Capitolo 42

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24 aprile 2013

Ore 0.11

La luna splendeva nel cielo. Il cerchio bianco riluceva nella fredda notte invernale e illuminava la città sotto di esso. Era mezzanotte passata e poche auto transitavano a velocità piuttosto sostenuta sulla Mooswaldalle, che si snodava ai limiti di Fribugo e continuava su Lembergalle fino a che si riuscivano a intravedere le piste di atterraggio e decollo dell'aeroporto friburghese.

Proprio in quell'istante un piccolo aereo di linea stava decollando, alzandosi lentamente da terra, con il consueto fischio acuto delle turbine poste sotto le ali che si udivano anche a chilometri di distanza. Il jet impennò il muso finché la sua sagoma scomparve nell'oscurità della notte, lasciando come traccia di sé soltanto i faretti che si illuminavano a intermittenza, posti ai lati delle ali e in coda.

Un Mercedes classe B, nera e lucida, sfilò sulla statale, allontanandosi dall'aeroporto. Rallentò nei pressi di un grosso incrocio e si fermò nella corsia di svolta a destra. Il conducente, richiamato dalle luci di un ristorante, ancora accese, quando scattò il verde, girò su Robert-Bunsen-Straße, percorse un centinaio di metri, scrutando da ogni parte la presenza di segni di vita e, dopo non averne trovati, con un'inversione a U, tornò indietro, accostando il Mercedes al marciapiede, sotto una fila di alti alberi piantati nelle aiuole sul largo marciapiede. Spense il motore e lasciò che i rami, seppur quasi del tutto spogli, facessero da schermo a lui e alla sua auto, dalla luce dei lampioni.

Si guardò nuovamente attorno, con circospezione e accarezzò dolcemente il pastore tedesco che stava accovacciato sul sedile del passeggero. Il cane gli leccò la mano con fare docile, uggiolò e, imitando i gesti del suo padrone, prese a fissare fuori dal finestrino il ristorante illuminato dove campeggiava la scritta Pizzeria Da Persio.

All'improvviso l'insegna si spense e anche gli ultimi avventori sgusciarono fuori dal locale, sostenendosi gli uni agli altri per non cascare a terra.

"Devono aver bevuto parecchio!" si disse l'uomo, afferrando automaticamente il volante con una mano e le chiavi, già infilate nel quadro, con l'altra.

Attese che l'ultima auto della compagnia fosse in moto, poi accese il motore che ronzò debolmente, azionò gli anabbaglianti e andò dietro all'utilitaria rossa, marca Peugeot, che all'incrocio svoltava a destra, separandosi dalle altre due auto, le quali, al contrario, prendevano a sinistra.

"Il primo colpo di fortuna," pensò l'uomo, accarezzando ancora il pastore tedesco con aria assente, gli occhi incollati alle luci rosse dei freni della Peugeot.

Tallonò l'utilitaria francese da lontano, senza avvicinarsi troppo e senza preoccuparsi dell'itinerario.

Quando l'auto si fermò nel vialetto di una piccola casetta solitaria, lungo una via piena di villette a schiera, l'uomo si preoccupò. Rallentò la marcia e spense i fari, lasciando il motore in folle, quindi osservò la scena con attenzione, mentre il pastore tedesco ancora uggiolava e leccava la mano del suo padrone per richiamarne l'attenzione.

L'uomo vide un tizio che scendeva dalla Peugeot dal lato del passeggero, che salutava l'autista, dopodiché l'auto faceva marcia indietro e riprendeva la strada di casa, lasciando lo sconosciuto a barcollare sul vialetto.

"Una fortuna sfacciata", si complimentò con se stesso l'uomo, sorridendo malignamente. Spense il motore del Mercedes e scese, trascinandosi dietro il cane al guinzaglio. Girò dietro l'auto e andò a cercare nel bagagliaio l'unica altra cosa di cui avesse bisogno.

Qualche secondo più tardi, i due s'incamminarono senza dare nell'occhio verso lo sconosciuto che cercava di entrare in casa. L'uomo lo studiò mentre caracollava sul pianerottolo con fare incerto dirigendosi verso la porta: il ragazzo si appoggiava, oscillava sul posto, s'infilava le mani in tasca in cerca della chiave e infine provava a trovare la serratura, senza riuscirci.

E le tenebre scesero sopra FriburgoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora