appeso alla parete di fondo, poi si era alzata camminando per la stanza e ridendo. Infine aveva deciso di scendere di sotto e di prepararsi la colazione.

Margit era comparsa poco dopo, vestita di tutto punto per andare al lavoro e trovando la figlia già in piedi le aveva chiesto: «Come mai qui?»

«Non ho più sonno», era stata la risposta.

Più che comprensibile.

La madre di Stella rise e fece compagnia alla figlia mentre l'una mangiava caffellatte e biscotti e l'altra beveva il caffè nero.

«Sai che non mi hai ancora detto niente di stasera?» propose la donna, poggiando sul tavolo la tazza di caffè. «Dove andate tu e le tue amiche?»

Stella rise di gusto gettando indietro la testa. «È una sorpresa!» disse con uno ghigno. «Ma da alcune fonti attendibili sono riuscita a scoprire che hanno organizzato una festa al Brünster, un nuovo locale in centro.»

Margit scosse il capo. «Sei proprio una ficcanaso!»

«Ma è il mio compleanno!» protestò Stella.

«Appunto!» ridacchiò Margit. «Se è una festa a sorpresa dovrebbe essere "a sorpresa", altrimenti che gusto c'è?»

«Oh, non ti preoccupare!» esclamò la ragazza con un gesto noncurante della mano. «Fingerò di essere il più stupita e meravigliata possibile.»

«Sei una guastafeste!»

«Non è vero!» si lagnò ancora Stella.

«Oh, sì che lo sei, mia cara!» cantilenò la madre, quindi aggiunse: «Meno male che io e tuo fratello non abbiamo organizzato nulla di segreto!»

Stella si sentì sulle spine. «Avete combinato qualcosa?» domandò.

«No», replicò asciutta la madre con tutta l'indifferenza che le era possibile in quel momento e vedendo l'espressione un po' delusa della figlia, aggiunse, sardonicamente: «Ma chi può dirlo?»

Stella allora sorrise e batté le mani. «Cos'è? Cos'è? Cos'è?» chiese. «Non riesco più ad aspettare!»

«Non è qui», concluse la madre. «Dovrai avere ancora un po' di pazienza.»

«Uffa!» piagnucolò lei. «Non è giusto!»

«Non morirai aspettando qualche ora.»

Stella fece tanto d'occhi e sbuffò di nuovo, mostrando la propria disapprovazione, ma a quel punto Margit controllò l'ora, balzò in piedi e si diresse alla porta. «Dai una sistematina Stella, io devo scappare!»

«Sì... va bene», brontolò con tono distratto la ragazza mentre finiva di bere il caffellatte.

Poco dopo scese di sotto anche Lukas e Stella appena lo intravide dalla porta a soffietto della cucina prese a tartassarlo di domande sul regalo che lui e sua madre le avrebbero dato.

«Mamma non ti ha detto di aspettare?»

«No», mentì con fare innocente.

Lukas alzò un sopracciglio, scettico, e osservò la sorella. «Che strano», mugugnò. «A me pare che ti abbia detto che non saresti morta per qualche ora di attesa», e rise.

E le tenebre scesero sopra FriburgoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora