22 luglio 2013
Ore 23.20
«Sta' zitta», sibilò Völler all'orecchio di Stella. Le teneva una mano premuta sulla bocca e la scrutava da vicino, sfiorandole la guancia con la sua pelle rasposa per la barba incolta. «Non urlare. Non ti farò niente.»
La ragazza era un blocco di marmo, ferma e tesa, circondata dalle braccia possenti del tenente di polizia.
«Hai sentito cos'ho detto?» chiese lui.
Lei annuì.
«Ora ti lascio andare, ma tu... promettimi che non urlerai, d'accordo?»
Stella annuì e di nuovo e sentì la mano soffocante che si allontanava dalle labbra e poi il braccio attorno al collo che si allentava. Quando fu libera, si sentì venir meno e quasi cadde a terra. Rialzò gli occhi verso Völler e vide che anche lui la stava osservando con curiosità.
«Che ci fai qui nella foresta?» domandò l'uomo. «Una passeggiatina al chiaro di luna?»
«Che cosa gliene importa?» replicò la ragazza, rialzandosi da terra e respinse la mano di Völler che la stava aiutando.
L'uomo sospirò. «Ragazzina, non farmi perdere tempo, ok? Ho visto tuo fratello che scappava nella foresta. Dove diavolo è andato?»
Stella s'irrigidì di nuovo e fece per allontanarsi.
Lui l'afferrò bruscamente per un braccio e la riportò indietro, si bloccò di fronte a lei, fissandola negli occhi e ripeté la domanda, con fare perentorio. «Sappiamo entrambi cosa accadrà stanotte, vero? Tuo fratello è in giro, alla ricerca di altre vittime e domattina qualcuno della centrale sarà in città a fare il proprio lavoro su altri cadaveri spolpati fino all'osso.»
La ragazza non replicò.
«Dimmi dov'è andato», disse Völler, freddamente.
«Tu lo vuoi uccidere», sussurrò Stella. «Lui... è mio fratello.»
«È un assassino. Ha ucciso delle persone. Non posso lasciarlo andare.»
Stella scosse il capo.
Johann si avvicinò a lei, incuriosito. «No, cosa?»
«Non è stato lui.»
L'uomo strabuzzò gli occhi. «Chi è stato allora? E dove diavolo sta scappando tuo fratello?»
La ragazza si avvicinò a Völler e parve sul procinto di rivelargli la verità, ma proprio quando lui abbassò la guardia, gli piantò una ginocchiata al bassoventre, si liberò dalla presa e fuggì.
Corse come una forsennata per qualche centinaio di metri senza voltarsi per paura di essere ripresa, ma alla fine sentì ancora le gambe che cedevano. Arrancò più che poté e alla fine inciampò e cadde a terra, ansimando.
«Dove credi di andare, signorina?» boccheggiò Völler, sbucando nuovamente dall'oscurità. S'inginocchiò spostando il peso sul ventre della ragazza, immobilizzandola e le bloccò le braccia minute che si agitavano.
L'uomo era furente e ormai, senza più freni, non si sarebbe protetto dietro una patacca del dipartimento per nascondere la sua vera volontà. Si chinò sulla giovane e le si accostò all'orecchio. «Di', ragazzina, sai cosa si prova a perdere la persona che ami?»
Stella stava per piangere e soffocava i gemiti di paura. Sentiva le tempie pulsare e le lacrime scenderle sul viso.
«Non lo sai?» cinguettò Johann a bassa voce. «Pensa di non avere più ragioni per vivere perché l'unica, la sola che avevi scoperto essere importante, qualcuno te l'ha portata via per sempre», allungò la mano sulla ragazza, le afferrò la mandibola e strinse forte. «Ora portami da tuo fratello e non provare a scappare ancora oppure», l'uomo estrasse la pistola dalla fondina e il ferro brillò, «ti ucciderò.»
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E le tenebre scesero sopra Friburgo
Manusia SerigalaNella cittadina di Friburgo in Brisgovia, ai margini della Foresta Nera, improvvisamente un misterioso animale all'assalto inizia la sua carneficina, mese dopo mese. Nessuno crede più alla favola del lupo cattivo, eppure pare che questa volta, a fur...